Se si va a guardare la tabella dei risultati di Mona Mitterwallner si fa fatica a trovare nella casella della posizione un numero diverso da 1. La giovane austriaca della Trek-Vaude, ha vinto praticamente tutte le gare a cui ha partecipato, tranne cinque. Ma solo una volta non è salita sul podio. E’ avvenuto in una gara, tra l’altro abbastanza piccola e di casa, in cui ha concluso al quarto posto (peggior risultato dell’anno).
L’austriaca ha vinto: coppa del mondo, campionato europeo, campionato del mondo e campionato del mondo Marathon. Per trovare un qualcosa di simile bisogna andare a scomodare vere regine della Mtb, Pauline Ferrand-Prevot e Jolanda Neff. Solo che loro hanno fatto tutto ciò ad un’età ben più matura. Non a 19 anni!
Sorpresa agli europei
Alla luce di questi eccellenti risultati la federciclo austriaca ha deciso di schierare agli europei di Trentino 2021 due biker, Laura Stigger e appunto lei. Entrambe due biker e entrambe nella gara U23, vinta dalla nostra Silvia Zanardi. Mona, al primo anno nella categoria e alla prima vera esperienza internazionale su strada ha colto un 11° posto. Al che sono scattate le sirene “dell’asfalto”.
Su questo vero talento tirolese sono arrivate delle proposte. A muoversi per prima, sembra, sia stata proprio Trek, che ha il team WorldTour femminile con la Trek-Segafredo appunto. E da lì si sono mossi anche i procuratori Carera. Al momento però non c’è nulla di fatto, almeno così sembra. Anche perché a bloccare il tutto pare sia stata la Mitterwallner stessa.
Mona infatti è una “biker inside” e per il momento alla strada non ci pensa. Anche se qualcosa deve essere successo immediatamente a quella gara. E qualche proposta che l’ha fatta vacillare le è arrivata per davvero.
«Ho concluso all’11° posto la mia seconda gara su strada – aveva scritto sulla sua pagina Instagram qualche giorno dopo l’europeo – ma non devo essere arrabbiata. Ho dei conti in sospeso nella testa. Penso che prendere decisioni sia un aspetto della vita che può davvero preoccuparti e ho la sensazione di doverne prendere di grandi al momento. Per me la priorità numero uno sarà sempre il ciclismo, ma questo non svanisce i miei pensieri sulle scelte che devo fare». Insomma un indizio non da poco.
Nel guscio…
Voci provenienti dal circus della Mtb dicono che la 19enne di Silz, paesino a 40 chilometri ad Ovest di Innsbruck, lungo il fiume Inn, abbia rifiutato persino il passaggio alla Trek-Factory di Mtb, vale a dire il team controllato dalla casa madre. E sì perché il Trek-Vaude, come il nostro Team Trek-Pirelli per capirci, fa riferimento al distributore nazionale, in questo caso a Trek Germania. Trek è “solo” lo sponsor tecnico.
La squadra è gestita da Bernd Reutemann, team manager tedesco 51 enne. Un cuoco di formazione ma un imprenditore a tutto tondo di fatto. Un tipo istrionico come il suo “collega” della Bora-Hansgrohe, Ralph Denk.
«Ho messo su il team nel 2019 e l’ho ricreato in questo inverno – ha detto Reutemann in tempi non sospetti – Sembrava un momento folle visti i tempi, ma ho scelto gente giusta e motivata. Quello che ha fatto quest’anno Mona è un qualcosa d’incredibile».
Chi conosce Reutemann ci dice di una persona davvero buona con chi gli sta attorno, un “filantropo” ed è forse per questo che la Mitterlwallner non vuole uscire ancora dal guscio e restare in questo ambiente che la fa sentire protetta e che comunque le fornisce ogni tipologia di supporto. Per esempio il team non doveva andare in America per la chiusura della Coppa del mondo, ma un po’ per la pressione di Trek, e un po’ per farle fare l’en-plein hanno preso l’aereo per la gara Oltreoceano.
Pensando a Parigi
In realtà la motivazione principale che spinge la Mitterwallner a non compiere il grande salto si chiama Olimpiadi. L’austriaca ha dichiarato che tra i suoi sogni c’è quello di partecipare, ma probabilmente adesso anche di vincere, l’oro più prestigioso.
Lei vorrebbe restare in Mtb fino a Parigi e poi eventualmente cambiare. In quel caso avrebbe appena 23 anni e tutto il tempo di fare molto anche su strada. Magari pensando a qualche apparizione in più nel corso di queste tre stagioni (ormai due di fatto) che ci separano dai prossimi Giochi.
Il fatto che squadre, sponsor e procuratori si siano attivati immediatamente per portare la ragazza su strada ci dice quanto sia importante nel ciclismo di oggi la corsa ai giovani. Bisogna arrivarci e arrivarci prima degli altri. Il talento non va sprecato. Questo non significa necessariamente che vada sfruttato o che sia visto come una “macchina da soldi” (forse un’espressione sin troppo forte), ma è un dato di fatto che la corsa ai baby fenomeni sia in pieno atto.
L’occhio dell’esperto
Tuttavia quando si parla di ragazzi così giovani, specie se donne, il rischio è molto elevato.
«Anche Jenny Risveds – ci dice Andrea Sabbadin giornalista di Pianeta Mountain Bike che segue da vicino gli atleti – aveva vinto tutte le gare di Coppa del Mondo U23 e aveva primeggiato in altre discipline. Idem la sua connazionale Laura Stigger (di due anni più grande, ndr), ma poi o si sono perse, come la svedese che dopo l’oro di Rio si è anche ritirata per un periodo. Oppure non hanno continuato a rendere nello stesso modo».
«Inoltre va considerata una cosa – continua Sabbadin – Oltre ad essere una “bambina” di età, la Mitterwallner è anche molto esile fisicamente. E’ magrissima, in questo caso ricorda moltissimo un’altra biker, Yana Belomoina. Anche lei ha vinto moltissimo in una stagione e poi si è arenata. Per dire che comunque serve anche un fisico che tenga alla lunga. Non è facile fare investimenti su atlete che sono sì fortissime, ma anche molto acerbe. Con le donne è più rischioso. In tante hanno vinto marathon e cross country e hanno fatto bene anche su strada, ma è un qualcosa che è avvenuto nel tempo, come per la Prevot.
«Da quel che so io, Mona resta almeno un altro anno nel team attuale. Poi non so se passerà a quello Factory e da lì avrà rapporti anche con quello su strada».