Franco e Sabrina, dodici anni dopo, un tuffo nel cuore

06.02.2022
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«Oggi Franco per noi è com’era nel 2010 – sussurra Sabrina – diverso da com’è stato per i primi 2-3 anni dopo che è morto. Allora c’erano adrenalina e mille cose da fare, fra indagini e assicurazioni. I figli facevano sport per non pensare. Adesso finalmente in casa se ne può parlare, non è più un tabù…».

Matteo e Gianmarco Ballerini, gli splendidi figli di Sabrina e Franco (foto Facebook)
Matteo e Gianmarco Ballerini, gli splendidi figli di Sabrina e Franco (foto Facebook)

I due ragazzi

Il 7 febbraio del 2010, domani di dodici anni fa, ma come oggi di domenica. Ciascuno di noi ricorda esattamente dove fosse e cosa stesse facendo quando si diffuse la notizia che Franco Ballerini fosse morto. Un dolore difficile da descrivere, un finale impossibile da prevedere. Nella grande casa sulla collina il dolore impastò le storie di una vita, sotterrando tutto. Però il mondo cambia. I social ti portano in casa foto e ritratti di bambini diventati uomini e poi a loro volta genitori. Gianmarco e Matteo, il più grande e il secondo. E così oggi Sabrina Ricasoli, la moglie del Ballero, è nonna. E i suoi ragazzi sono le due meraviglie che Franco non perdeva occasione di mostrare nel suo telefono.

«Matteo – racconta – per tanto tempo non ha voluto parlare di ciò che nella sua vita è stato brutto. L’operazione e la morte di Franco. Non ne parlava e nemmeno chiedeva. A scuola si fece mandare dal preside, perché in una giustificazione c’era da mettere la firma del padre e lui non voleva dire che il suo babbo fosse morto. Gli somiglia tanto nelle movenze, come accavalla le gambe. Gianmarco invece ha le sue espressioni…».

Ti darei gli occhi miei

Stai parlando dei ragazzi, Sabrina, ma tu? Ascolta. Resta in silenzio. Il profumo del ricordo, cantava Guccini, cambia in meglio. E così a distanza di così tanto tempo quel che resta è la nostalgia: «Ti darei gli occhi miei – ha scritto giorni fa Sabrina su Facebook – per vedere ciò che non vedi, l’energia e l’allegria per strapparti ancora sorrisi».

«Mi rispecchio nei miei figli – dice – ho messo da parte la Sabrina, perché ho subito pensato di doverli proteggere. Non ho più avuto un compagno, ma ora che li vedo sereni, sono serena anche io. A volte penso a come sarebbe stato Franco come nonno e mi viene da ridere. Era vanitoso per quello cui teneva. Avrebbe mostrato di sicuro a tutto il mondo le foto di suo nipote, come mostrava quelle dei suoi figli o della moto».

Ma Scinto c’è

Il resto si è allontanato. Storie già viste, niente di cui meravigliarsi. Solo pochi sono rimasti, Scinto però c’è sempre stato.

«Il ciclismo è sparito velocemente – conferma – al di là di Luca non c’è più nessuno, se non il Team Franco Ballerini. Con lo Scinto siamo sempre stati amici al di là del ciclismo. Quando Matteo si è fatto male al ginocchio, lo ha portato lui dall’ortopedico. E poi continuo a sentire le mogli dei corridori toscani. La moglie di Tafi e la ex di Cipollini. Ho un bel rapporto con Michele e Alessandra Bartoli. E adesso che faranno l’apertura di stagione degli juniores con una gara intitolata a lui, andrò a vederla».

Cristian è figlio di Gianmarco, il nipote di Franco Ballerini (foto Facebook)
Cristian è figlio di Gianmarco, il nipote di Franco Ballerini (foto Facebook)

La moto e la pietra

E Franco, secondo te… che cosa si è perso Franco? S’è perso un mondo, pensiamo mentre Sabrina riflette. Non si può morire a quel modo a 46 anni, aveva ancora tante cose da fare.

«Si è perso i nipoti – dice – e non mi sembra poco. Si è perso la crescita dei figli, che ha lasciato bimbi e ora sono due uomini. Matteo non frequenta nessuno in paese, lavora fuori. Per cui quando va al supermercato, la gente resta senza parole per quanto gli somiglia e quanto è cresciuto. In garage c’è ancora la moto. A Gianmarco non piace, Matteo dice che è sua. E io gli ho detto che se non paga i bolli, la vendo. Non è più stata accesa, ma lui dice che non la vuole vendere. Che prima vuole farci un giro e che se poi non gli piace, allora se ne parlerà. Ma quel momento lo rimanda sempre.

«In casa c’è ancora tutto di Franco. La mattonella murata con la foto dell’ultima Roubaix, con lui che saluta nel velodromo. La pietra. La maglia. Lo studio con le foto. A me non serve andare ogni giorno al cimitero. Se voglio parlare ad alta voce con Franco e non essere presa per matta, non serve che esca. Ho quella mattonella…».

Ride. Le foto la ritraggono simpaticamente matta come sempre, ma nel fondo della voce quella luce non s’è riaccesa e Dio solo sa se tornerà a brillare. Che sia benedetta la vita. E forse guardando i suoi ragazzi, Sabrina avrà la forza di benedirla davvero. Anche se la verità, al di là di quello che vorresti e che sogni ogni notte, è che non puoi farci proprio niente.