MCipollini Dolomia e RB1K AD.ONE, due missili per i “Bardiani boys”

24.01.2022
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MCipollini Dolomia e MCipollini RB1K AD.ONE sono i “cavalli di battaglia” della Bardiani Csf Faizanè per questa stagione, iniziata ieri sulle strade della Clasica Comunitat Valenciana 1969. Continua dunque la collaborazione tra il brand legato alla famiglia Zecchetto e la squadra della famiglia Reverberi.

Una partnership che negli anni ha visto successi importanti e la presenza nelle maggiori corse italiane, a partire dal Giro. Scopriamo più nel dettaglio questi due modelli. 

Dolomia, versatilità top

Partiamo dalla Dolomia, la bici che, anche per nome, evoca le grandi salite dolomitiche ed è quindi dedicata agli scalatori. Anche se c’è subito da fare un chiarimento. Più che la bici per la salita questa è la bici più versatile. Pensate che è stata la prima scelta di ben 16 corridori su 22. Tra questi anche capitan Giovanni Visconti.

Cerchiamo pertanto di capire perché questa bici è così gettonata.

Si tratta di un telaio in fibra HD rifinito in 3K che punta tutto sulla leggerezza. Pensate che nella taglia pesa M l’ago della bilancia si ferma a 780 grammi (chiaramente forcella esclusa). Davvero un qualcosa di eccellente, se si pensa che si tratta di una bici per freno a disco.

Peso leggero, okay, ma non a discapito della rigidità. Questo è un aspetto che in una bici ideata e pensata da Mario Cipollini non verrà mai meno. Fu lo stesso Re Leone lo scorso anno durante il ritiro del “Greenteam” a dirci che la rigidità, e di conseguenza la reattività, non sarebbero mai mancate su una sua bici. Anche in quelle per la salita. La reattività infatti è stata un pilastro della sua carriera.

Ogni Dolomia ha una sezione dei tubi diversa per ogni taglia. Una scelta la cui finalità è quella di mantenere inalterate le qualità di rigidità al variare dei centimetri dei tubi. In questo modo, il carro posteriore, mantiene la sua lunghezza di 410 millimetri in tutte le taglie (come la AD.ONE).

Reattività e comfort sono possibili anche grazie alla tecnologia TCM (True Carbon Monocoque), che permette la perfetta connessione del carro posteriore, appunto, con gli altri due fulcri di stress a cui è chiamato il telaio stesso, vale a dire il movimento centrale e il tubo di sterzo. In pratica l’assenza “d’incollaggi” e uno ispessimento del materiale la rendono un vero “sasso”.

RB1K AD.ONE, quasi da crono

E dalla bici leggera passiamo a quella per i velocisti, la bici che più risponde alla personalità e alle caratteristiche del campione del mondo di Zolder 2002: la MCipollini RB1K AD.ONE, la bici aero. E non a caso Filippo Fiorelli e Sacha Modolo scaricheranno i loro tanti watt su questo modello.

Come i maggiori team WorldTour, anche in Bardiani i corridori hanno a disposizione due bici: quella “da salita” e quella appunto aero. Una scelta che non è solo legata al marketing ma anche alle necessità imposte da medie orarie sempre più elevate. “Fiumi” di dati, hanno ormai certificato come anche in tappe di 2.000-2.500 metri di dislivello la componente aerodinamica sia preponderante su quella del peso.

Ebbene, la RB1K AD.ONE risponde a queste esigenze. Si tratta sempre di un telaio monoscocca ma stavolta la fibra utilizzata è ancora più pregiata. Si tratta infatti della T1000, tra le più rigide in commercio.

Ogni tubo ha un disegno per il quale si è pensato ad ottimizzare lo scarico dell’aria. La sezione dei tubi è alquanto marcata verticalmente, tanto che il profilo della bici è massiccio. Quasi da sembrare pesante. Invece il peso del telaio è di 1.010 grammi.

All’anteriore, in corrispondenza del tubo di sterzo, l’angolo interno forma quasi una carenatura tra obliquo e orizzontale. Un qualcosa che sarebbe proibito dai regolamenti UCI, ma derivando dai tubi stessi è una soluzione del tutto lecita. I vantaggi aerodinamici sono concreti.

Discorso simile vale per il carro, ma qui più che la sezione dei tubi (drittissimi e “triangolareggianti”), a colpire è l’attacco dei pendenti sul tuo piantone. Un attacco abbastanza basso e robusto che rendono la RB1K AD.ONE una vera freccia.

La trasmissione della forza dai pedali alla ruota posteriore è pressoché istantanea. Anche in questo caso, l’aerodinamica è super ricercata. Merito del tubo piantone che ha una protuberanza verso la ruota posteriore che riduce al massimo gli spazi e quindi le turbolenze.

Integrazione totale

Infine per due telai tanto pregiati la componentistica non poteva essere da meno. Partiamo dal gruppo: lo Sram Red AXS con misuratore di potenza Quarq. Tutto senza fili, per una massima pulizia estetica (e ancora una volta anche aero).

In più forcella e manubrio, sono stati progettati con la collaborazione tra MCipollini e Deda Elementi, affinché l’integrazione di tutti i fili e di tutti i cavi fosse totale con il celebre manubrio integrato Alanera. Sempre griffate Deda sono le ruote, le SL 45 TDB (ma il team ha in dotazione anche altri modelli).

Le coperture sono le Pirelli P Zero Velo Tube da 25 o 28 millimetri (sulle due bici possono alloggiare gomme fino a 29 millimetri). Mentre le selle sono di Selle SMP.