Felix Engelhardt, signori. Uno che andrà lontano…

27.03.2023
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Quando Felix Engelhardt ha vinto la Per Sempre Alfredo, alcuni sono rimasti sorpresi. Dimenticando che parliamo del campione europeo U23 in carica. Di un corridore finito nella top 10 del Giro d’Italia di categoria. Uno di quelli appartenenti a buon diritto alla nidiata di campioni in erba che popolano il ciclismo europeo e tedesco in particolare, se pensiamo all’ancor giovane Kamna da una parte e all’iridato junior Herzog dall’altra.

Su Engelhardt il Team Jayco Alula aveva messo gli occhi da tempo, lo ha inserito in squadra facendogli fare subito esperienze importanti se si pensa che ha già fatto 20 giorni di corsa e ha in programma un evento importante come l’Amstel Gold Race. Un corridore che ha anche forti legami con l’Italia: ad esempio è qui da noi che è sbocciata la sua passione.

La volata vincente alla Per Sempre Alfredo, battendo Stewart (Bolton Equities) e Foldager (Biesse Carrera)
La volata vincente alla Per Sempre Alfredo, battendo Stewart (Bolton Equities) e Foldager (Biesse Carrera)

«Molto ha influito la mia famiglia – racconta il 22enne di Ulm, la città natale di Einstein – vengo da una famiglia di granfondisti, mio nonno e mio padre hanno partecipato spesso alla Maratona dles Dolomites e alla Nove Colli. Ci si trasferiva con tutta la famiglia e vederli così entusiasti, vedere quel tipo di gare mi contagiava. Prendevo il roadblog di mia madre e cominciavo a girare con la mia bici: mi piaceva, ma volevo anche provare l’agonismo. Così ho contattato il club della mia città. Andavo sempre meglio, cominciavo a vincere, sono arrivato anche in nazionale junior. Poi ho fatto 4 anni nel Ktm Tirol Team».

Tu sei stato lì 4 anni, quanto è stato importante per la tua crescita?

Molto, abbiamo disputato una gran quantità di gare in Italia, dal Giro Baby al Tour of the Alps, ma anche prove più piccole e posso garantire che tutte sono state importanti per imparare. Ma quel che è contato di più è che era una squadra nella quale dovevi metterci del tuo, impegnarti in prima persona, non era tutto scontato come avviene nelle WorldTour. E’ servito molto per crescere non solo come atleta, ma anche come persona, mi ha permesso di maturare.

Engelhardt è già riconosciuto dai tifosi, anche in Italia. Un po’ la sua seconda patria
Engelhardt è già riconosciuto dai tifosi, anche in Italia. Un po’ la sua seconda patria
Sei arrivato quest’anno in un team WorldTour: quali differenze hai trovato?

Tantissime, sono un professionista a tutti gli effetti, qui capisci che è un lavoro vero e proprio, dove tutto viene fatto per metterti nelle condizioni migliori ma dove anche tu devi impegnarti al massimo per ottenere risultati. Quando ho corso la Strade Bianche, confrontandomi con tutti quei campioni ho capito che il livello limite è altissimo, raggiungerlo non è semplice. A quei livelli anche una piccola cosa fa la differenza. Non ci sono solo i campionissimi, vanno tutti incredibilmente forte e il ritmo è sempre molto alto. Credo che il principio sia questo: nelle gare normali ci sono almeno 30-40 corridori che vanno davvero forte, in quelle WorldTour ce ne sono 200…

Tu sei un corridore molto veloce, ti consideri uno sprinter o pensi di avere altre caratteristiche?

No, non credo di essere un velocista. Ho un buono sprint, questo è certo, ma che può servire per volate di 30, massimo 40 corridori, al termine di corse difficili, con un po’ di salite brevi. Un po’ come sono i percorsi in Germania.

A proposito della Germania, il ciclismo quanto è popolare nel tuo Paese?

Diciamo che sta crescendo e tornando ai tempi dei grandi campioni che hanno arricchito la storia del ciclismo tedesco. Questo grazie anche alle classiche di Amburgo e Francoforte che sono molto seguite e anche al Giro di Germania. Il fatto che sia tornata una corsa a tappe è davvero un bene per lo sport tedesco. Ora è trasmesso dalla rete Tv principale, questo serve molto alla sua popolarità.

Per 4 anni alla Ktm Tirol, il teutonico è sempre andato in crescendo, gareggiando molto da noi
Per 4 anni alla Ktm Tirol, il teutonico è sempre andato in crescendo, gareggiando molto da noi
Molti ti considerano un corridore per gare d’un giorno, ma tu sei stato 6° al Giro d’Italia. Pensi di poter emergere anche nelle corse a tappe?

Credo che sia una domanda alla quale potrà rispondere solo il tempo. Sono ancora giovane e in crescita. Nel ciclismo di oggi devi essere in grado di fare tutto. A me le corse a tappe piacciono, ma non posso certo considerarmi uno scalatore, sono un po’ troppo pesante fisicamente. Posso magari emergere nelle corse a tappe brevi e in qualche tappa specifica, entrando in un gruppo ristretto. Poi vedremo come evolverò.

C’è un corridore di oggi o del passato al quale ti ispiri, che ti è più simile?

Ho sempre ammirato Michael Matthews, ha caratteristiche molto simili alle mie. Diciamo che credo sia un po’ più veloce, ma per il resto mi ci rivedo. E’ un corridore completo, può fare qualsiasi cosa: emergere in brevi corse a cronometro come in tappe davvero difficili come ha fatto lo scorso anno al Tour. E’ straordinario e l’ho sempre ammirato. Un altro che mi piace molto e a cui credo di somigliare è Daryl Impey. Chiaramente anche lui è un po’ più forte di me, spero di raggiungere i suoi livelli.

Il tedesco alla Coppi & Bartali. Nato il 19 agosto 2000, lo scorso anno ha vinto l’oro agli europei U23
Il tedesco alla Coppi & Bartali. Nato il 19 agosto 2000, lo scorso anno ha vinto l’oro agli europei U23
In Italia hai corso spesso, anche negli anni scorsi. Come ti trovi qui?

Mi piace molto l’Italia e mi piacciono le corse italiane. Mi sento un po’ a casa, anche perché mio nonno era italiano, abbiamo ancora dei parenti nelle Dolomiti e trascorro molto tempo in Italia. Mi piace molto la cultura che si respira da queste parti.

Quali sono i tuoi obiettivi e quale pensi sia una gara più adatta a te?

Penso che l’importante sia continuare a crescere, acquisire sempre maggiore esperienza e feeling con la squadra. Abbiamo iniziato bene, anche meglio del previsto per quel che mi riguarda, la squadra ha molta fiducia in me e mi offre grandi opportunità e io voglio continuare a sfruttarle.