PRO ha appena lanciato la sella più leggera che abbia mai realizzato: la nuova versione della PRO Stealth Superlight. E’ stata realizzata a mano, con scafo e binari uniti in un pezzo unico di carbonio.
La nuova PRO Stealth Superlight (che si distingue dalla Stealth Curved) è la sella giusta per tutti i ciclisti che vogliono il meglio e puntano alla performance, grazie al design che incoraggia posizioni racing e ad un peso eccezionale (senza però rinunciare al comfort).
Come ha detto Niek Verbakel, Marketing Manager di PRO: «Se stai cercando di risparmiare qualche grammo sulla tua bici personalizzata su misura, una sella PRO Stealth Superlight è la scelta giusta».
I punti di pressione
Va bene, ma come hanno fatto? Si parte da un gran lavoro di studio portato avanti interamente all’interno della sede centrale di PRO, a Eindhoven nei Paesi Bassi. Gli ingegneri del brand sono riusciti ad abbassare ulteriormente il peso della sella in due modi.
Aggiornando la struttura dello scafo in carbonio e distribuendo al meglio l’imbottitura particolarmente leggera, applicata basandosi sulla mappatura dei punti di pressione. In questo modo in casa PRO sono riusciti a limare 15 grammi dalla versione precedente, che si presentava già come una sella eccezionalmente leggera.
Il taglio anatomico e il naso largo consentono di inclinarsi nella massima posizione aerodinamicaIl taglio anatomico e il naso largo consentono di inclinarsi nella massima posizione aerodinamica
Posizione da pro’ e comfort
«Non è solo eccezionalmente leggera, ma è anche straordinariamente comoda per essere una sella così leggera», ha spiegato ancora Verbakel.
Basandosi sul design Stealth, anche la nuova PRO Stealth Superlight si caratterizza per l’ampio taglio anatomico e un naso largo. La combinazione di questi elementi consente ai ciclisti di inclinarsi nella massima posizione aerodinamica senza sviluppare fastidiose conseguenze ai tessuti molli.
Oltre alla posizione, il comfort è ulteriormente migliorato dall’imbottitura in EVA (Etilene Vinil Acetato) molto leggera ma allo stesso abbastanza densa per garantire la giusta comodità anche per le uscite (o le gare, vista la sua attitudine) di vasto chilometraggio.
La Stealth Superlight è disponibile in due diverse larghezze: 142 o 152 millimetriLa Stealth Superlight è disponibile in due diverse larghezze: 142 o 152 millimetri
La 142 pesa 130 grammi
La durabilità nel tempo è poi garantita dalla robusta copertura in PU che garantisce una lunga durata e riduce anche al minimo l’attrito con i pantaloncini da ciclismo. Naturalmente la nuova nata di casa PRO è compatibile con gli accessori del brand olandese.
La nuova sella PRO Stealth Superlight è disponibile in due diverse larghezze: 142 o 152 millimetri. La versione da 142 mm ferma l’ago della bilancia a soli 130 grammi: non a caso, un peso Hors Categorie.
E’ già disponibile presso i rivenditori del brand, consultabili online, assieme a tutti i dettagli della sella.
Quali sono i criteri per scegliere la sella giusta? Una doppia voce, quella di Matteo Trentin e di Hermann Pernsteiner. Due corridori molti differenti per struttura fisica e capaci di fornire delle indicazioni utili a tutti
Shimano mette a punto il fondello per i calzoncini Tenku su misura per la sua sella da gara PRO Stealth. Comfort, igiene e anatomia a livello eccezionale
La “ricetta magica non esiste” e le indicazioni di base, la biomeccanica e i fattori soggettivi devono collimare. Quali sono i criteri da considerare quando si sceglie una sella? Cosa dobbiamo tenere bene a mente quando pedaliamo per evitare problematiche alle zone sensibili del nostro corpo?
Abbiamo domandato a due atleti che si allenano per 30 ore (e oltre) alla settimana e autorevoli anche nelle valutazioni tecniche: Matteo Trentin (UAE Team Emirates) ed Hermann Pernsteiner (Team Bahrain Victorious), molto differenti anche nella struttura fisica. Trentin ha una struttura muscolare importante e potente, il corridore austriaco è il tipico scalatore, più esile e leggero. Entrambi, pur militando in squadre diverse, utilizzano selle Prologo.
Matteo Trentin in azione sul pavé, il corridore trentino è dotato di una struttura muscolare importante
Hermann Pernsteiner, al contrario di Trentin ha un fisico minuto, tipico degli scalatori
Trentin in azione sul pavé, il corridore trentino ha una struttura muscolare importante
Hermann Pernsteiner, al contrario di Trentin ha un fisico minuto, tipico degli scalatori
Può risultare banale, ma consideriamo l’ampia scelta dei prodotti sul mercato. Quali sono i criteri con i quali viene scelta la sella?
TRENTIN: «Senza dubbi, il primo fattore da considerare è la comodità, questa deve essere sopra a tutto. Il mercato attuale offre tante possibilità e molta scelta, anche per le differenti categorie di prodotti, ma il comfort deve essere in cima alle valutazioni. Un altro aspetto è il design del prodotto. Non è corretto scegliere una sella solo perché ci gratifica esteticamente. Non è detto che una sella super performante sia ottimale e adatta alle proprie esigenze».
PERNSTEINER: «Per la scelta della sella adeguata alle mie esigenze, utilizzo dei criteri personali. Non ho una struttura fisica imponente, ho il bacino stretto e appoggi ischiatici ridotti. Diciamo che ho il tipico fisico da scalatore e sono leggero. Preferisco una sella non eccessivamente morbida, anzi piuttosto dura. Associo questo fattore alla stabilità che riesco ad ottenere dalla sella. Inoltre non amo le selle eccessivamente larghe».
Il posizionamento della sella comporta una serie di operazioni, necessarie al benessere e alla ricerca della performance (foto Magneticdays)Il posizionamento della sella comporta una serie di operazioni (foto Magneticdays)
Conta maggiormente una valutazione biomeccanica, oppure la soggettività?
TRENTIN: «Entrambe le cose, ma l’ultima parola e una sorta di verdetto finale deve essere legato alla soggettività. E’ giusto avere dei riferimenti ed è altrettanto importante avere unaposizione in bici corretta, tanto comoda, quanto proficua. Quando si parla di sella, si entra in un argomento molto delicato, dove la soggettività ha un grande peso e valore nelle scelte finali».
PERNSTEINER: «La mia esperienza mi ha insegnato che la soggettività ricopre un ruolo fondamentale nella scelta di un componente importante come la sella. E’ ovvio che sono necessari dei riferimenti e oggi la tecnologia di valutazione ci aiuta in questo. Però l’ultima parola è sempre quella delle sensazioni e dei feedback personali. Se non si è comodi su una sella è necessario cambiare».
Per Trentin non esiste la “soluzione che va bene per tutti”: la sella deve essere adatta alle esigenze personaliPer Trentin la sella deve essere adatta alle esigenze personali
Quanto tempo è necessario per abituarsi alla sella?
TRENTIN: «Se la sella è buona, adatta alle proprie caratteristiche ed esigenze, il feeling è immediato e sono sufficienti un paio di uscite tranquille per trovarlo. Se è necessario adattarsi, se la sella porta a fare movimenti strani e continui, allora non va bene ed è meglio provare qualcos’altro. Partendo sempre dal presupposto, come detto in precedenza, che anche una buona messa in sella è un aspetto fondamentale. Da non tralasciare».
PERNSTEINER: «Sono convinto che per abituarsi ad una sella ci vogliono almeno due o tre settimane. Bisogna prendere il proprio tempo per avere il giusto feeling e valutare in modo soggettivo i diversi fattori che entrano in gioco».
L’austriaco del Team Bahrain predilige selle strette e piuttosto dure, in grado di offrire feeling e stabilità (foto ChalyLopez Team Bahrain)L’austriaco predilige selle strette e dure, per feeling e stabilità (foto ChalyLopez Team Bahrain)
Quali sono i campanelli di allarme che permettono di capire che non è la sella adatta alle proprie esigenze?
TRENTIN: «Quando il componente non è adatto si generano pressioni varie, fin dalle prime pedalate. E questo fa drizzare subito le orecchie. Da lì, se insistiamo si può generare una serie di fattori negativi concatenati tra loro. Inoltre mi preme dire che pedalare non deve essere una sofferenzaeuna buona seduta contribuisce al piacere di stare in bici. Avere una buona messa in sella aiuta a spingere e ad esprimersi nel modo più corretto».
PERNSTEINER: «Quello che ho notato, a livello personale è che una sella non adatta a me influisce in modo negativo sull’espressione della potenza: a un certo punto mi viene a mancare. Lo noto dalle sensazioni e anche grazie all’ausilio del power meter. Poi ci sono fattori legati alla difficoltà di pedalare, dolori generalizzati e problemi di fitting, che si riflettono su scompensi fisici».
Il setting del mezzo è una delle operazioni più delicate d’inizio stagione: coinvolge atleti, biomeccanici e meccanici (foto Team Bahrain/Prologo)Il setting del mezzo è un’operazione delicata: coinvolge atleti, biomeccanici e meccanici (foto Team Bahrain/Prologo)
Nell’arco della stagione, ma anche tra l’inverno e il momento delle gare, cambi la posizione della sella?
TRENTIN: «Sì, posso fare piccoli aggiustamenti, più che altro dovuti all’usura della sella ed è importante capire quando è il momento di cambiarla».
PERNSTEINER: «Non cambio mai posizione. Magari piccoli aggiustamenti, questione di qualche millimetro e preferisco tenere la sella leggermente scaricata sulla parte frontale, a prescindere dalla stagione».
Con o senza foro?
TRENTIN: «Personalmente preferisco il foro. E’ un cardine dal quale non voglio prescindere».
PERNSTEINER: «Non utilizzo le selle con il foro e con il canale di scarico. Le ho provate, ma le trovo più flessibili, inoltre quando è capitato di provarle mi sposto parecchio pedalando e non mi trovo a mio agio».
Con o senza, trovi delle differenze sostanziali?
TRENTIN: «Uso le selle con il buco di scarico ormai da tanti annie la sua presenza, mi aiuta a scaricare molto la pressione perineale. Per me è un vantaggio, che si riflette in modo positivo quando bisogna stare in bici per tante ore. Considerando che noi ci alleniamo per 30 ore alla settimana, la sella non è un semplice dettaglio» .
PERNSTEINER: «Credo che ci siano aspetti personali, ma essendo leggero e non avendo problematiche di pressioni, la sella senza il canale mi offre delle sensazioni migliori».
Una Prologo Scratch M5 per Trentin, quindi una sella corta
Il modello Zero C3 con gli inserti CPC, la sella scelta da Pernsteiner
Una Prologo Scratch M5 per Trentin, quindi una sella corta
Il modello Zero C3 con gli inserti CPC, la sella scelta da Pernsteiner
Quale modello utilizzi?
TRENTIN: «Prologo, che è sponsor del team. Io utilizzo la Scratch M5 Pas, quindi una sella corta. Il feeling è stato immediato fin dalla prima volta che l’ho utilizzata e da quel momento sono rimasto su questo modello, senza variazioni anche nel corso della stagione».
PERNSTEINER: «Uso la Prologo Zero C3 CPC. Mi trovo bene con lo shape di questo prodotto e con gli inserti CPC che offrono un maggiore grip, rispetto ad una sella tradizionale. Trovo dei benefici in diverse situazioni, ad esempio quando piove e passiamo molte ore sotto la pioggia. Il CPC aumenta la mia stabilità. Posso dire inoltre che nel corso di una stagione cerco di non cambiare la sella che ho sulla bici delle gare e su quella da allenamento ne cambio un paio, ma sempre dello stesso modello».
Le indicazioni fornite dai pro offrono degli spunti utili per la scelta del prodotto più consono alle proprie esigenze (foto Prologo)Le indicazioni fornite dai pro offrono degli spunti utili per la scelta del prodotto più consono alle proprie esigenze (foto Prologo)
Hai detto che la sella è un argomento delicato. Un tuo consiglio utile che possono sfruttare gli appassionati di bici e gli amatori in genere?
TRENTIN: «La scelta della sella giusta non prevede la formula perfetta e una ricetta magica che va bene per tutti. Non esiste un solo prodotto che è perfetto per tutti i ciclisti. Il comfort quando ci sediamo diventa anche sinonimo di benessere. Quando stiamo comodi pedaliamo più forte e più a lungo, quando siamo scomodi la performance non è ottimale».
PERNSTEINER: «Una sella deve essere confortevole prima di tutto e il comfort diventa anche un fattore soggettivo. Quello che è perfetto per me, può non esserlo per qualcun altro. Bisogna essere in grado anche di fare delle piccole valutazioni sulle proprie esigenze e caratteristiche. Comunque una sella non deve dare problemi e deve garantire sempre una buona fluidità in tutti i movimenti».
Il bike fitting di Quetri è dinamico. Il biomeccanico veneto analizza le posizioni nell'arco di una seduta e le rielabora nel corso della carriera dell'atleta
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