Tjallingii 2015

China Glory, idea che va al di là del solo ciclismo

22.01.2022
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Spesso parliamo delle squadre continental italiane, ma allarghiamo un po’ il discorso per raccontare una storia. Nel mondo ce ne sono ben 140, divise fra 48 Paesi e l’Italia è la primatista assoluta avendone con la tessera Uci ben 13, con il Portogallo che segue a distanza con 10.

La Cina ne ha 5, ma un team è davvero speciale, è l’espressione di un grande progetto che dovrà svilupparsi in breve tempo. L’obiettivo è arrivare ai vertici e considerando quel che i cinesi hanno fatto nel calcio, c’è da credere che ci riusciranno. Non andando a comprare team stranieri o affiliandoli in casa, ma fabbricandone uno di sana pianta. E’ il China Glory Continental Team.

Per farlo, la federazione locale è venuta incontro alle ambizioni e alle idee di un olandese che conosce bene il ciclismo di quei posti. Maarten Tiallingii (nella foto di apertura) è stato un corridore di buon livello, capace anche di conquistare il podio alla Roubaix del 2011. L’olandese, pro’ dal 2006 al 2016 e vincitore di 5 gare, era considerato un personaggio: famoso per essere riuscito ad avere una buona carriera sportiva pur essendo senza un rene (asportato a 2 anni) e per essere rigorosamente vegetariano, ma anche per avere un carattere molto intraprendente.

China Glory maglia
La divisa del China Glory Team, la nuova formazione Continental
China Glory maglia
La divisa del China Glory Team, la nuova formazione Continental

L’esperienza cinese

Chiusa la carriera da corridore, Tiallingii è rimasto nell’ambiente e avendo qualche saltuario contatto con il ciclismo cinese ha maturato l’idea. Maarten conosce bene il ciclismo locale, ha militato per tre anni, dal 2003 al 2005, nella Marco Polo, una squadra cinese e spesso era tornato anche a gareggiare vincendo il Tour of Qinghai Lake nel 2011. Così è nata l’idea di costruire una squadra internazionale.

A comporla saranno 12 corridori, equamente divisi fra cinesi e stranieri. Corridori forse non di gran nome, se si eccettua l’americano Sean Bennett, che ha trovato in extremis spazio dopo essere uno dei fuoriusciti dalla Qhubeka-Nexthash portando anche in dote una buona dose di punti. Con lui sono stati tesserati il sudafricano Willie Smit proveniente dagli spagnoli del Burgos-BH, gli olandesi Etienne Van Empel che faceva parte della disciolta Vini Zabù e Reinier Honig (Rmpoot), il decano della squadra con i suoi 38 anni e infine il francese Lucas De Rossi dell’altra formazione scomparsa, la Delko.

Fari sul movimento locale

Nella dichiarazione d’intenti data alle stampe, la China Glory annuncia di “voler ambire allo sviluppo di corridori cinesi per portarli a un adeguato livello internazionale e consentire a molti di loro di avere una proficua carriera”. C’è però qualcosa in più, che traspare tra le righe, un concetto al quale non può essere data troppa ufficialità considerando il rigido controllo sulla stampa locale.

Fra i 6 corridori cinesi c’è infatti anche Nazaerbieke Bieken, che nel suo passato vanta anche un paio di esperienze alla Mitchelton Scott e la cui particolarità è l’appartenenza alla minoranza Uiguri, come si evince anche dal nome. Stiamo parlando di una popolazione turcofona che vive nella provincia di Xinjiang e che è sottoposta a una feroce repressione etnica. Bieken è nato in Kazakhstan e i suoi genitori lo hanno portato in Cina a 8 anni. E’ rimasto molto legato alle sue origini, tanto che il suo idolo è Vinokourov olimpionico a Londra 2012, la sua vittoria lo ispirò. Averlo inserito in questo progetto rappresenta il tentativo di mandare un messaggio diverso proveniente dal mondo del ciclismo, considerando anche che, a parte qualche sporadico pugile, i ragazzi di quella popolazione hanno poche possibilità di affermarsi tramite lo sport.

Insieme al 27enne Bieken ci saranno anche i due ciclisti cinesi considerati i migliori esponenti locali, Xianjing Liu vincitore del Tour of China 2019 e pluricampione asiatico di Mtb, alla ricerca di un miglior futuro, economicamente parlando, grazie alla strada e di Xue Ming, campione nazionale a cronometro.

Marie 2020
Per lavorare in Cina, Lionel Marie ha lasciato l’Israel Start-Up Nation
Marie 2020
Per lavorare in Cina, Lionel Marie ha lasciato l’Israel Start-Up Nation

Una coppia francese

Tiallingii però non poteva certo fare tutto da solo e ha quindi coinvolto due francesi di provata esperienza: Lionel Marie, il diesse della squadra, è considerato uno dei più esperti del ciclismo transalpino, passato anche per la Cofidis dove ha guidato tra gli altri anche Amael Moinard, che condividerà l’aspetto manageriale del team con Tiallingii.

«Lo statuto è depositato e l’affiliazione all’Uci già ottenuta – ha dichiarato Moinard all’Equipemi è stato proposto di lavorare allo sviluppo di un’idea innovativa e ho risposto di sì con entusiasmo, per far sì che le grandi ambizioni si tramutino in realtà».

La squadra svolgerà per la maggior parte la sua attività in Asia, ma in estate è già prevista la partecipazione a più gare europee, per alzare il livello di qualità delle sfide in programma. E’ chiaro che per i non cinesi è una grande esperienza di vita, ma il ciclismo globalizzato di oggi richiede anche questi sacrifici.