E’ un anno importante per l’Hagens Berman Jayco, dopo aver stretto una importante collaborazione con il Team Jayco+AlUla. Axel Merckx, che della squadra è il mentore, ha sempre detto che il suo non è un devo team, ma è un semplice riferimento per la squadra australiana, il che significa che anche gli altri team possono accedere ai suoi gioielli e provare a convincerli a firmare il contratto.
Per la formazione americana è un passaggio fondamentale anche dal punto di vista prettamente italiano, perché per la prima volta vestiranno la sua casacca due corridori nostrani, Samuele Privitera e Mattia Sambinello, arrivati non senza sorpresa alla corte del dirigente belga che molto crede nelle loro possibilità.
Ritorno dei ritiri in Toscana
La stagione del team è iniziata con una semplice presa di contatto a dicembre, ma il primo vero raduno, dove si lavorerà insieme e si prenderanno le misure alla nuova stagione avverrà nella prima decade di febbraio, in una sede diventata inconsueta, Castagneto Carducci. Sì, proprio quel territorio che nel secolo scorso era metà di quasi tutti i team professionistici italiani (e non solo…) vedrà i ragazzi dell’Hagens percorrere le sue strade, inizialmente gli europei, poi si aggiungeranno coloro che vengono da oltreoceano.
«Ci sono stati tanti cambi nella nostra squadra – ammette Merckx – ci ritroviamo con il 70 per cento del team rinnovato, è come ripartire da zero. E’ una bella scommessa, vediamo il gruppo come crescerà, ma servirà tempo e pazienza anche se so che la stagione ci regalerà i nostri momenti. Dobbiamo anche considerare che abbiamo in squadra molti ragazzi ancora alle prese con gli impegni scolastici, quindi è tutto un discorso in divenire».
La sensazione però è che, rispetto al passato, manchi il leader, il corridore di riferimento per tutti…
All’interno del gruppo un vero e proprio leader non c’è mai stato, forse qualcuno faceva più risultati di altri ma questo non influiva sui rapporti di forze. D’altronde nel team c’è anche chi ha già ottenuto risultati di un certo peso, ad esempio Hamish McKenzie bronzo ai mondiali U23 nella cronometro o Ben Wiggins sul podio iridato da junior sempre contro il tempo. La base c’è, serve il lavoro. Con il nuovo sponsor poi abbiamo più sicurezza e tranquillità anche perché il contratto ci copre per 3 anni, pur lasciandoci pienamente liberi e soprattutto lasciando liberi i ragazzi di fare le loro scelte.
Come va a proposito la collaborazione con il team australiano del WorldTour?
Molto bene, è parso sin da subito evidente che lavoriamo con la stessa mentalità. Vogliamo costruire qualcosa che invogli i corridori a venire, da qualsiasi angolo del mondo provengano. Come da noi, al Team Jayco-AlUla condividono la ricerca di un ambiente di lavoro tranquillo e all’insegna della concentrazione, di un impegno serio in qualsiasi momento della giornata, in corsa e fuori. Siamo ancora all’inizio, ma c’è molta condivisione d’intenti e un contatto pressoché continuo.
Da quest’anno il vostro team si veste anche di tricolore con due ragazzi italiani. Che impressione ne hai avuto?
Ottima, sono due giovani promettenti che hanno voglia di fare e che si sono approcciati a questa nuova realtà con lo spirito giusto. Non hanno un passato esaltante, non sono l’Herzog della situazione ma questo significa solo che hanno spazio per imparare e maggiori margini di crescita. La prima cosa che ho notato conoscendoli è che avevano voglia di esserci, di condividere quest’esperienza all’estero, fare qualcosa di diverso anche in una realtà non della loro lingua. Privitera era già stato con noi in ritiro nel 2023, Mattia si è mostrato serio e intelligente, sono molto ottimista su di loro.
Hanno avuto difficoltà di adattamento?
Nessuna, hanno mostrato subito voglia di lavorare e fatto gruppo con gli altri. Forse addirittura hanno “troppa” voglia di fare, ma lì sta a noi guidarli nella maniera giusta. Per il resto sono esattamente come gli altri, partono tutti dallo stesso punto, non ci sono capitani e gregari.
Il calendario lo avete già studiato?
Per sommi capi, ma ne parleremo in ritiro. Non sarà comunque molto diverso da quello del 2023, speriamo nell’invito al Giro Next Gen e di fare bene in quell’occasione come in passato. Inizieremo a marzo, con parte della squadra all’Istrian Spring Trophy e l’altra parte al Tour of Rhodes in Grecia.
Sei ottimista?
Mi sentirei di dire che sono semplicemente realista. Abbiamo una buona squadra e soprattutto abbiamo un progetto che non si esaurisce in questa stagione ma comprende tre anni, quindi abbiamo tempo per fare un buon lavoro. So che già quest’anno qualche risultato arriverà all’altezza delle stagioni passate, ma il nostro occhio dovrà guardare più lontano. E’ questo il nostro compito.