Cinema, ciclismo e Svizzera. Alla scoperta di Lorenzo Rinaldi

01.03.2022
5 min
Salva

Quando abbiamo sentito il protagonista che stiamo per raccontarvi, il titolo da riadattare ai suoi percorsi agonistici e scolastici si è originato quasi da sé. Lorenzo Rinaldi (in apertura, foto Swiss Racing Academy), diciottenne piemontese, corre in bici dal 2019 e frequenta il quinto anno presso l’Istituto per il cinema e lo spettacolo “Federico Fellini” di Torino. Una passione sportiva nata quasi per caso, che ora si sta trasformando in un lavoro all’estero. Una storia da film si potrebbe quasi dire.

Già, perché lo scalatore di Montanaro (paesino del Canavese) è uno dei nostri tanti giovani espatriati per diventare ciclisti. In inverno ha firmato il contratto (per un anno) con la Swiss Race Academy, team continental nato nel 2019 che ha sede a Schenkon, nel Canton Lucerna, di cui Fabian Cancellara è consulente e patrocinatore. Da lì sono usciti sia Stefan Bissegger (cronoman della EF Education-EasyPost, recente vincitore della crono all’UAE Tour) sia Mauro Schmid (della QuickStep-AlphaVynil, primo nel Giro 2021 sul traguardo di Montalcino). Senza dimenticare che nel 2021 la formazione elvetica ha conquistato due tappe al Giro d’Italia U23 con Alois Charrin e Yannis Voisard, due grimpeur da tenere d’occhio anche quest’anno. Insomma, non una squadra qualunque.

Lorenzo Rinaldi, classe 2003, ha iniziato a correre in Mtb a 15 anni. Predilige la salita (foto Fabio Rinaldi)
Lorenzo Rinaldi, classe 2003, ha iniziato a correre in Mtb a 15 anni. Predilige la salita.(foto Fabio Rinaldi)

Approfondiamo quindi la conoscenza di Rinaldi, che si presenta ai nastri di partenza della categoria U23 senza l’assillo mentale dei risultati richiesti ad ogni costo ai ragazzini fin dalle prime categorie giovanili dai loro tecnici.

Lorenzo come hai fatto a farti notare dalla Swiss Racing Academy?

Vincendo una gara in salita a luglio 2020 proprio in Svizzera, a Martigny. Era valevole per il campionato svizzero della montagna. Ero andato su con la Vigor Cycling Team (la sua squadra da junior guidata da Mattia Pozzo, ex pro’ dal 2013 al 2015, ndr). A tre chilometri dal traguardo sono scattato e sono arrivato da solo. Ero contento perché avevo recuperato appieno da un infortunio di qualche mese prima in cui mi ero rotto alcune vertebre. Ho rivinto la stessa corsa poi anche l’anno scorso.

Il contatto con loro come è avvenuto?

Praticamente c’è stato subito dopo quel giorno. Mi chiamò l’ex pro’ Guillaume Bonnafond (dal 2009 al 2018, ndr) che è il loro diesse e preparatore atletico. Iniziò a seguirmi negli allenamenti e verso la fine del 2021 mi fece la proposta di passare U23 con loro. Non ho avuto dubbi quando ho dovuto dare una risposta.

Offerte da team italiani ne avevi ricevute?

Ufficialmente no. C’è stato un attimo, in cui gli svizzeri non mi avevano ancora proposto nulla, che il mio procuratore Raimondo Scimone ha provato a trovarmi squadra, ma tutte ormai erano già formate. Capivo la situazione, d’altronde avevo iniziato ad ottenere i risultati un po’ tardi. In ogni caso non ci sono rimasto male perché nessuna formazione italiana mi ha chiamato.

Rinaldi primo a Martigny nel 2020 dopo la rottura delle vertebre: gli svizzeri lo hanno scoperto così (foto Fabio Rinaldi)
Rinaldi primo a Martigny nel 2020 dopo la rottura delle vertebre (foto Fabio Rinaldi)
Frequenti una scuola per cinematografia, come mai hai fatto una scelta così singolare?

Mio padre è fotografo e mi ha sempre incuriosito il suo settore. Vedevo tutti i programmi che usava per lavorare e così ho deciso di frequentare quell’indirizzo. Ce ne sono pochissimi di istituti simili in Italia. Quest’anno ho la maturità e non so ancora se dovremo fare la tesina, ma piacerebbe farla sulla cinematografia sportiva.

La passione per la bici come è arrivata? Facevi altri sport prima?

E’ stata una serie di cose. Fino al 2016 circa ho alternato tennis, atletica, nuoto e Mtb. Ho fatto questi sport solo per divertimento, mai per agonismo. Nel 2018 ho fatto un paio di gare di fuoristrada, qualche corso di tecnica di guida e niente più. Però in quella stagione ho partecipato ad una serata sul ciclismo organizzata nel mio paese in cui c’era Davide Cassani (all’epoca cittì azzurro, ndr) come ospite. I suoi racconti mi hanno stimolato ed è stato solo l’anno successivo che ho iniziato a correre seriamente da allievo di secondo anno con la Canavese Mtb. Infine ci tengo a ringraziare Mattia Viel (ora alla D’Amico UM Tools, ndr), con cui mi alleno ogni tanto, che mi ha dato sempre tanti suggerimenti importanti.

Chi sono i tuoi idoli?

Un nome su tutti e che magari non vi aspettereste da un ragazzo della mia età: Marco Pantani. Me ne sono innamorato guardando dei video che mi mostrava mio padre. Incredibile. Nell’attualità ammiro Pogacar e Bernal. Diciamo che, essendo alto 1,65 per 52 chilogrammi, osservo molto i corridori che hanno le mie caratteristiche.

Lorenzo Rinaldi è il primo italiano che va a correre nella Swiss Racing Academy, team nato nel 2019 (foto Fabio Rinaldi)
Lorenzo Rinaldi è il primo italiano che va a correre nella Swiss Racing Academy (foto Fabio Rinaldi)
Che impressione hai avuto della nuova squadra?

Buonissima. Sento che è adatta a me perché punta prima alla mia crescita e poi ai risultati. Uguale alla filosofia della Vigor tra gli junior. Siamo stati in ritiro a Calpe dove ho avuto ottime sensazioni in allenamento. E dove ho avuto l’onore di conoscere Cancellara. Anzi, ce l’ho avuto pure a fianco in allenamento e poi in auto durante alcuni spostamenti. Non potete capire l’emozione (dice raggiante, ndr). Sia a me che ai miei compagni ha già dato tanti consigli. E’ molto vicino alla squadra.

Il tuo calendario immaginiamo sarà condizionato dalla maturità.

Esatto. Farò una prima parte di stagione su misura per me. Esordirò il 13 marzo (a Fubine nel 3° Trofeo Porta del Monferrato, ndr) poi vedremo di volta in volta. Da luglio in avanti avrò più tempo per allenarmi e cercherò di ritagliarmi un po’ di spazio, soprattutto nelle gare in salita. In base al programma, è previsto che possa andare nelle case della squadra in Svizzera o in Francia, tra Aix-les-Bains e Chambery dove abita Bonnafond.

Che obiettivi hai per questo 2022?

Difficile da dire. Di sicuro sono felice di poter vivere questa esperienza di vita. Mi confronterò con mentalità diverse, imparerò l’inglese. Comunque vada sarà una stagione di crescita personale molto importante, che mi tornerà utile più avanti.