Nicolas Gomez: dalla Colombia la storia di un velocista atipico

11.03.2022
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Ogni volta che cerchiamo il nome di Nicolas David Gomez Jaramillo sul web per avere sue informazioni troviamo sempre delle foto che lo ritraggono sorridente. E’ arrivato in Italia, al Team Colpack Ballan, all’inizio della stagione 2019, questa è la quarta stagione con il team bergamasco. Non poteva cominciare meglio, due vittorie in due giorni: prima al Memorial Polese e poi al Gp De Nardi (foto Facebook del team in apertura).

L’abbraccio dopo l’arrivo per festeggiare la vittoria del G.P De Nardi (foto Facebook/Colpack)
L’abbraccio dopo l’arrivo per festeggiare la vittoria del Gp De Nardi (foto Facebook/Colpack)

L’inizio complicato

«Appena arrivato in Italia – incalza Nicolas – ho avuto alcune difficoltà nell’adattarmi al modo di correre che c’è qui. E’ un ciclismo più aggressivo e le squadre erano molto più organizzate di come ero abituato in Colombia. Continuavo a domandarmi se fossi stato all’altezza dell’impegno preso. Per fortuna c’erano in squadra con noi diversi elite che mi rassicuravano e mi hanno aiutato molto ad ambientarmi».

«Con la squadra mi sono trovato subito bene, sono sempre stato circondato da persone buone e gentili. Ho vissuto, e vivo ancora, nell’appartamento dedicato ai corridori in ritiro. Fino allo scorso anno c’era con noi una signora che mi aiutava nelle faccende domestiche, agli inizi mi faceva un po’ da mamma. Un altro fattore che mi ha aiutato a stare bene qui è stata la costante presenza di Gianluca (Valoti, ndr) e Rossella Dileo, con loro mi sono sempre sentito tranquillo».

Il sorriso di Nicolas contagia i compagni di squadra ed il team (foto Facebook/Colpack)
Il sorriso di Nicolas contagia i compagni di squadra (foto Facebook/Colpack)

Un mentore di fiducia

Gianluca Valoti ci ha detto che a scoprire il talento di Nicolas è stato Matxin, tecnico e talent scout della UAE Team Emirates, uno che difficilmente sbaglia ad inquadrare un corridore.

«A Matxin sono sempre piaciuti i corridori colombiani – riprende Nicolas – a quel tempo era in Quick Step. Aveva un bel rapporto con il mio diesse in Colombia così ha deciso di mettermi alla prova in Europa. Sono venuto a correre in Spagna al mio ultimo anno da junior, al team Plataforma Central Iberum. Matxin mi aveva detto che se avessi ottenuto dei buoni risultati sarei venuto a correre nella miglior squadra italiana under 23, e così è stato».

Per Gomez un weekend da ricordare, iniziato con la vittoria al Memorial Polese (foto Facebook/Colpack)
Per Gomez un weekend da ricordare, iniziato con la vittoria al Memorial Polese (foto Facebook/Colpack)

L’Italia e il sogno WorldTour

Qui da noi Nicolas si è sempre trovato bene, con un modo di parlare, condito dall’accento colombiano, che ti invita a conoscerlo sempre di più. Lui in Italia è rimasto anche quando è arrivato il covid e non è stata una parentesi facile. 

«Quando è arrivato il covid ero molto preoccupato – riprende con un tono di voce più grave Gomez – noi viviamo ad Almè in provincia di Bergamo, la zona più colpita dalla pandemia. Non era bello, anzi lo definirei traumatico, la casa si affaccia sulla strada provinciale e il rumore delle sirene era costante e scandiva le nostre giornate. Poi, dopo qualche mese, il virus è arrivato anche in Sud America e lì ho temuto per la salute della mia famiglia».

«In Italia però mi sono sempre trovato bene, la considero la mia seconda casa, l’anno scorso ho avuto la possibilità di passare pro’ con un team professional spagnolo ma ho deciso di rifiutare. Per due motivi: il primo è che non immagino la mia vita lontano dall’Italia, il secondo è perchè tutti noi corridori ambiamo a passare in una squadra WorldTour, sentivo di avere ancora qualcosa in più da dare e le prime gare mi hanno dato ragione». 

Quella che è iniziata è la quarta stagione in maglia Colpack per Gomez (foto Facebook/Colpack)
Quella che è iniziata è la quarta stagione in maglia Colpack per Gomez (foto Facebook/Colpack)

Velocista moderno

Nicolas pesa solamente 64 chili, eppure appartiene alla categoria dei velocisti, un fisico leggero abbinato ad un ottimo spunto veloce. Il che fa di lui un velocista moderno.

«Ne parlavo proprio oggi con il mio allenatore – dice Nicolas – non esistono più i velocisti di pura potenza, come Greipel o Kittel. Ora i percorsi sono mossi e bisogna adattarsi, infatti la mia non è una gamba da velocista puro, anzi. Ma il mio rapporto peso/potenza mi permette di fare bene negli arrivi che vanno leggermente all’insù (come quello del G.P. De Nardi, ndr) cosa che preferisco anche perché il gruppo arriva più scremato e si rischiano meno cadute.

Il corridore colombiano incarna la descrizione del velocista moderno: performante anche sui percorsi mossi (foto Facebook/Colpack)
Il corridore colombiano è performante anche sui percorsi mossi (foto Facebook/Colpack)

«E’ il classico ragazzo sudamericano – conclude Gianluca Valoti, diesse del team Colpack – sempre felice e pronto alla battuta, allo stesso tempo è un po’ permaloso, ma è bello averlo intorno. Fa molto bene al gruppo ed in questi quattro anni con noi è sempre stato benvoluto da tutti. Non sai mai cosa aspettarti da uno come lui, ama fare scherzi, d’estate è difficile non beccarsi un gavettone proveniente dalle sue mani (ride, ndr)».