Il bike brand austriaco Ktm ha recentemente rinnovato la propria partnership di sponsorizzazione e supporto con il team Ktm Alchemist Powered by Brenta Brakes, una delle compagini cross più competitive e titolate del nostro paese.
La casa di Mattinghofen, impegnata nel settore della costruzione di biciclette dagli anni ’60, è oggi una realtà importante ed affermata nel panorama ciclistico internazionale. In Italia ha un larghissimo mercato. Un successo che ha origine dalla predisposizione di progetti altamente innovativi e ben pianificati con l’obiettivo di soddisfare appieno le esigenze della propria clientela.
La bici usata dal team Ktm Alchemist sarà la Bikes X-Strada La bici usata dal team Ktm Alchemist sarà la Bikes X-Strada
Un connubio vincente
«I piloti sono importanti… ma i mezzi sono fondamentali! Si può essere o meno d’accordo con questa ricorrente affermazione», ha dichiarato Simone Samparisi, il General Manager del Ktm Alchemist Powered by Brenta Brakes.
«Una cosa è certa, se vuoi vincere, o per lo meno giocartela, la bicicletta deve essere perfetta e per esserlo la base deve essere solida e performante. Proprio per questo sono davvero entusiasta nel poter annunciare questo rinnovo con Ktm, una vera e propria garanzia per quanto riguarda noi ed i nostri atleti. Avere al nostro fianco un colosso come Ktm è sia un onore quanto un privilegio. Siamo certi che i nostri rider avranno dalla loro parte mezzi super affidabili e assolutamente sempre all’altezza della situazione. Da sottolineare che la bontà costruttiva della casa austriaca è molto apprezzata non solo dai corridori ma anche da tutto lo staff tecnico cha sa di lavorare con mezzi altamente affidabili, un arma segreta e spesso vincente soprattutto nelle corse a tappe».
Lorenzo Samparisi, rider del team Ktm Alchemist Powered by Brenta Brakes Lorenzo Samparisi, rider del team Ktm Alchemist Powered by Brenta Brakes
«Siamo molto contenti di poter affiancare anche per la stagione 2022 il team della famiglia Samparisi (ha ribattuto Fausto Maschi, il responsabile per il mercato Italia di Ktm). Un sodalizio quello valtellinese che per noi rappresenta un elemento di sponsorship ideale in quanto divide la propria attività agonistica tra Mtb e, appunto, cross. Offrendo così alle nostre biciclette e al nostro marchio ben evidente sulle maglie una copertura mediatica tutto l’anno. A questa positiva esposizione aggiungiamo poi i risultati, positivi e soddisfacenti in entrambe le discipline».
Francesca Baroni (foto Ivan Previsdomini) Francesca Baroni (foto Ivan Previsdomini)
Allestimenti al top
I piloti bianco-arancio avranno a loro disposizione tutti i mezzi top di gamma proposti da Ktm, dalla front, alla full e fino alla cross per quando poi tornerà la stagione del fango. Sia la Myroon che la Scarp, rispettivamente il modello front e la bi-ammortizzata della casa austriaca, saranno della gamma Exonic, montate con trasmissione wireless Sram XX1 AXS e previste di sospensioni Fox. Lo stesso gruppo Sram sarà presente anche sulle X-strada Master, il modello dacross che Ktm ha presentato in un edizione completamente rivoluzionata. Più classica invece la specialissima, sempre di linea Exonic ed equipaggiata con il nuovo ed inedito Shimano Dura Ace Di2 2022.
Luca Mozzato corre per i francesi della B&B Hotels-KTM, sodalizio che stagione dopo stagione rafforzi il rapporto di collaborazione con il marchio austriaco di bici. Abbiamo chiesto al corridore venete di parlarci della sua bicicletta
Il marchio KTM viene fondato nel 1934 da Hans Trunkenpols ed inizialmente era un’officina per cicli e motocicli. Nel corso degli anni la fabbrica si amplia, fino a produrre il primo motociclo; era il 1951 (il modello R100). La terza divisione della fabbrica, aggiunta in seguito, produce radiatori e si affianca a quelle dei motocicli e delle biciclette, inglobate nel medesimo sito produttivo.
La “vecchia” insegna della fabbrica KTM, ancora esposta in uno dei capannoni. La “vecchia” insegna della fabbrica KTM, ancora esposta in uno dei capannoni.
Da allora molto è cambiato, perché nel 1991 l’azienda viene smembrata in tre società ben distinte, tutte accomunate dal marchio KTM. Le due realtà più famose sono quelle di moto e bici, che pur avendo molto in comune, sono due aziende separate tra loro. Il nostro viaggio ci porta a visitare la sede di KTM Bikes, la KTM Fahrrad GmbH.
KTM Bikes, immagine e sostanza oltre la bici
Siamo a Mattighofen nel cuore dell’Austria, circa 50 chilometri a nord di Salisburgo, dove l’HQ dell’azienda ha mantenuto la sede e l’identità (qui c’è anche la compagine motoristica). La cittadina è sostenuta da un marchio, un colosso mondiale che alimenta altre categorie merceologiche extrasettore. Solo entrando in una realtà come questa, ci si rende conto di cosa può significare la frase “bikes Made in Austria” e dell’operatività di un sito come questo e, in un certo senso cosa significa una fabbrica di biciclette.
Abbiamo imparato a conoscere KTM Bikes grazie alle sponsorizzazioni dei team pro’, per via dei suoi colori iconici e anche grazie alle e-bike. Il marchio black-orange è stato uno dei primi a credere e spingere con forza la categoria delle bici elettriche. Questo segmento è un traino non solo per la bici, ma per l’industria intera e altre aziende hanno emulato l’approccio di KTM. Il legame con la bici elettrica è stato una sorta di detonatore che ha permesso di attivare una serie di meccanismi evolutivi: ad esempio l’ingresso di ingenti capitali extrasettore. Pensiamo al colosso Bosch, che fornisce le unità elettriche per le biciclette. Possiamo solo immaginare gli enormi investimenti che si celano.
Si tratta di un sito produttivo che conta 30.000 mq e che è in costante evoluzione. Ogni capannone assolve ad un compito ben precisoUn sito produttivo che conta 30.000 mq e che è in costante evoluzione
Mix tra modernità e storia
Il complesso di Mattinghofen fa della modernità un biglietto da visita. Non si tratta “solo” di una struttura avveniristica, ma di una facility sempre attiva, che non dorme mai e che brulica di personale: ci lavorano 480 persone circa (400 operai, 80 impiegati)! Il sito è in costante espansione ed è a tutti gli effetti un polo tecnologico. I progetti delle bici sono ingegnerizzati e nascono al suo interno, prendono forma e si sviluppano proprio qui. C’è l’immenso capannone dedicato all’assemblaggio, che può raggiungere il numero di 1.400 biciclette montate in un giorno e copre una superficie di circa 5.000 metri quadri. Tante postazioni di montaggio, ognuna con il suo operatore che viene rifornito di continuo di telai e componenti. Il supporto tecnologico/informatico dei macchinari si integra alla perfezione con la manualità degli operai: organizzazione, programmazione, ma anche ordine e metodo.
Più defilata c’è una zona dedicata all’assemblaggio delle ruote. Un marchio di bici che monta le ruote in casa? E’ proprio così e lo fa con un’enorme capacità produttiva, fino a 3.000 al giorno e ognuna di queste con una costruzione specifica (in base alla categoria di bicicletta). Le strutture più datate vengono sostituite da capannoni ampi e moderni, meccanizzati e automatizzati. Ad esempio il magazzino dei ricambi e degli accessori, che copre uno spazio di 4.500 metri quadri (ai quali ci sono da aggiungere gli uffici).
Il reparto di assemblaggio, ordinato e con ritmi frenetici
Sempre all’interno del reparto di assemblaggio, ma più defilato, un sistema su più punti e dedicato alla costruzione delle ruote
Il reparto di assemblaggio, ordinato e con ritmi frenetici
Nel reparto di assemblaggio, un sistema dedicato alla costruzione delle ruote
Incredibile reparto verniciatura
C’è un reparto verniciatura, che è tra i più grandi d’Europa (per quanto concerne il settore della bicicletta). Poi c’è ne uno dedicato al controllo qualità, dove fa bella mostra la macchina 3D che dà forma alle prime bozze dei disegni. Quali saranno i volumi delle tubazioni delle prossime bici? Qui lo possiamo vedere in anteprima.La logistica ha un nuovo magazzino che arriva a contenere 28.000 biciclette: “visto da dentro” è impressionante. E’ diviso in due settori, uno dove i cartoni delle biciclette vengono spediti, uno dove i 28.000 bike-box sono scaffalati! Ci sarebbe piaciuto vedere il reparto R&D e documentare le bici del futuro, ma lì è tutto top secret (ci stà).
Una piccola parte del tunnel verniciatura. Nell’intero sito non si percepisce il minimo odore di vernice
I loghi e le decalcomanie sono tutte applicate a mano
Una volta controllati e validati, i telai passano al reparto montaggio
Quanto ci sarebbe piaciuto entrare nel reparto R&D e sbirciare i progetti del futuro
Una piccola parte del tunnel verniciatura. Nell’intero sito non si percepisce il minimo odore di vernice
I loghi e le decalcomanie sono tutte applicate a mano
Una volta controllati e validati, i telai passano al reparto montaggio
Quanto ci sarebbe piaciuto entrare nel reparto R&D e sbirciare i progetti del futuro
Le nostre considerazioni
Ci piace chiudere questo articolo con una frase: «la sostanza che va oltre l’immagine». Solo entrando in una realtà come quella di KTM Bikes, oltre 30.000 metri quadri di superficie, ci si rende conto di cosa significa la frase “bikes Made in Austria” dell’operatività che necessita un’azienda di questo calibro e di come la tecnologia viene integrata a supporto della manualità. Non esiste solo l’Asia, non c’è solo il far east. Viviamo in un mondo globalizzato, dove nell’industria tutto si interseca e tutto è collegato. 28.000 biciclette stoccate dentro un’enorme capannone (che viene svuotato in meno di una settimana e riempito nuovamente in men che non si dica), non è un numero a caso e solo in parte, rende l’idea di quanto il segmento della bicicletta è forte ed in crescita.