Lorenzo Finn, Bora Hansgrohe Rookies (Photors.it)

Gli sgambetti che rallentano la rincorsa del ciclismo italiano

18.12.2025
5 min
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Lo stato di salute del nostro ciclismo cambia a seconda della prospettiva dal quale lo si guarda. Chi ha nel mirino d’azione i professionisti dice che manca qualcosa per competere con i più grandi del movimento mondiale, e in effetti così è. Tuttavia se si pensa ai giovani in rampa di lancio, o a chi ha già preso l’abbrivio per spiccare il volo, la temperatura si abbassa e lo stato di salute sembra più solido. Giulio Pellizzari guida la rivalsa dei giovani che avanzano, accanto a lui c’è Davide Piganzoli e dietro tanti altri ragazzi dai quali ci si aspetta molto (a ragione o meno). 

Dalle categorie giovanili emerge il dato lampante che porta a pensare al fatto che i talenti non manchino. Molti di loro proprio quest’anno passeranno da under 23 a professionisti e saranno chiamati alla prova del WorldTour. Alessandro Borgo è forse il nome di maggior spicco tra tutti, lo seguono Pietro Mattio, Mattia Agostinacchio e Matteo Milan. Se si guarda alle spalle di questi atleti si vedono arrivare profili ancora più giovani, come quello di Lorenzo Finn, campione del mondo in carica under 23 (in apertura vittorioso a San Daniele del Friuli, Photors.it) o di Roberto Capello.

Pellizzari
Il ciclismo italiano sta aspettando la completa maturazione dei suoi migliori prospetti, quest’anno Pellizzari è chiamato a un ulteriore passo
Pellizzari
Il ciclismo italiano sta aspettando la completa maturazione dei suoi migliori prospetti, quest’anno Pellizzari è chiamato a un ulteriore passo

Basi poco solide

Tuttavia più si scava e maggiori sono le crepe che emergono alla base di una struttura non più così solida. La categoria under 23 si trova probabilmente nel suo momento di maggior difficoltà, le squadre hanno iniziato a chiudere anni fa e il problema ora si sta riversando sulla categoria juniores. Matteo Berti, diesse del Team Vangi, ci ha detto di aver avuto maggiori difficoltà rispetto agli anni scorsi nel trovare squadra ai suoi ragazzi. Il problema è che la ricerca del talento ha spostato la lente di ingrandimento sul movimento giovanile, dove per andare avanti e far emergere i propri ragazzi non bastano più gli sforzi fatti in passato. Per questo alcune formazioni hanno chiuso, come il Team Fratelli Giorgi e l’Aspiratori Otelli

Altri hanno cercato di unire le forze, Il Team Coratti era andato a bussare alle porte della Borgo Molino con l’obiettivo di allargare la propria attività internazionale. Il bacino d’utenza del ciclismo mondiale si sta allargando e se qualche anno fa le nostre squadre erano capaci di dettare legge ora la subiscono senza possibilità di replica. 

Il cortocircuito delle continental

L’effetto a catena è partito con la realizzazione dei team continental, cosa fortemente voluta dall’UCI. Avrebbero dovuto essere delle formazioni di transizione nelle quali dare la possibilità ai dilettanti, o under 23, di mettersi alla prova con i professionisti con l’obiettivo di avvicinarsi e chiudere il divario tra le due categorie. In Italia questi progetti si sono trasformati presto in un modo per raccogliere vittorie e consensi degli sponsor, fatto sta che molti team continental (non tutti ma una grande maggioranza) non hanno mai proposto un’attività internazionale volta a far crescere i ragazzi. Inoltre, l’accentramento di risorse e talenti in una manciata di squadre ha portato alla chiusura di diverse formazioni under 23

L’arrivo dei devo team, formazioni continental che di fatto sono dei satelliti delle squadre WorldTour, ha portato il tutto a livello superiore. Ora queste realtà rappresentano il vero cuscinetto tra le categorie giovanili e il professionismo, con attività di rilievo internazionale e budget praticamente infiniti. Per le nostre realtà andare a competere con questi team è diventato difficile se non impossibile. Alcune di queste hanno gettato la spugna cessando l’attività (come la Zalf Euromobil) altre invece si sono dovute reinventare (come la MBH Bank che dal 2026 sarà professional). 

La rincorsa al talento ha abbassato l’età media, ora è la categoria juniores al centro di tutto (foto Instagram)
La rincorsa al talento ha abbassato l’età media, ora è la categoria juniores al centro di tutto (foto Instagram)

L’età si abbassa

Quello che sta accadendo a livello juniores è esattamente lo stesso che abbiamo visto tra gli under 23. La rincorsa al giovane talento richiede risorse sempre più grandi e investimenti difficili da portare avanti per singoli imprenditori o realtà locali. Chi può va avanti, forte del suo potere economico. Gli altri invece sono costretti a unire le forze, e se per caso questo non dovesse avvenire si va avanti da soli fino a quando si riesce. 

E’ evidente che la potenza economica dei team WorldTour ha asfissiato il movimento giovanile e allora la domanda sorge spontanea. Perché non immettere quei soldi nel ciclismo giovanile creando partnership solide con diversi team? In questo modo si potrebbe ampliare la sfera di influenza e permettere alle squadre giovanili di fare il loro lavoro. Se ognuna delle squadre WorldTour avesse modo di sostenere una o più formazioni continental si avrebbe un ritorno evidente sul movimento, con un dialogo costante i tecnici potrebbero formare nuove figure e permettere a queste realtà di progredire. 

Mattia Agostinacchio, Namur, Coppa del mondo ciclocross, 2025, EF Education-EasyPost (Photopress.be)

Il “quarto d’ora granata” di Mattia Agostinacchio: un’onda continua

17.12.2025
5 min
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Il Grande Torino che negli anni ‘40 ha dominato il calcio italiano, fino al tragico incidente di Superga, aveva quel quarto d’ora finale in cui era capace di ribaltare ogni risultato. Una specie di trance agonistica nella quale tutto diventava possibile, con lo stadio Filadelfia pronto a diventare teatro di imprese che sono passate alla storia. Nello sport esistono atleti, che poi passano ai libri come campioni, capaci di far diventare normale qualcosa che non lo è affatto. Mattia Agostinacchio sembra poter essere uno di quelli, è presto per dirlo ma i segnali si intravedono e fanno ben sperare (in aperta foto Photopress.be).

Il quarto d’ora finale di Mattia Agostinacchio gli è valso un titolo iridato juniores a Liévin
Il quarto d’ora finale di Mattia Agostinacchio gli è valso un titolo iridato juniores a Liévin

Il Re degli ultimi giri

Lo stesso Daniele Pontoni, cittì azzurro del cross, si è stupito quando per la prima volta ha assistito al “quarto d’ora granata” del più giovane dei due fratelli valdostani. Domenica scorsa a Namur, nella gara di Coppa del mondo coincisa con il ritorno sul fango di Mathieu Van Der Poel, Mattia Agostinacchio si è ripetuto. Testa bassa sul manubrio e gambe che martellano sui pedali, curva dopo curva, ostacolo dopo ostacolo. Il ragazzino di diciotto anni, che dal 2026 sarà nel WorldTour con i colori della EF Education-EasyPost, in quelle ultime due tornate ha tenuto lo stesso passo del sette volte campione del mondo del cross, mantenendo invariato il distacco e concludendo al tredicesimo posto la corsa. 

«L’anno scorso lo chiamavano il Re degli ultimi giri», la voce e lo sguardo sono quelli del fratello maggiore, Filippo Agostinacchio, che fino a tre settimane fa era preparatore di Mattia e lo ha visto crescere. «Quello che ha fatto a Namur lo ha fatto anche ai mondiali juniores a Liévin a febbraio e all’europeo di Middelkerke dello scorso novembre (con un successo in entrambe le prove, ndr)». 

UCI Cyclocross World Cup 2024-2025, Mathieu Van der Poel
Negli ultimi due giri a Namur il giovane valdostano a Namur ha tenuto gli stessi tempi di VDP
UCI Cyclocross World Cup 2024-2025, Mathieu Van der Poel
Negli ultimi due giri a Namur il giovane valdostano a Namur ha tenuto gli stessi tempi di VDP
Da dove nasce questa dote?

Mattia ha un motore anaerobico enorme, è una cosa che tanti atleti hanno. Si tratta della capacità di andare “a blocco” come si dice in gergo, per diversi minuti.

Quale aspetto fa la differenza?

La durata, il tempo che si riesce a restare in questa zona rossa senza andare fuori giri ed “esplodere” divide i buoni corridori dai campioni. E’ una qualità che tutti cercano su strada, perché ci si è resi conto essere quella utile per fare la differenza. Nel ciclocross la differenza la si vede di più perché è proprio una dote innata.

Ciclocross Salvirola 2025, Mattia Agostinacchio (foto Alessio Pederiva)
Mattia Agostinacchio nel suo quarto d’ora finale entra in un flow incredibile inanellando settori a ritmi elevatissimi (foto Alessio Pederiva)
Ciclocross Salvirola 2025, Mattia Agostinacchio (foto Alessio Pederiva)
Mattia Agostinacchio nel suo quarto d’ora finale entra in un flow incredibile inanellando settori a ritmi elevatissimi (foto Alessio Pederiva)
Cosa succede in Mattia?

Va detto che non sono quindici minuti continui, perché lo sforzo nel ciclocross è composto da tanti passaggi al di sotto del minuto. Mattia però è in grado di inanellare una serie di sforzi brevi fuori dal comune. Inoltre c’è un altro aspetto decisamente importante.

Quale?

Smette di fare errori. Non so spiegare cosa succede e perché, ma non sbaglia più nulla. Entra in un flow psicologico incredibile. Uno lo guarda da fuori e l’unica cosa che riesce a dire è: «Boh».

Mattia Agostinacchio, Namur, Coppa del mondo ciclocross, 2025, EF Education-EasyPost (Photopress.be)
Non solo una grande fase anaerobica, ma anche una trance agonistica che porta Mattia a non sbagliare nulla (Photopress.be)
Mattia Agostinacchio, Namur, Coppa del mondo ciclocross, 2025, EF Education-EasyPost (Photopress.be)
Non solo una grande fase anaerobica, ma anche una trance agonistica che porta Mattia a non sbagliare nulla (Photopress.be)
Partiamo dalla dote atletica, quanto è innata e quanto ci si può lavorare?

Sicuramente il suo background di fuoristrada lo aiuta molto. Mattia ha sempre corso in mountain bike e nel cross, questo porta il fisico a sviluppare certe doti. Tuttavia c’è anche una parte genetica, perché anche io ho questa qualità, anche se in percentuale minore. E’ un mix di genetica, ambiente in cui siamo cresciuti e risposta a questo ambiente

La parte tecnica, invece?

Quella deriva dal fatto che Mattia è cresciuto con una bicicletta accanto fin da che ha memoria. Già quando era piccolo, ancora prima di saper camminare, andava in giro con quelle biciclettine a spinta per bambini. Imparare a stare in equilibrio e andare in bici fin da subito gli hanno permesso di sviluppare qualità tecniche impareggiabili. 

Trasportare le qualità di Mattia Agostinacchio su strada sarà uno degli obiettivi della EF Education-EasyPost (Photors.it)
Trasportare le qualità di Mattia Agostinacchio su strada sarà uno degli obiettivi della EF Education-EasyPost (Photors.it)
In che senso?

Io ho iniziato a utilizzare la bicicletta da più grande e non ho quelle doti tecniche e di guida che Mattia ha. E forse non riuscirei mai ad eguagliarle, il lavoro da fare sarebbe addirittura troppo. 

Come si trasportano su strada questi quindici minuti finali di Mattia?

Credo sia l’equivalente di arrivare fresco e concentrato nei settori finali di una corsa. A livello di guida lo tradurrei nella capacità di guidare in gruppo quando la tensione sale, limare e restare davanti nei momenti concitati. Mentre la qualità atletica è quella che farebbe la differenza tra piazzarsi e vincere. La differenza su strada è che il quarto d’ora potrebbe essere continuo, o comunque fatto da intervalli più lunghi. Su strada corre da talmente poco tempo che non abbiamo idea dei margini possibili, ma ora che passa in EF Education-EasyPost è in ottime mani.

UCI Cyclocross World Cup 2024-2025, Mathieu Van der Poel

Dopo Namur e Faè, una sbirciata negli appunti di Pontoni

15.12.2025
6 min
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Ieri Daniele Pontoni era a Faè d’Oderzo, per il tradizionale Ciclocross del Ponte, che ha visto vittorie italiane di buon interesse. Filippo Fontana ed Elisa Ferri fra gli elite, Patrick Pezzo Rosola e Nicole Azzetti fra gli juniores. Contemporaneamente il cittì della nazionale ha seguito la Coppa del mondo di Namur e con lui abbiamo voluto fare il punto su quello che ha visto e in qualche modo quello che vedremo.

Che cosa ti è parso di Namur?

Più di quello che ho visto, è stato utile parlare con i ragazzi. Per quanto riguarda i primi, credo che senza la scivolata di Nys, Van der Poel e Thibau se la sarebbero giocata fino all’ultimo. Aver portato la suspense fino all’ultimo è qualcosa di interessante e sicuramente Nys in questo momento è uno degli atleti che può dare fastidio.

La rassegna di Middelkerke si era aperta con il bronzo di Nicole Azzetti fra le junior (qui insieme al cittì Pontoni)
Il cittì Pontoni agli europei di Middelkerke, un selfie per il bronzo di Nicole Azzetti fra le juniores
La rassegna di Middelkerke si era aperta con il bronzo di Nicole Azzetti fra le junior (qui insieme al cittì Pontoni)
Il cittì Pontoni agli europei di Middelkerke, un selfie per il bronzo di Nicole Azzetti fra le juniores
Van der Poel che torna e vince alla prima gara stupisce ancora Pontoni?

Anche lui ha fatto degli errori, è caduto, però lo ritengo ancora il numero uno. Chiaramente la sua supremazia non è stata netta come eravamo abituati. Ieri eravamo sul percorso più esigente del ciclocross moderno. Devi avere gamba, devi avere tecnica e soprattutto devi avere tanta testa e tanta forza di volontà. Perché credo che tutti, almeno una volta, un errore lo abbiano fatto. Quindi rialzarsi subito, partire e resettare è la dote maggiore di chi vuole andare bene a Namur.

In Sardegna abbiamo visto un grande Filippo Agostinacchio, che ieri ha avuto qualche problema…

Se guardiamo i tempi, a un certo punto i due fratelli erano da soli. Sono partiti in quinta e sesta fila e a metà gara erano da soli. Mentre Filippo stava tirando per suo fratello, è caduto. Ha preso un albero, si è fatto male alla spalla e in più un sasso gli è rimasto bloccato sotto la leva per cui la ruota non girava. E’ dovuto andare ai box. E’ ripartito parecchio indietro, ha perso tantissimo tempo e ha recuperato ancora rispetto a dove era. E’ andato forte anche ieri.

Chi è andato forte davvero è Mattia, il più piccolo…

Gli ultimi due giri che ha fatto dimostrano di che pasta sia fatto questo ragazzo. Parti dietro, arrivi davanti e hai ancora questo ultimo quarto d’ora? E’ una prova importante. Sapete che sono tifoso del Torino e allora il quarto d’ora di Mattia io lo paragono al “quarto d’ora granata” (il finale di partita del Grande Torino che negli ultimi 15 minuti di gioco accelerava e ribaltava anche le situazioni più difficili, ndr).

Ciclocross Salvirola 2025, Mattia Agostinacchio (foto Alessio Pederiva)
Mattia Agostinacchio e il fratello Filippo corrono con la Ef Education. Pontoni entusiasta del suo 13° posto a Namur (foto Alessio Pederiva)
Ciclocross Salvirola 2025, Mattia Agostinacchio (foto Alessio Pederiva)
Mattia Agostinacchio e il fratello Filippo corrono con la Ef Education. Pontoni entusiasta del suo 13° posto a Namur (foto Alessio Pederiva)
Mattia fa lo stesso?

Lui ha quel quarto d’ora che, quando si… accende, è un razzo. Tecnicamente guida da far paura e quindi questi sono i risultati. E non è una prestazione che mi stupisce. Mi ha meravigliato la prima volta, quando lo ha fatto a Lievin. Gli ho visto fare quell’accelerata nel Team Relay prima del ponte e quella è stata l’unica volta che mi ha stupito. Poi l’ha fatto altre volte, quindi per lui è la normalità. Il suo passaggio da junior a under 23 me lo sarei aspettato proprio come lo sta dimostrando in questo momento. Adesso aspetto solo che anche Viezzi torni ai suoi livelli…

E’ ancora un po’ indietro.

L’ho visto in leggera difficoltà, soprattutto in questo weekend, ma già dalla prossima settimana me lo aspetto di nuovo motivato al punto giusto per tornare anche lui ai vertici di categoria. Ne ha tutte le doti e so che andrà a prendersi quello che in questo momento non ha in mano.

Secondo te è più difficile per questi ragazzi correre la Coppa del mondo con le squadre e non con la nazionale?

Magari con la squadra in certi momenti sono anche più attrezzati da un punto di vista logistico. Sicuramente come staff credo che la nazionale dia qualcosa in più rispetto ai loro team. Io ho una venerazione per il mio staff, perché vedo quanto si impegnano e quanto lavorano. Una cosa che dico sempre ai ragazzi è che quei 10, 20, 50 o 100 watt in più di cui hanno bisogno nel momento di fare la differenza, devono prenderli dai colori azzurri.

Overijse incorona la Casasola, una prima storica
Casaola ha iniziato la stagione con il successo di Overijse, ora è alle prese con i postumi di una bronchite. Pontoni la aspetta
Overijse incorona la Casasola, una prima storica
Casaola ha iniziato la stagione con il successo di Overijse, ora è alle prese con i postumi di una bronchite. Pontoni la aspetta
Con le ragazze finora siamo andati a corrente alternata.

Abbiamo Sara Casasola che è ferma, perché ha ancora un po’ di problemi con la bronchite che non passa. Lei purtroppo lotta sempre con l’asma e quindi ieri non ha corso. Spero sia l’ultima sosta ai box da qui al mondiale e che finalmente si ristabilisca e possa ritornare nelle posizioni in cui l’abbiamo vista da inizio stagione. Ormai sono rientrate tutte le big, quindi primeggiare sarà più difficile, però credo che Sara abbia tutti i numeri e le doti per essere là davanti con loro.

Poi c’è anche Lucia Bramati che sta andando bene.

Ieri magari Lucia non è stata brillantissima come in altre occasioni, però ha dimostrato di fare la sua bella figura in questa categoria. E se invece vogliamo parlare degli juniores, chiaramente Giorgia Pellizotti ha già dimostrato in Coppa del mondo, nella sua categoria, di essere sicuramente una fra le prime tre ragazze al mondo. Ieri poi a Faè d’Oderzo abbiamo visto Azzetti che è ancora forte e fra gli uomini abbiamo Grigolini e Pezzo che vincono e ragazzi del primo anno come Dell’Olio, Cingolani e Bosio che arrivano. Gli ultimi due il prossimo anno potranno prendere sicuramente il posto di Grigolini e Pezzo Rosola.

Si costruisce il futuro?

L’ho già detto in passato, non stiamo costruendo anno per anno, ma ragioniamo a lungo termine. Ormai guardiamo anche le categorie degli allievi e delle allieve, perché dobbiamo cominciare a formare questi ragazzi perché siano pronti quando passeranno juniores.

Da sabato ad Anversa, tornerà nel cross anche Van Aert, qui primo a Benidorm nel 2024. Pontoni ha grandi attese per il duello con Van der Poel
Da sabato ad Anversa, tornerà nel cross anche Van Aert, qui primo a Benidorm nel 2024. Pontoni ha grandi attese per il duello con Van der Poel
Quali saranno i prossimi passi della nazionale?

Andremo in Coppa del mondo a Koksjide, con doppia convocazione per entrambe le prove: appunto quella del 21 e il 28 a Dendermonde. Gran parte degli atleti italiani faranno tutto il periodo in Belgio: qualcuno tornerà il primo gennaio, altri il 4. Quasi tutti faranno delle gare anche internazionali. Poi ci sarà il campionato italiano e subito dopo andremo a Benidorm per correre e fare il ritiro di ogni anno. Il sabato voleremo a Hoogerheide, poi tre giorni a casa e il mondiale di Hulst.

Ultima domanda: sabato ad Anversa ci sarà il primo duello Van der Poel-Van Aert: sarà il solito grande spot per il cross?

Per me gli atleti di spessore e di valore come questi possono far bene alla specialità. Non li chiamo ciclisti ma atleti, che fanno bene alla specialità, portano tanto pubblico e portano interesse. Da quelle parti magari non ne hanno tanto bisogno perché sono abituati, però nel resto del mondo vedere in televisione uno spettacolo come quello è qualcosa di speciale. Credo che la sfida si ripeterà fino al mondiale. E spero che dia una spinta all’eventuale candidatura olimpica per questa specialità

Il bilancio di Pontoni e l’equilibrio con i devo team

Il bilancio di Pontoni e l’equilibrio con i devo team

11.11.2025
5 min
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In sede di presentazione degli europei di Middelkerke, il cittì Daniele Pontoni non aveva nascosto le sue ambizioni, parlando di almeno 4 carte da podio in altrettante categorie. Le sue previsioni si sono rivelate esatte. 4 medaglie in tre prove con il rammarico del quarto posto della Casasola scaturito da una caduta, ma con due ori che portano l’Italia al secondo posto nel medagliere.

Grigolini al traguardo. Il titolo europeo arriva dopo il bronzo mondiale d'inizio febbraio
Grigolini al traguardo. Il titolo europeo arriva dopo il bronzo mondiale d’inizio febbraio
Grigolini al traguardo. Il titolo europeo arriva dopo il bronzo mondiale d'inizio febbraio
Grigolini al traguardo. Il titolo europeo arriva dopo il bronzo mondiale d’inizio febbraio

Il Re Mida dell’offroad italiano

Pontoni sta diventando un po’ come il Re Mida dell’offroad italiano, seguendo le orme di Villa su pista. Come il suo collega non è solito esaltarsi di fronte alle vittorie come anche abbattersi nei momenti difficili, ma è chiaro che il bottino di Middelkerke rappresenta per certi versi uno spartiacque per il movimento nazionale del ciclocross che aveva preso nelle sue mani con ben poche certezze e un livello internazionale molto inferiore.

«La gara di un giorno poi vive su tanti fattori, in principal modo serve sempre la fortuna – afferma Pontoni al suo rientro in Italia – Dispiace per Sara, però le gare vanno così. Usciamo consapevoli che adesso ci guardano tutti in un’altra maniera. Abbiamo alzato il nostro livello, i nostri atleti hanno preso tanta consapevolezza con risultati importanti che ci fanno guardare al proseguo della stagione con le prove di Coppa del mondo, ma soprattutto adesso il nostro obiettivo saranno i mondiali. In Coppa ci saranno delle rotazioni tra gli atleti che aspirano a buoni risultati, questo ed il prossimo anno perché voglio vedere tanti atleti fare esperienza a questi livelli».

Grigolini e Pezzo Rosola, autori di una straordinaria doppietta fra gli juniores
Grigolini e Pezzo Rosola, autori di una straordinaria doppietta fra gli juniores che ha esaltato Pontoni
Grigolini e Pezzo Rosola, autori di una straordinaria doppietta fra gli juniores
Grigolini e Pezzo Rosola, autori di una straordinaria doppietta fra gli juniores che ha esaltato Pontoni
Quando avevi iniziato il lavoro avevi detto che per i giovani c’era un po’ da ispirarsi all’esempio francese. Adesso però è il tuo l’esempio che è d’ispirazione anche per gli altri Paesi…

All’inizio avevo bisogno innanzitutto di conoscere l’ambiente, di capire come le società e gli atleti agivano e si poteva trovare un equilibrio anche con il mio gruppo di lavoro. Ritengo di avere uno staff fondamentale durante le fasi di preparazione, la programmazione di tutto l’anno, la valutazione degli atleti con il team performance. E’ tutto un qualcosa in più che ci ha portato ad ottenere anche questi risultati.

Agostinacchio diceva che adesso lo aspetta il primo ritiro con la sua squadra, col suo devo team e lo stesso toccherà a Grigolini. Quanto è importante aver trovato un giusto equilibrio per i ragazzi anche con i loro team di appartenenza del WorldTour?

E’ un passaggio fondamentale – sentenzia Pontoni – Devi trovare un giusto compromesso anche con loro. Adesso Mattia andrà a farsi il primo ritiro e non farà la prima prova di Coppa. Questo l’abbiamo concordato assieme anche dopo il risultato di sabato, quindi è giusto che lui segua anche le indicazioni del team. Noi lo avremo per tutte le altre 5 prove e poi per il mondiale, quindi è giusto trovare anche dei compromessi programmando assieme. Questo, soprattutto sull’onda lunga, è importante.

Dopo il titolo europeo, Agostinacchio ora andrà al ritiro con la EF Education EasyPost, saltando la prima di Coppa
Dopo il titolo europeo, Agostinacchio ora andrà al ritiro con la EF Education EasyPost, saltando la prima di Coppa
Dopo il titolo europeo, Agostinacchio ora andrà al ritiro con la EF Education EasyPost, saltando la prima di Coppa
Dopo il titolo europeo, Agostinacchio ora andrà al ritiro con la EF Education EasyPost, saltando la prima di Coppa
C’è concorrenza tra i ragazzi, ad esempio tra Agostinacchio che ha vinto il titolo e Viezzi che ha chiuso dodicesimo? come vivono questo rapporto, questa concorrenza interna nelle varie categorie?

Io direi una sana concorrenza che deve esserci, dove però ognuno si mette a disposizione dell’altro e in questo weekend ne abbiamo avuto la dimostrazione totale. Tutti si sono messi a disposizione di tutti e tutti i team hanno lavorato per tutti. L’obiettivo è comune e può portare anche a sorprese non pronosticate, come il bronzo di Nicole Azzetti che alza ancora il nostro livello nella categoria juniores aggiungendo un’altra freccia a Pellizotti e Bianchi, ora c’è anche lei che può competere ad alto livello. Come son sicuro che arriveranno a breve altri juniores che metteranno in difficoltà anche i due atleti di punta  che hanno alle spalle già un anno di esperienza, con Grigolini campione e Pezzo Rosola che ha fatto una super gara nelle condizioni in cui si è trovato, ha preso l’argento, ma un argento che vale un altro oro.

Le juniores al lavoro. A livello giovanile il bilancio azzurro è il migliore della rassegna continentale
Le juniores al lavoro. A livello giovanile il bilancio azzurro è il migliore della rassegna continentale
Le juniores al lavoro. A livello giovanile il bilancio azzurro è il migliore della rassegna continentale
Le juniores al lavoro. A livello giovanile il bilancio azzurro è il migliore della rassegna continentale
Era la stessa competitività che c’era tra te e Luca Bramati?

Erano altri tempi. Questi ragazzi sono ancora alle fasi iniziali, si divertono. La cosa importante è che tutti si son messi a disposizione della nazionale a 360°. Il plauso mio va a tutti i ragazzi, ma tutti, dal primo all’ultimo, per quello che hanno fatto in questi giorni e soprattutto per come si sono comportati, perché quella è la cosa per cui vado più orgoglioso, il nostro comportamento, il nostro decoro, la nostra educazione e il nostro modo di essere. Sai cos’è la differenza più grande rispetto a prima?

Quale?

Quando siamo arrivati in questo ambiente, fuori dalla nostra area c’era qualche fotografo e nulla più. Nel weekend c’era il pienone, eravamo completamente circondati dal pubblico e dalla gente e questo sicuramente fa molto piacere per i ragazzi, ma soprattutto per noi e per il nostro movimento.

Tanta gente intorno al box azzurro, a conferma del completo rilancio d'immagine della nostra nazionale
Tanta gente intorno al box azzurro, a conferma del completo rilancio d’immagine della nostra nazionale
Tanta gente intorno al box azzurro, a conferma del completo rilancio d'immagine della nostra nazionale
Tanta gente intorno al box azzurro, a conferma del completo rilancio d’immagine della nostra nazionale
Quando vedremo questo stesso livello anche fra gli elite?

Tre cose secondo me saranno fondamentali perché ciò avvenga. La prima è la crescita naturale dei ragazzi. La seconda è mantenere con i team un rapporto che permetta a loro di continuare questa specialità, e perché ciò avvenga sarà fondamentale dal 2027 l’introduzione dei punti UCI anche in questa specialità come anche in tutte le altre. La terza la sapremo fra qualche mese, se questo sport avrà l’ufficialità di diventare olimpico. A quel punto anche per noi diventerà più facile mantenere i Viezzi, gli Agostinacchio, i Pezzo e i Grigolini. E non è detto che si avvicini qualcun altro di quelli che “abbiamo perso”, mi riferisco ai Paletti di turno. Adesso a livello elite lo sappiamo, siamo in difficoltà, ma credo che alla fine di questo quadriennio non saremo più molto lontani dal vertice.

Un anno dopo, ancora Agostinacchio! Ma questa pesa di più…

Un anno dopo, ancora Agostinacchio! Ma questa pesa di più…

08.11.2025
5 min
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Dopo un anno, c’è ancora lui sul gradino più alto del podio. Cambia la località, cambia anche la categoria, ma al primo posto c’è sempre lui, Mattia Agostinacchio che dopo il titolo juniores 2024 porta a casa anche quello europeo al suo esordio internazionale fra gli under 23. Una prestazione straordinaria quella del campione dell’EF Education EasyPost: «Ho visto tra i messaggi di WhatsApp che mi hanno già scritto per complimentarsi, ma in neanche mezz’ora dopo l’arrivo erano già oltre 300 chat attivate…».

Il podio finale con il valdostano fra Haverdings (NED) e De Bruyckere (BEL)
Il podio finale con il valdostano fra Haverdings (NED) a 17″ e De Bruyckere (BEL) a 20″
Il podio finale con il valdostano fra Haverdings (NED) a 17" e De Bruyckere (BEL) a 20"
Il podio finale con il valdostano fra Haverdings (NED) a 17″ e De Bruyckere (BEL) a 20″

Tanta gente ad applaudire l’impresa

Mattia ha appena chiuso la cerimonia di premiazione ed attende pazientemente all’antidoping quando risponde da Middelkerke per raccontare la sua ennesima impresa: «Era un percorso davvero duro, a dispetto delle perfette condizioni climatiche, con tanta sabbia che in molti tratti costringeva a scendere di bici. Era davvero una prova dove si andava sia in sella che correndo a piedi, un ciclocross vecchio stampo e aver vinto così mi dà ancora più soddisfazione. Senza poi considerare la gente: ce n’era davvero tanta…».

Una gara per lui difficile sin dall’inizio. Appena approdato nella categoria, Agostinacchio non ha dalla sua un ranking di livello e quindi si è ritrovato a dover partire dalla terza fila, Pontoni in sede di presentazione aveva avvertito di questo problema confidando nella sua esplosività: «Confidavo di ritrovarmi presto con i primi, ma nel primo giro mi si è staccato il boa di una scarpa e ho perso tempo a rimetterlo, così la rimonta è stata più lenta e dispendiosa del previsto, infatti mi sono agganciato ai primi alla fine del secondo giro con Sparfel che aveva già lanciato la sua fuga».

Aubin Sparfel era il favorito e ha provato a fare la differenza, pagando dazio nella seconda parte
Aubin Sparfel era il favorito e ha provato a fare la differenza, pagando dazio nella seconda parte
Aubin Sparfel era il favorito e ha provato a fare la differenza, pagando dazio nella seconda parte
Aubin Sparfel era il favorito e ha provato a fare la differenza, pagando dazio nella seconda parte

Scacco matto all’imbattuto francese

La gara degli under 23 ha avuto lì un primo scossone, d’altro canto il francese della Decathlon AG2R, protagonista anche su strada, era forse il più accreditato alla vigilia, imbattuto in questa stagione. Mattia però non si è spaventato se, nel riprendere i primi (fra cui Stefano Viezzi, alla fine 12°), il francese era più avanti: «Io non pensavo tanto alla vittoria, ero il più giovane del gruppo, mi dicevo che una medaglia poteva essere alla mia portata, ma non andavo oltre. Quindi non mi sono posto tanto il problema, ho pensato solo a spingere».

Il talentuoso valdostano ha pensato solamente a correre, riassaporando le sensazioni che lo scorso anno lo avevano proiettato in cima al mondo e quel breve divario, fatto di secondi, è andato assottigliandosi, anche perché il tracciato di Middelkerke era davvero infido (e ne saprà qualcosa, più tardi, Sara Casasola, che ha visto sfumare il podio per una caduta quand’era nel mezzo del “panino” olandese). Sparfel è stato ripreso dopo uno scivolone da un gruppetto di 6, ha riprovato ad andar via ma il serbatoio di energie era al limite.

Il momento dell'attacco di Agostinacchio, Haverdings prova a tenere ma cederà poco dopo
Il momento dell’attacco di Agostinacchio, Haverdings prova a tenere ma cederà poco dopo
Il momento dell'attacco di Agostinacchio, Haverdings prova a tenere ma cederà poco dopo
Il momento dell’attacco di Agostinacchio, Haverdings prova a tenere ma cederà poco dopo

«L’ultimo giro? E’ stato un po’ strano…»

E’ lì che è emersa la forza di Agostinacchio, incurante delle energie spese in precedenza. Quando ha portato la sua azione ha fatto il vuoto: «Prima mi trovavo in una situazione di tira e molla, ero davanti e poi mi ritrovavo dietro. A un certo punto, quando stavamo entrando nell’ultimo giro, mi sono detto di provarci e ho visto che non mi seguiva nessuno. L’ultimo giro è stato un po’ strano, mi sentivo come in un limbo non sapendo se Haverdings, l’olandese era ancora in grado di riprendermi. E’ stato difficile contenere gli altri, ma anche le emozioni, fino all’arrivo».

Mattia è sempre abituato a vivere le emozioni lasciando trasparire poco, mentre intorno Pontoni e tutti gli altri lo raggiungevano: «Non posso negare che mi fa un po’ strano questa vittoria, è molto diversa da quelle della passata stagione perché qui sono un po’ un neofita, un ragazzino a confronto con ragazzi più grandi ed esperti di qualche anno, non di uno solo come da junior. Lo devo ammettere, non mi aspettavo di battere gente che a questi livelli c’è già da qualche stagione. Il secondo e terzo sono all’ultimo anno di categoria, io al primo…».

Ma il pensiero è anche alla strada…

E ora? Agostinacchio guarda già avanti, come sempre diviso fra due direzioni da prendere e da seguire in maniera parallela: «E’ vero, ora arrivano le prove di Coppa del mondo ma io devo pensare anche alla squadra. Avremo nei prossimi giorni il primo raduno e sarà importante per conoscersi, per prendere le misure di questa nuova avventura su strada, saranno giorni importanti ai quali tengo molto». Potersi presentare con una maglia stellata indosso ha sicuramente un valore speciale…

Le prime uscite di Agostinacchio nel cross: l’occhio dello studente

28.10.2025
4 min
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Prima vittoria fra gli Open e prima vittoria soprattutto in maglia EF Education EasyPost per Mattia Agostinacchio, il campione del mondo juniores di ciclocross che al suo quarto impegno stagionale ha portato a casa il successo al GP Cicli Bianchi di Salvirola, staccando Federico Ceolin e Gioele Bertolini. Fin qui la notizia, ma è chiaro che tutto quel che riguarda l’iridato ha un sapore particolare, anche grazie all’importante stagione su strada che ha appena vissuto, confermandosi corridore multidisciplinare di primissimo piano.

A Salvirola prima vittoria in maglia EF, dimostrando che la forma sta crescendo rapidamente
A Salvirola prima vittoria in maglia EF, dimostrando che la forma sta crescendo rapidamente (foto EF)
A Salvirola prima vittoria in maglia EF, dimostrando che la forma sta crescendo rapidamente
A Salvirola prima vittoria in maglia EF, dimostrando che la forma sta crescendo rapidamente (foto EF)

La cosa che emerge innanzitutto è che Mattia si sta adattando molto velocemente alla nuova categoria e lo sta facendo per gradi, attraverso le prove italiane prima di testarsi con i campioni d’oltreconfine. Dalla strada al ciclocross il passaggio è stato piuttosto repentino, quasi senza soluzione di continuità: «E’ stata una mia precisa scelta, tirerò avanti almeno fino agli europei e mi fermerò dopo per rifiatare, ma senza perdere di vista gli obiettivi della stagione invernale».

Come ti sei trovato in queste primissime uscite?

Bene, sto già assimilando il cambiamento che poi è abbastanza relativo. Le gare sono effettivamente un po’ più lunghe rispetto a quant’ero abituato, passando da 40 minuti a un’ora, ma qui mi è venuta in soccorso l’attività accumulata su strada attraverso una stagione intensa. Gli avversari non mi sono certo sconosciuti, con Viezzi correvo e ci sfidavamo due anni fa da juniores, c’è Fontana che è appena rientrato ed è veramente forte, ma già mi sento vicino al loro livello.

Agostinacchio con Viezzi: sullo Zoncolan hanno dato vita a un bel confronto, mentre Fontana era lontano
Agostinacchio con Viezzi: sullo Zoncolan hanno dato vita a un bel confronto, mentre Fontana era lontano
Agostinacchio con Viezzi: sullo Zoncolan hanno dato vita a un bel confronto, mentre Fontana era lontano
Agostinacchio con Viezzi: sullo Zoncolan hanno dato vita a un bel confronto, mentre Fontana era lontano
Ha fatto però un certo effetto vedere te e Viezzi fianco a fianco sullo Zoncolan con due maglie del WorldTour…

Anche a me è sembrato un po’ strano, soprattutto per il contesto, il ciclocross e non la strada, ma è stata questione di attimi, poi ci si è fatta l’abitudine. Lì la gara è stata molto dura anche perché partivo dal fondo e nella prima parte ho dovuto recuperare. Con Stefano (Viezzi, ndr) abbiamo fatto un ritmo abbastanza alto, ma evidentemente quello di Fontana era un po’ più alto. L’ultimo giro è stato divertente, ci siamo sfidati a viso aperto, sapevamo  che Fontana non si prendeva più.

E la tua prima vittoria?

Sono stati due giorni positivi nel loro complesso anche perché i protagonisti erano pressoché gli stessi del Giro delle Regioni. Le gambe erano buone e la caduta causata dallo stallonamento del tubolare non mi ha frenato più di tanto, sono riuscito a rimontare e vincere. Mi sto abituando sempre più, ogni settimana in più è un progresso.

Su Mattia c'è molta attenzione data dai suoi successi della passata stagione
Su Mattia Agostinacchio c’è molta attenzione data dai suoi successi della passata stagione
Su Mattia c'è molta attenzione data dai suoi successi della passata stagione
Su Mattia Agostinacchio c’è molta attenzione data dai suoi successi della passata stagione
Come ti avvicinerai adesso agli europei?

Rimanendo in Italia perché voglio avvicinarmi divertendomi, testandomi ai massimi livelli, per imparare. Il test generale sarà al Mugello. D’altronde non vado alla rassegna continentale con particolari ambizioni, penso che serva tempo per imparare, per fare esperienza, anche perché sarà una corsa abbastanza al buio, non essendoci state grandi occasioni di confronto. Qui nella categoria ci sono quattro anni, di tempo ce n’è.

Pensi che ci sia differenza di esperienza, di abitudine tra i più giovani e quelli che si avvicinano alla categoria elite?

Per quel che ho visto sì, bisogna capire bene quanto sarà, ma questo dipende molto da quel che man mano vedremo sul campo. Per questo la stagione la sto vivendo molto come un apprendistato e credo che vista la mia età sia anche giusto così.

La stagione su strada è culminata con i mondiali, con una Top 10 a cronometro e il 33° posto in linea
La stagione su strada è culminata con i mondiali, con una top 10 a cronometro e il 33° posto in linea
La stagione su strada è culminata con i mondiali, con una Top 10 a cronometro e il 33° posto in linea
La stagione su strada è culminata con i mondiali, con una top 10 a cronometro e il 33° posto in linea
Come hai chiuso la stagione su strada, che bilancio gli dai?

Buono, ma avrei potuto e dovuto far meglio. Nel corso della stagione qualche problema c’è stato, un po’ di sfortuna in appuntamenti ai quali tenevo, ma alla fine posso dare un voto positivo, anche perché ho vestito la maglia della nazionale che è sempre qualcosa d’importante. Infatti il Trophée Centre Morbihan è forse la gara principale di questa stagione, il momento più alto come rendimento.

Sullo Zoncolan emerge Fontana, l’uomo dei 28 giorni

20.10.2025
5 min
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C’era molta attesa per la penultima prova del Giro delle Regioni di ciclocross, che lo staff di Fausto Scotti ha portato per la prima volta sulla cima dello Zoncolan con la collaborazione di Carnia Bike. Una tappa per alcuni versi temuta, considerando anche che si pedalava a 1.300 metri di quota con una temperatura già frizzante. Per l’occasione tutti i big si sono presentati al via, a cominciare dagli ex iridati junior Agostinacchio e Viezzi, ma alla fine è emersa la classe di Filippo Fontana, l’ex campione italiano che ha messo la sua firma alla sua prima uscita sui prati.

Prima gara e prima vittoria per Fontana, con 16" su Agostinacchio e 24" su Viezzi
Prima gara e prima vittoria per Fontana, con 16″ su Agostinacchio e 24″ su Viezzi
Prima gara e prima vittoria per Fontana, con 16" su Agostinacchio e 24" su Viezzi
Prima gara e prima vittoria per Fontana, con 16″ su Agostinacchio e 24″ su Viezzi

Un percorso decisamente per bikers

La sua voce dopo la gara è brillante, esattamente come la sua prestazione andata forse anche oltre le sue aspettative: «Sono partito con una gara abbastanza dura, percorso bellissimo con delle belle salite e non troppo tecnico, quindi neanche troppo veloce. Per noi che arrivavamo della mountain bike si adattava bene, un percorso troppo veloce sarebbe stato più impattante. Mi sono accorto dal primo giro che i due ragazzi erano partiti un po’ dietro di me, quindi ho approfittato per andarmene via subito e poi ho gestito il vantaggio. Ma loro sono andati molto forte considerando la loro età».

Quanto ha influito l’altitudine e il fatto che il percorso era più adatto ai biker? Ormai Agostinacchio e Viezzi li possiamo considerare stradisti a tutti gli effetti…: «Sicuramente avvantaggiava un biker perché c’è più salita rispetto a una gara normale, che poi in realtà non è neanche vero perché in Belgio e Olanda probabilmente di gare così se ne trovano più di quanto pensiamo. Probabilmente avrebbero preferito un percorso un po’ più veloce. Per quanto riguarda l’altezza, secondo me fino ai 1.500-1.600 metri non si sente tanto, ha più influito il fatto che era abbastanza freddo e siamo ancora abituati a un clima abbastanza caldo».

Fianco a fianco Agostinacchio e Viezzi, i due ragazzi italiani inseriti nei devo team del WorldTour
Fianco a fianco Agostinacchio e Viezzi, i due ragazzi italiani inseriti nei devo team del WorldTour
Fianco a fianco Agostinacchio e Viezzi, i due ragazzi italiani inseriti nei devo team del WorldTour
Fianco a fianco Agostinacchio e Viezzi, i due ragazzi italiani inseriti nei devo team del WorldTour

Il miracolo della ripresa dalla doppia frattura

Questa era la prima uscita di Fontana dopo un’estate sulle montagne russe, contraddistinta da un bruttissimo incidente in Coppa del mondo mtb con rottura di tibia e perone e da soli 28 giorni per la ripresa prima di tornare in sella. Un autentico miracolo: «Sin dal giorno dopo che sono tornato a casa ho pensato subito a quella che poteva essere la riabilitazione, a quello che potevo fare, senza in realtà avere mai idea di quando tornare alle competizioni. Mi interessava guarire bene. Sono stato fortunato ad aver avuto una un’ottima operazione, ma ancora più fortunato ad avere uno staff dietro che mi ha seguito in maniera eccellente, a partire dal mio fisioterapista e dal mio mental coach. Poi sicuramente ci ho messo del mio, è stato un periodo molto impegnativo, ma ne è valsa la pena».

Come hai fatto a trovare in così breve tempo una forma tale da portarti nella Top 10 dei mondiali di mountain bike? «Non lo so neanche io – ammette Fontana – per me già andare ai Mondiali era un obiettivo incredibile, un raggiungimento spettacolare, considerato appunto l’infortunio che era successo. E’ stato il risultato di tante cose, di una giornata, una giornata in stato di grazia, dell’averci creduto tanto ed essere stato ripagato di tante cose».

Per il corridore dei Carabinieri quella sullo Zoncolan era la prima uscita stagionale nel ciclocross
Per il corridore dei Carabinieri-Olympia quella sullo Zoncolan era la prima uscita stagionale nel ciclocross
Per il corridore dei Carabinieri quella sullo Zoncolan era la prima uscita stagionale nel ciclocross
Per il corridore dei Carabinieri quella sullo Zoncolan era la prima uscita stagionale nel ciclocross

Il mondiale delle rivincite

Tante volte avevi detto che cercavi un risultato importante per certificare il fatto che sei un biker prima di tutto…: «Sì, sicuramente è stato il risultato più appagante, nonostante in realtà non sia stato l’unico, considerando che avevo fatto già un paio di Top 10 in Coppa. Ho chiuso la stagione di mountain bike felice di quello che è stato fatto. Io ci ho sempre creduto, volevo questa risposta e finalmente è arrivata, convincendo anche chi la pensava in maniera diversa».

Ora punterai agli europei? «Sì, adesso sfrutto questo periodo per fare altre gare in Italia e poi correre l’europeo il 9 novembre, poi mi prenderò un po’ di riposo, ma neanche troppo, perché alla fine correrò anche in Belgio quest’inverno e sotto Natale, poi fine stagione di cross e si riparte con la mountain bike».

Per la tricolore Borello la conquista del Giro delle Regioni è pressoché assicurata
Per la tricolore Borello la conquista del Giro delle Regioni è pressoché assicurata
Per la tricolore Borello la conquista del Giro delle Regioni è pressoché assicurata
Per la tricolore Borello la conquista del Giro delle Regioni è pressoché assicurata

Scappini e Borello verso la vittoria finale

Il Giro ora si prende una pausa in vista della tappa finale del 22 novembre a Cantoira. In campo Open maschile appare difficile che la maglia rosa sfugga a Samuele Scappini, sesto sullo Zoncolan ma forte delle vittorie di Corridonia e Osoppo mentre fra le ragazze il successo ottenuto da Carlotta Borello la mette praticamente al sicuro, solo la matematica non le permette di festeggiare anzitempo. Ma forse è meglio così, visto che potrà festeggiare in casa… Fra gli juniores nuovo centro per Filippo Grigolini, forse la migliore carta azzurra per gli europei di Middelkerke e prima vittoria al suo esordio per Elisa Bianchi, che ha regalato anche la prima gioia al neonato team Alé Colnago.

La scelta americana degli Agostinacchio. Non solo nel cross

23.09.2025
5 min
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Mentre suo fratello Mattia è già in Rwanda alle prese con i mondiali su strada, Filippo Agostinacchio è di ritorno dal Giro di Slovacchia, una delle ultime prove della sua stagione su strada nelle file della Biesse Carrera. Il suo futuro è già segnato e passa, come quello del fratello, per l’approdo all’EF Education EasyPost, team WorldTour, ma i contorni del trasferimento sono ancora da definire.

Filippo e Mattia insieme. Nel cross continuerà il loro sodalizio, ma ora potrebbero ritrovarsi anche su strada
Filippo e Mattia insieme. Nel cross continuerà il loro sodalizio, ma ora potrebbero ritrovarsi anche su strada

Nel cross insieme, forse anche su strada

I due fratelli entreranno nella squadra americana già fra poche settimane, andando a costituire, insieme a un corridore lussemburghese, il nocciolo del nascente team di ciclocross. Dovrebbe essere questo il preludio al loro approdo anche al team su strada, ma su questo aspetto non c’è ancora l’ufficialità né è chiaro in quali termini, se nel devo team o nella squadra maggiore e questo è importante, anche per capire come i due potranno affrontare la stagione invernale.

Tante cose su cui riflettere e Filippo, rintracciato in aeroporto, si presta volentieri ai ragionamenti: «Gli americani si erano interessati a mio fratello questo inverno, già dopo la conquista del titolo europeo e poi sono andati avanti i contatti e si è sviluppato un po’ tutto. I miei risultati su strada quest’anno hanno interessato i dirigenti che hanno deciso di costruire una struttura intorno a noi per il cross. La squadra è nata solo per motivi burocratici, perché noi non avendo licenza in altre squadre nel 2025 non potevamo gareggiare con la loro maglia fino al tesseramento di gennaio. Ma volevano che facessimo l’intera stagione di cross con loro e quindi il nuovo team permette di farlo attraverso la formula del prestito temporaneo».

Intorno ai fratelli Agostinacchio la EF Education EasyPost ha costruito un team dedicato al ciclocross (foto Instagram)
Intorno ai fratelli Agostinacchio la EF Education EasyPost ha costruito un team dedicato al ciclocross (foto Instagram)
Vi hanno garantito tutto il supporto necessario, considerando che il ciclocross è una disciplina completamente nuova per loro?

Sì, il supporto è completo anche se ci sono alcuni dettagli ancora da definire e sui quali stanno lavorando. Per quanto concerne l’attività successiva, quella su strada, ancora non c’è l’ufficialità, sarà il team che penserà a fare l’annuncio e a spiegare i termini.

Voi seguirete tutta la stagione di ciclocross?

Mattia sì, la segue tutta. Appena tornato dal Rwanda inizierà subito con le prime prove italiane. Io invece finisco la stagione su strada il 19 con la Veneto Classic e poi vado in vacanza un paio di settimane e rientrerò a dicembre nel cross. Quest’anno faccio una stagione un po’ ridotta, rinunciando anche agli europei.

Filippo Agostinacchio all’ultimo Giro di Slovacchia. Quest’anno ha vinto 2 gare, con ben 11 top 10
Filippo Agostinacchio all’ultimo Giro di Slovacchia. Quest’anno ha vinto 2 gare, con ben 11 top 10
Farete una stagione più improntata al discorso internazionale?

Immagino di sì, Mattia comunque fino all’europeo farà gare in Italia, perché è al primo anno nella nuova categoria e deve recuperare un po’ di punti UCI per partire davanti nella prova continentale. Io che ho qualche punto UCI dell’anno scorso posso permettermi di andare fino a dicembre senza gareggiare. Ma da dicembre saranno solo gare internazionali, praticamente in Italia facciamo solo la Coppa del mondo che c’è in Sardegna e il campionato italiano a gennaio.

Il grande salto di qualità su strada che avete fatto quest’anno è dipeso anche da quello che avete fatto nel ciclocross?

Sicuramente e siamo d’accordo anche con il management del team per continuare. La squadra è sulla nostra lunghezza d’onda, ci fa mantenere il cross soprattutto per sviluppare le nostre attitudini su strada. Soprattutto pensando a mio fratello che sta diventando sempre più corridore da gare di un giorno e classiche. Si è visto negli ultimi anni come le due discipline si possono conciliare senza problemi, basta solo sapersi programmare.

La vittoria di Filippo al Giro della Valle d’Aosta. Le sue imprese hanno convinto la EF a investire su di lui (foto organizzatori)
La vittoria di Filippo al Giro della Valle d’Aosta. Le sue imprese hanno convinto la EF a investire su di lui (foto organizzatori)
E per te invece che cosa ti ha detto questa stagione?

Su strada ho fatto sicuramente ulteriori miglioramenti, infatti sono riuscito a vincere le mie prime gare, sia al Giro Next Gen che al Valle d’Aosta. Adesso io non so ancora bene che tipo di corridore diventerò, però ho già una consapevolezza maggiore rispetto all’anno scorso.

Questo salto di qualità in che cosa l’hai visto particolarmente?

Soprattutto a livello mentale, perché l’anno scorso a fine stagione già avevo visto che potevo stare là davanti con i migliori. Quest’anno con la Biesse ho cambiato anche calendario, sono riuscito a andare a fare più esperienze internazionali, gare che non avevo mai fatto e ho dimostrato che posso esserci, che sono a quel livello.

Mattia Agostinacchio, attualmente in Rwanda, passa U23 dopo i titoli europeo e mondiale juniores
Mattia Agostinacchio, attualmente in Rwanda, passa U23 dopo i titoli europeo e mondiale juniores
Il fatto che tu e tuo fratello continuiate la vostra attività insieme quanto è importante?

Beh, sicuramente è una bella cosa. Poi Mattia è giovane, quindi penso che qualche anno di guida gliela potrò fare ancora, almeno a livello di supporto morale. Penso che sia più importante per lui, ma anche per me è bello averlo in squadra. Ogni tanto gli dico qualcosa, ma soprattutto nel cross, qualche piccola accortezza tattica, qualche cosa che sbaglia ancora, ma fa tutto parte del processo di apprendimento. E’ comunque un under primo anno, quindi le esperienze le deve fare, deve anche sbagliare. Ma ha una capacità innata di leggere la corsa che io per esempio non avevo.

Mattia Agostinacchio: al Ruebliland cerca la convocazione iridata

04.09.2025
4 min
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La voce di Mattia Agostinacchio esce dal telefono bassa e profonda, nascondendo la sua giovane età dietro un tono sicuro e gentile. Il più giovane dei due fratelli valdostani è alle prese con una leggera influenza che lo ha colpito poco prima del Trofeo Paganessi. Una volta rientrato a casa si è preoccupato di curarsi al meglio per arrivare pronto al Grand Prix Ruebliland, gara a tappe della categoria juniores che si corre in contemporanea al Giro della Lunigiana. La sua assenza dalla Corsa dei Futuri Campioni è una scelta obbligata dal fatto che la Valle d’Aosta non schiererà al via la propria Rappresentativa Regionale

Mattia Agostinacchio, al suo secondo anno juniores, ha raccolto vittorie importanti già in primavera (Photors.it)
Mattia Agostinacchio, al suo secondo anno juniores, ha raccolto vittorie importanti già in primavera (Photors.it)

Oltre le Alpi

Così Mattia Agostinacchio è costretto ad attraversare le Alpi e arrivare fino ai confini con la Germania per correre e preparare questo finale di stagione. L’inverno nel cross ci ha consegnato e fatto conoscere il suo talento, finito anche nel mirino degli squadroni. Mentre la primavera e l’estate hanno enfatizzato la sua capacità di andare forte in bici anche su strada.

«Domani mattina presto si parte – ci dice Mattia Agostinacchio – il viaggio sarà abbastanza lungo, ci aspettano quattro ore di macchina. Se sarò pronto lo si vedrà quando metterò il numero sulla schiena, domenica al Paganessi stavo bene ma avevo già qualche sintomo dell’influenza che mi ha poi accompagnato in questi ultimi giorni».

I risultati del giovane Agostinacchio gli sono valsi una prima convocazione con la nazionale juniores alla Corsa della Pace
I risultati del giovane Agostinacchio gli sono valsi una prima convocazione con la nazionale juniores alla Corsa della Pace
Un quarto posto che vale qualcosa in più allora…

Di gambe stavo bene, credo di aver avuto una buona risposta. In questi ultimi mesi sono migliorato un po’ in tutti gli aspetti. Della preparazione se ne occupa ancora mio fratello Filippo. Mi ha messo qualche ora in più giusto per riuscire ad aumentare il chilometraggio durante le uscite. 

Quindi arrivi pronto per l’ultima parte di stagione?

Vedremo al Ruebliland, al momento non ne sono certo. Ho ancora due giorni per riprendermi pienamente prima di correre in Svizzera. 

Con la maglia dell’Italia è arrivata anche una vittoria di tappa al Trophée Centre Morbihan a giugno
Con la maglia dell’Italia è arrivata anche una vittoria di tappa al Trophée Centre Morbihan a giugno
Quanto ti dispiace non correre il Lunigiana?

Molto, devo essere sincero. Il Ruebliland, in questa edizione, sarà ancora più duro perché nelle tre tappe previste avremo tantissima salita. Avrei preferito andare al Lunigiana perché ha più varietà all’interno delle varie tappe e poi fare cinque giorni di gara permette di mettere qualche chilometro in più. E’ anche vero che correrò altri due giorni una volta tornato in Italia: al Pezzoli e al Buffoni il 13 e il 14 settembre.

In ottica mondiali ed europei ti preoccupa correre lontano dagli occhi del cittì Salvoldi?

No, in queste settimane abbiamo avuto modo di parlare tanto. Siamo stati anche in ritiro a Livigno con la nazionale dal 21 al 30 agosto. Eravamo un gruppetto di cinque che è andato a preparare gli ultimi impegni. Ci siamo allenati bene per una settimana, ma senza esagerare.

Ora Mattia Agostinacchio (il secondo da sinsitra) vuole guadagnarsi un posto per i mondiali di categoria in Rwanda
Ora Mattia Agostinacchio (il primo da destra) vuole guadagnarsi un posto per i mondiali di categoria in Rwanda
Cosa intendi?

Siamo rimasti sulle 20 ore di allenamento, poco più. Un numero buono, vicino alla mia media che di solito si aggira tra le 17 e le 19 ore a settimana. Raramente ho caricato di più e va bene così. 

Hai già visto i percorsi di mondiali ed europei?

Sì, a Kigali saremo sui 120 chilometri con 1.400 metri di dislivello ma ben distribuiti lungo tutto il percorso. Praticamente non ci sarà un metro di pianura. Mentre in Francia i metri verticali saranno meno ma con due salite vere da affrontare a ogni giro. Personalmente preferisco un tracciato come quello del mondiale, quindi meglio recuperare e andare forte per guadagnarsi uno dei tre posti disponibili.