Rapha Cycling Club: una Factor Monza esclusiva per il decennale

20.08.2025
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L’essenza del ciclismo si fonde con l’arte visionaria in una collaborazione unica. Rapha, il marchio anglosassone che per certi versi ha riscritto le regole del ciclismo, celebra alla grande il decimo anniversario del suo esclusivo Rapha Cycling Club (RCC). Per l’occasione, l’azienda ha in programma di lanciare una collezione in edizione limitata, creata in collaborazione con il leggendario artista e graphic designer David Carson.

Il Rapha Cycling Club non è solo un club, è una comunità globale di appassionati. I suoi membri condividono la passione per la bicicletta. Oltre 4.000 uscite organizzate ogni anno dai 22 Clubhouse Rapha sparsi per il mondo. Oltre 4,8 milioni di chilometri percorsi insieme lo scorso anno. Il club offre tracciati e uscite per ogni livello e ambizione. A guidare le pedalate, una rete di Ride Leader esperti garantisce sicurezza e divertimento.

I dieci anni di RCC, Rapha Cycling Club, meritano adeguata celebrazione (© CaitOppermann)
I dieci anni di RCC, Rapha Cycling Club, meritano adeguata celebrazione (© CaitOppermann)

Una fusione di ciclismo e design

La storia di Rapha è costellata di collaborazioni con artisti di fama internazionale. Nomi come Kelly Anna, Yoon Hyup, María Medem e Geoff McFetridge hanno contribuito a plasmare l’estetica del marchio. In questo percorso, David Carson si inserisce con la sua inconfondibile audacia. Pioniere del graphic design, Carson è noto per il suo approccio anti-convenzionale. La sua filosofia, basata sull’istinto e sulla libertà espressiva, si riflette perfettamente nello spirito vibrante e coeso del Rapha Cycling Club.

«E’ stato stimolante scoprire quanti creativi fossero legati a Rapha York – ha dichiarato David Carson -sia a Los Angeles che a New. Il marchio attrae un gruppo di persone così eterogeneo. La loro innovazione, l’autenticità e la loro ricca storia creativa sono evidenti nel modo in cui altri ciclisti ne parlano».

Un’opera d’arte su due ruote

La collaborazione si estende oltre l’abbigliamento e gli accessori. Rapha si è difatti unita a Factor Bikes, presente nel professionismo con la Israel Premier Tech, per creare un’edizione speciale della bicicletta da corsa Monza. Un modello unico, disegnato personalmente da David Carson. La Factor Monza è una bici pensata per le alte prestazioni. Leggera e reattiva, rappresenta l’apice dell’ingegneria ciclistica.

«Sono da tempo un ammiratore e collezionista del lavoro di David Carson – ha ammesso Rob Gitelis, il fondatore di Factor Bikes – e vedere nascere questa collaborazione mi riempie di gioia. Sono impaziente di vedere queste opere d’arte su ruote sulle strade di tutto il mondo».

Questa edizione speciale della Factor Monza sarà la prima bicicletta Rapha + Factor disponibile per la vendita al pubblico. Da oltre un anno, le biciclette Factor sono disponibili a noleggio per i membri del club nei Clubhouse Rapha.

La Factor Monza dedicata a Rapha, con le “cattivissime” ruote Black Inc (© CaitOppermann)
La Factor Monza dedicata a Rapha, con le “cattivissime” ruote Black Inc (© CaitOppermann)

La collezione RCC + David Carson sarà disponibile in esclusiva per i membri del Rapha Cycling Club a partire dal 26 agosto. Per celebrare i dieci anni del club, Rapha offre anche una possibilità unica. Sarà difatti possibile vincere una delle dieci biciclette Factor Monza in una finitura cromata super limitata. I membri attivi del club possono partecipare al concorso online entro il 2 settembre.

La gamma di biciclette Factor è distribuita in Italia e in esclusiva dalla commerciale reggiana Beltrami TSA (www.beltramitsa.it).

Factor Bikes

Black Inc

Suzuki Bike Day: il “Tempio della Velocità” apre le porte ai ciclisti

22.05.2025
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Il Suzuki Bike Day è una manifestazione nata per far capire che biciclette e automobili possono condividere gli stessi spazi. Alla base ci devono essere il rispetto reciproco e la consapevolezza che non si va in strada pensando di essere protagonisti, ma co-attori. Il ciclismo che incontra gli autodromi, un binomio nato sei anni fa con i mondiali di Imola e poi portato avanti da Suzuki. 

Per i primi anni il palcoscenico è stato proprio il circuito intitolato a Enzo e Dino Ferrari. Ora lo scenario cambia e si passa al “Tempio della Velocità”. Questo infatti è il soprannome dato al circuito di Monza da piloti e appassionati di motori. Il Suzuki Bike Day non rimane un evento circoscritto all’interno della lingua d’asfalto riservata allo spettacolo della Formula Uno. L’obiettivo è quello di offrire a chi pedala un paesaggio e un panorama sempre nuovo, la bici è anche un mezzo in grado di farci scoprire luoghi diversi. 

Davide Cassani insieme a Massimo Nalli, presidente e CEO di Suzuki Italia, durante la presentazione del Suzuki Bike Day 2025 a Monza
Davide Cassani insieme a Massimo Nalli, presidente e CEO di Suzuki Italia, durante la presentazione del Suzuki Bike Day 2025 a Monza

Il percorso

E’ stato presentato nelle scorse settimane, in via ufficiale, il percorso di questa quinta edizione del Suzuki Bike Day e possiamo definirlo: un tuffo nel verde della Brianza. Una terra legata al ciclismo, tanto da ospitare una delle gare più iconiche del finale di stagione italiano: la Coppa Agostoni. Gara che nel corso degli anni ha acquisito proprio il soprannome di Giro delle Brianze. Un continuo sali e scendi dai colli che danno il nome a questa fetta d’Italia, i colli Briantei

Per farci raccontare la magia di queste strade che regalano sempre grande spettacolo siamo andati da Alessandro Rolandi, presidente della società che organizza la Coppa Agostoni: la SC Mobili Lissone. 

«Unire l’Autodromo Nazionale di Monza alla Coppa Agostoni – ci dice – è un modo perfetto per rappresentare i simboli sportivi della Brianza. E’ bello sapere che il Suzuki Bike Day toccherà uno dei punti simbolo della corsa, ovvero la salita del Lissolo. Punto nevralgico a livello strategico, ma anche immerso nella Brianza e nel suo verde. Il versante che i ciclisti e cicloturisti affronteranno in salita offre uno sguardo su un panorama davvero suggestivo. Negli ultimi anni grazie anche all’onorevole Roberto Pella noi organizzatori siamo chiamati a promuovere ancora di più il territorio che ospita la corsa e ciò che farà il Suzuki Bike Day è una bella iniziativa e ce ne vorrebbero tante altre».

La voce dei protagonisti

Il benvenuto all’Autodromo di Monza è arrivato anche dalle parole di Massimo Nalli, presidente e CEO di Suzuki Italia. 

«Apriamo le porte del grande Autodromo di Monza ad una giornata in sella e sui pedali – ha dichiarato Nalli – non bisogna stupirsi che un’azienda come Suzuki promuova la mobilità condivisa e inviti tutti gli utenti della strada a una convivenza rispettosa. Automobilisti, motociclisti e ciclisti sono, spesso, le stesse persone, che scelgono di utilizzare un mezzo di trasporto diverso a seconda dei desideri e delle esigenze specifiche di un particolare momento. Lo scopo del Suzuki Bike Day è far convivere questi due mondi, che hanno più punti di contatto che punti di attrito».

Il circuito di Monza dopo qualche anno riaprirà anche ai ciclisti in giornate dedicate, il Tempio della Velocità si sta sempre più unendo al ciclismo e ai suoi appassionati. Lo ha sottolineato anche Viviana Guidetti, Assessore a Biblioteche, Sport e manutenzione impianti sportivi, Igiene ambientale del Comune di Monza.

«La città di Monza si sta aprendo agli sport e tutte le iniziative che si tengono anche in Autodromo, sono benvenute. Da maggio l’Autodromo è stato riaperto ai ciclisti e il Suzuki Bike Day è perfettamente in linea con la nostra politica. Questa manifestazione coinvolge tra l’altro un vasto territorio, creando sinergie tra i comuni e spingendoli a lavorare in modo integrato, secondo un modello virtuoso e da replicare».

La maglia ufficiale del Suzuki Bike Day 2025 è stata disegnata da Alé Cycling
La maglia ufficiale del Suzuki Bike Day 2025 è stata disegnata da Alé Cycling

Iscrizioni

L’appuntamento è quindi per sabato 14 giugno con partenza alle 9. La quota di partecipazione è libera e parte da un minimo di 15 euro per l’iscrizione standard, cifra valida fino al 31 maggio. Nel mese di giugno la quota minima sale a 20 euro. Ogni quota verrà destinata a finanziare le attività del Dynamo Camp.

La quota di partecipazione standard comprende:

  • Pacco gara
  • Frontalino con nome o nickname (deadline per personalizzazione: 3 giugno)
  • Copertura assicurativa
  • Punti ristoro, compreso un ristoro finale in circuito
  • Assistenza sanitaria
  • Assistenza meccanica

In ogni momento i partecipanti potranno scegliere di versare la quota Premium, che prevede una maggiorazione di 20 euro della quota standard, ricevendo oltre al pacco gara l’esclusiva maglia tecnica realizzata da Alé Cycling e ideata in co-design con Suzuki.

Suzuki Bike Day

Nuova Factor Monza, la sorellina della Ostro VAM

24.04.2025
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Ecco la nuova Factor Monza, una bici che eredita molte delle caratteristiche di design della sorella maggiore Ostro VAM (è simile, ma non uguale) e ha l’obiettivo di completare (con un occhio al prezzo) il segmento racing di Factor.

Rispetto alla Ostro VAM, la nuova Factor Monza ha geometrie meno tirate che strizzano l’occhio ad un maggiore comfort in sella, cambia ovviamente il tipo di carbonio. Entriamo nel dettaglio della Monza.

Il claim di Factor, presente su ogni bici
Il claim di Factor, presente su ogni bici

Factor è prima di tutto un produttore

«E’ necessario sottolineare che Factor è un produttore di bici – ci dice John Esben, responsabile di Factor Europe – significa che l’azienda non si affida a terze parti per la progettazione, sviluppo e costruzione. Il nostro claim, Never Status Quo, ripreso anche per la nuova Monza, identifica al meglio il concetto che usiamo per ogni bici.

«E’ la ricerca continua del miglioramento – conclude Esben – che si traduce con il design e nuove tipologie di applicazione del carbonio. Monza non è da meno, anche se per Factor rappresenta qualcosa di diverso rispetto alla Ostro VAM».

Una sorta di bici all-round per differenti tipologie di utenza

Come è fatta la nuova Monza

Se in una ipotetica categorizzazione la Ostro VAM è la F1 del catalogo Factor, la Monza è identificabile come una sorta di granturismo. E’ una bici che mostra delle marcate caratteristiche racing, efficiente, aerodinamica ed affidabile su terreni differenti, meno costosa alla produzione, meno costosa per il cliente finale.

Frame e forcella sono completamente in carbonio, con un layup meno estremo della Ostro VAM. E’ studiato per ottenere un bilanciamento ottimale tra rigidità e peso. Anche le forme delle tubazioni giocano un ruolo fondamentale in questo. La scatola del movimento centrale adotta le sedi T47 ed il reggisella è specifico Factor, con volumi più abbondanti rispetto a quello in dotazione alla Ostro VAM. L’integrazione è davvero importante e non si riferisce solo a cavi e guaine dello sterzo. Monza porta in dote un vano porta-oggetti posizionato sotto il portaborraccia dell’obliquo. C’è il forcellino UDH. Ed il supporto del deragliatore può essere rimosso.

Disegno e forme

Le prime differenze da sottolineare si riferiscono a tutto il comparto frontale. Il profilato dello sterzo e l’orizzontale sono più voluminosi. La testa della forcella e la zona della sede inferiore dello sterzo adottano una semplificazione maggiore, sempre se messe a confronto con Ostro VAM.

La chiusura del reggisella è perfettamente integrata nel punto di inserzione tra piantone ed orizzontale. Infine i due stay obliqui del carro, che utilizzano un innesto maggiormente spanciato verso l’esterno e la superficie posteriore del piantone che è più ampia (rispetto alla Ostro VAM). C’è un manubrio integrato full carbon che adotta il suffisso HB04. Ha un reach di 75 millimetri ed un’altezza di 115 millimetri, con una svasatura esterna (flare) di 8°.

Taglie, allestimenti e prezzi

Le taglie disponibili sono sei: 48, 52 e 54, 56, 58 e 61. Monza è caratterizzata (oltre al resto) da un carro posteriore corto: 405 millimetri, che diventano 408 e 410 rispettivamente nelle misura più grandi, 58 e 61. Sono tre le livree cromatiche disponibili, green gloss metallic, blue e bianco perlato.

Due gli allestimenti a disposizione, uno sulla base di Shimano Ultegra Di2 (7.999 euro di listino) e uno con base Sram Force con power meter Quarq (8.299 euro di listino). Tutti i modelli montano le ruote Black Inc 45, con cerchi in carbonio e raggi in acciaio.

Factor

Bike Passion… il meglio per passione!

03.08.2023
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MONZA – “Il meglio per passione!”. E’ questo lo slogan scelto da Bike Passion per presentarsi al pubblico. Stiamo parlando di un’azienda tedesca, ma con un’anima fortemente italiana, specializzata nella commercializzazione di brand che offrono prodotti davvero unici. Per capire fin da subito di quale tipologia di prodotti stiamo parlando, basta citare il marchio Lightweight, le cui ruote ancora oggi rappresentano il desiderio non molto velato di tanti ciclisti.


Per conoscere meglio la realtà Bike Passion, siamo venuti a Monza per incontrare Andrea Rovaris, Product Marketing and Sales dell’azienda.

Staff Bike Passion a Eurobike: da sinistra Giovanni Mastrosimone, Claudia Raggi, Dino Favoino, Andrea Rovaris
Staff Bike Passion a Eurobike: da sinistra Giovanni Mastrosimone, Claudia Raggi, Dino Favoino, Andrea Rovaris

Per quanti ancora non conoscono la realtà Bike Passion, da dove vogliamo iniziare?

Dal 2005. Anno in cui nasce Bike Passion, che è la scommessa, vera e propria, di Giovanni Mastrosimone. Una scommessa, ad oggi, sicuramente vinta. A quell’epoca Giovanni lavorava nel campo dell’automotive e gli venne proposto di iniziare a occuparsi delle ruote Lightweight in Italia. Fino a quel momento nessuno ne sapeva niente, anche se le ruote Lightweight avevano già avuto un debutto nel mondo dei professionisti e fu un debutto vincente. Pochi infatti sanno che, quando Johan Museeuw nel 1996 divenne campione del mondo a Lugano, aveva proprio delle Lightweight.

Inizialmente avete avuto delle difficoltà nel farle conoscere?

Ho parlato volutamente di scommessa in quanto nel 2005 Lightweight era un marchio sconosciuto e, per di più, le nostre ruote erano estremamente costose, e lo sono ancora per la verità. Soprattutto, eravamo in un periodo in cui non esistevano i social media e quindi era davvero molto complicato farsi conoscere. La spinta iniziale fu che, proprio in quel periodo, gli atleti più forti iniziarono ad acquistare di tasca propria le nostre ruote, che erano di gran lunga più leggere e performanti rispetto a quelle che avevano in dotazione nelle loro squadre. 

Questo che cosa comportò?

Il gap prestazionale fu così ampio, che l’ingresso del marchio Lightweight nel mondo del professionismo costrinse le aziende che producono ruote e componenti a mettere a punto contratti di fornitura “blindati” per le squadre, per evitare di vedere gareggiare i loro atleti con prodotti di un altro brand. In un certo senso, si può dire che l’impostazione degli attuali accordi di sponsorizzazione tecnica sia stata indirettamente plasmata da Lightweight.

Una piccola curiosità: nel 1996 Musseeuw vinse il mondiale con le ancora sconosciute ruote Lightweight
Una piccola curiosità: nel 1996 Musseeuw vinse il mondiale con le ancora sconosciute ruote Lightweight
Oggi Bike Passion non significa solo Lightweight, ma anche altri brand. In attesa di poterli conoscere in maniera più approfondita, ci può descrivere con una frase ogni singolo marchio?

Lightweight, tecnologia per andare nello spazio, condensata in una coppia di ruote. SLF Motion, la ricerca spasmodica della riduzione degli attriti. Schmolke Carbon, il primo costruttore di manubri da corsa in carbonio. Stoll, biciclette in cui tutto è esasperato e minimale. SWI, dal mare alla strada attraverso l’utilizzo di carbonio nato per le vele più evolute al mondo. Revoloop, poliuretano evoluto, leggero e riciclabile. THM, artigianalità e qualità ai massimi livelli.

Cosa accomuna fra loro tutti questi marchi?

Dietro a ciascun marchio ci sono costruttori che producono con un livello tecnico “esasperato”, di difficile o impossibile industrializzazione e che, per questo, sostengono costi di realizzazione estremamente elevati, come le performance dei loro prodotti.

Prodotti non per tutti…

Siamo noi per primi ad essere consapevoli che il nostro sia un portfolio di oggetti costosi. Dobbiamo però tenere presente che ogni prodotto è il risultato di un processo lungo, complesso, estremamente curato. Dalla progettazione, fino ai materiali utilizzati, rappresentiamo aziende che tendono ad evitare scorciatoie e, inevitabilmente, tutto questo influisce sul prezzo finale. Il nostro obiettivo è anche quello di far capire alle persone che il costo dei nostri prodotti è determinato dal lavoro che racchiudono e che, di conseguenza, ne rispecchia il valore tecnico.

Davvero nessuna scorciatoia…

Non sarà mai possibile realizzare una ruota Lightweight o un telaio Stoll attraverso un processo industriale. Il costo elevato è dovuto principalmente a questo.

Una nostra visita allo stand di Bike Passion a Eurobike e due parole con Andrea Rovaris
Una visita allo stand di Bike Passion a Eurobike e due parole con Andrea Rovaris
Come scegliete i brand con i quali collaborare?

Possiamo tranquillamente dire che ci permettiamo il lusso di lavorare con i brand che ci piacciono. Quelli che ci fanno innamorare dei loro prodotti.

Come avviene la selezione?

Tra le mansioni che ricopriamo Giovanni Mastrosimone ed io, c’è proprio il compito di selezionare i marchi che, per le loro caratteristiche, si adattano alla filosofia Bike Passion. Intuito il potenziale di una soluzione tecnica, c’è il test del prodotto su strada, il vero termometro di un prodotto. Infine il primo contatto con l’azienda, spesso informale, per verificare che ci sia una compatibilità di intenti e anche affinità personale. La collaborazione con SLF Motion, ad esempio, è nata guardando la Strade Bianche. Da una chiacchierata sulla corsa, siamo finiti col far debuttare SLF Motion al World Tour, con il Astana Qazaqstan Team.

Come è strutturata la vostra realtà?

La nostra sede è a Suessen a circa 50 chilometri da Stoccarda. Possiamo tranquillamente affermare che abbiamo una struttura agile. Siamo infatti in cinque. Oltre a Giovanni Mastrosimone, che ne governa il timone, Bike Passion può contare su un account manager, un addetto all’assistenza e un direttore operazioni che coordina il magazzino, evasione degli ordini e quant’altro. Infine ci sono io.

Di cosa si occupa Andrea Rovaris?

Oltre a ricoprire la carica di Product Marketing and Sales, provo per primo i prodotti che abbiamo intenzione di commercializzare. Dopotutto, ho più di 20 anni esperienza come collaudatore nel settore. Vogliamo infatti essere sicuri della reale qualità ed efficienza, perché siamo convinti che ogni singolo componente debba contribuire a rendere migliore la prestazione dell’utilizzatore finale, sia un professionista o un semplice praticante.

Il marchio di biciclette Stoll è ideato perché tutto sia “minimal”
Il marchio di biciclette Stoll è ideato perché tutto sia “minimal”
Chiudiamo con un’ultima domanda relativa alla vostra presenza alla recente fiera di Eurobike. Perché avete deciso di presentarvi a Francoforte con un vostro stand?

La nostra presenza a Eurobike può essere considerata come un ulteriore passo in avanti nel nostro processo di internazionalizzazione. Ormai Bike Passion ha intrapreso un percorso che la sta portando a rappresentare i propri marchi, anche al di fuori di Italia e Svizzera. Alla Spagna, aggiunta di recente, seguiranno prossimamente altri Paesi: Eurobike ci è servita per presentarci ai mercati su cui non ci siamo ancora affacciati.

Un impegno ambizioso?

Uno sforzo organizzativo non indifferente, ma il risultato ottenuto ci ha pienamente soddisfatti e ulteriormente incoraggiati. Siamo una realtà consolidata da quasi vent’anni, ma che vuole crescere ancora.

Bike Passion