Waterways Experience: a Treviso si chiude il cerchio

26.06.2023
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L’ultimo episodio della nostra esperienza alla scoperta delle vie d’acqua del Veneto ci fa ripartire da Mogliano Veneto. Cittadina di origine romana che trae il suo nome da quelli che erano i possedimenti di tale Molius. La nostra ultima pedalata parte da qui e si snoda lungo le sponde del Sile, direzione Treviso.

Hotel The Foscarini

La notte l’abbiamo trascorsa ospiti dell’Hotel The Foscarini, un bike hotel nato in questi ultimi anni e diventato un punto di riferimento per appassionati e non solo. Chiunque ami la bici, in tutte le sue forme, da queste parti trova i servizi giusti. In questa villa storica del 1600 è stata creata un’intera area dedicata ai ciclisti. The Foscarini è il punto di partenza ideale per raggiungere i principali percorsi ciclabili, tra cui quello che intraprendiamo noi. 

Il Sile

Le nostre ruote girano sulle strade della provincia di Treviso e ci portano fino a Casale sul Sile. Da qui prendiamo il percorso numero 7, con destinazione appunto: Treviso. Il lento scorrere del Sile e la sua ciclabile sono un teatro a cielo aperto, pronti ad accogliere sportivi di tutte le tipologie. Dalle bici, di qualsiasi genere, fino alle canoe, che sulle larghe sponde si lanciano in acqua per godere di questo panorama da un diverso punto di vista. 

Una delle aree più spettacolari che ci si apre davanti agli occhi è il “cimitero dei burci”, situato all’interno del Parco Naturale Regionale del Fiume Sile. Le imbarcazioni, delle quali vi abbiamo raccontato nel primo episodio di questa esperienza, furono abbandonate negli anni ‘70. 

Treviso

Nella città entriamo dalla Porta San Tommaso, situata a nord e raffigurante un leone, a richiamare il legame con la Repubblica di Venezia. Uno dei siti principali è Piazza dei Signori, situata al centro di Treviso, è il suo luogo di maggior importanza storica. Costruita nel XIII secolo ha ospitato nei secoli i palazzi dell’antica signoria trevigiana, da qui il nome Piazza dei Signori. 

Treviso è una città che lega parte della sua esistenza all’acqua, è infatti attraversata da diversi canali. I quali creano delle “vene” interne alla città, e regalano particolari scorci, che rendono così Treviso un posto suggestivo. 

Slow Flow

Buona parte dell’organizzazione di questa Waterways Experience è stata ideata e coordinata da Slow Flow. Un progetto che ha la volontà di riunire le diverse facce della Regione Veneto con quello che è un modo di viaggiare lento e sostenibile. Ritrovare i ritmi e capirne l’importanza, perché non si può apprezzare una città o un territorio, senza immergersi nella sua più intima natura

Il progetto è in sé legato alle via dell’acqua, tesoro azzurro che in Veneto ha sempre avuto un ruolo importante per lo sviluppo della società. Attraversare e riassaporare questi luoghi aiuta a farli tornare a vivere, riscoprendo valori che si sono via via sbiaditi nel tempo.

Gravel in the Land of Venice

NEGLI ARTICOLI PRECEDENTI

Gravel in the Land of Venice: la Waterway Experience
Waterway Experience, giorno due: tra Padova e Barene

Waterway Experience, giorno due: tra Padova e Barene

23.06.2023
4 min
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MONTEGROTTO TERME – Il secondo giorno della nostra esperienza “Waterway Experience” firmata dal progetto Gravel in the Land of Venice e coordinata insieme a Slow Flow, parte ancora da Montegrotto Terme. Questa volta la direzione cambia e si pedala verso Padova, seguendo sempre il canale Bisatto. L’arrivo in città ci apre scenari sempre più suggestivi, iniziando dall’Osservatorio Astronomico

Il Battistero

Tra le perle della città di Padova c’è il Battistero della Cattedrale, una fetta di storia della città, custodita da essa come uno scrigno contenente diamanti preziosi. Edificato negli anni ‘70 del XIV secolo, quando a Padova governava la famiglia dei Carraresi. Quella che è stata una delle famiglie più importanti che si è stabilita sul territorio aveva, già ai tempi, una corte florida dal punto di vista culturale. Nonostante questa grande disponibilità di arti e mestieri fu un pittore foresto ad affrescare il Battistero: Giusto De Menabuoi. 

Il pittore prese ispirazione dalle opere di Giotto ed in tre anni di lavori intensi il Battistero viene terminato. Aprire quell’antica porta di legno, che dà su Piazza Duomo, equivale ad entrare nei segreti e nella mente di Giusto De Menabuoi. Lo spettacolo è immenso e nell’ammirarlo bisogna partire dall’alto: dalla volta. Un cerchio con al suo interno raffigurato Cristo Pantocratore, attorno alla figura si apre una corona di santi che termina con la rappresentazione della Vergine. Posizionata in asse al Cristo, come un fermaglio in una corona di perle. Man mano che si scende l’occhio si perde tra raffigurazioni di antico e nuovo testamento, il filo conduttore di queste scene è il blu della veste di Cristo e di Maria. 

La via “blu”

La Waterway Experience animata da Slow Flow e Gravel in the Land of Venice ci porta a seguire il fiume Piovego. Una strada blu che nel suo scorrere passa anche da Dolo, sede di arrivo della nostra giornata.

Dolo nell’antichità è stata un punto di riferimento commerciale e non solo, vista la strategica posizione tra Padova e Venezia. All’interno della città sono ancora presenti i resti di uno squero, antichi cantieri navali dove si costruivano le barche. Alla cittadina, che sorge in provicia di Venezia, si giunge passando accanto alle ville della Riviera del Brenta. La più importante è villa Pisani a Stra che nelle sue 114 stanze ha ospitato Re, Dogi ed Imperatori ed ora è Museo Nazionale. 

Api e Barene

Il nostro pedalare si interrompe all’Azienda Ape Agricola, gestita da Roberto Stefani che dalla sua passione verso le api ha poi creato questa realtà. 

«Si tratta di una produzione – racconta – che nasce interamente sui Colli Euganei e dai territori della Laguna di Venezia. Il nostro è un miele che ogni anno varia di produzione e gusto, dipende dal tempo e soprattutto dalla “volontà” delle api, le quali sono estremamente sensibili ai cambiamenti, un esempio può essere legato alla produzione del miele millefiori. Un nome che fa intendere subito la grande varietà al suo interno, tuttavia ogni anno cambia a seconda della fioritura e della disponibilità di polline. 

«Un’altra specialità della zona – conclude Roberto – è il miele di Barena: si tratta di una porzione di territorio che si è formato nel corso dei millenni. Il processo è estremamente delicato, i fiumi hanno portato a riva detriti e sedimenti che hanno formato queste lingue di terreno. La loro caratteristica è che sono soggette alle maree, per questo fioriscono diverse tipologie di fiori, tra cui il limonium, dal quale nasce il miele. Nel periodo tra giugno e settembre, mesi in cui fiorisce il limonium, vengono portate le api sulle Barene ed inizia la produzione del miele».

Gravel in the Land of Venice

Gravel in the Land of Venice: la Waterway Experience

19.06.2023
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MONTEGROTTO TERME – Il progetto “Gravel in the Land of Venice” prosegue con il tour organizzato assieme a Slow Flow: il “Veneto Waterways Experience” prevedeva tre giorni di pedalata tra i sentieri gravel del Veneto ed i segreti in essi nascosti. Al primo giorno la partenza è avvenuta a Montegrotto Terme e dopo una breve pedalata ci ha accolto Villa dei Vescovi. Su questa parte dei Colli Euganei, le ville si susseguono, appoggiate su irti pendii, verdi balconi dai quali si affacciano queste magnifiche opere d’arte

Villa dei Vescovi

La sua bellezza inizialmente spiazza il visitatore che non si aspetta di trovare dietro un remoto angolo, accanto ad una stradina, uno spettacolo del genere. Villa dei Vescovi è parte del patrimonio del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano). La struttura è del 1500, anche se la prima costruzione risale al 1077, si trattava della chiesa di San Martino, poi spostata nel corso dei secoli. 

L’impianto della villa e la sua costruzione sono opera del volere di Francesco Pisani, figlio della famiglia Pisani dal Banco. L’intento era quello di costruire un rifugio dalla vita da Vescovo, nel quale coltivare le sue passioni: tra le principali c’erano lo studio della storia greca e romana. La struttura di Villa dei Vescovi è infatti pensata come quella di una domus romana, con un impianto centrale quadrato. Si tratta di un unico blocco che sorge dalla collina a dominare il paesaggio circostante. 

Museo del Vino

La pedalata gravel tra i vari sentieri prosegue sulla ciclabile dei Colli Euganei, circondati da distese di campi coltivati che terminano in prossimità delle prime montagne. Si arriva a Vo’ Euganeo, dove è possibile immergersi nella storia geologica locale, dalla quale è nata poi la coltivazione della vite. La formazione dei colli euganei avviene tra i 43 ed i 33 milioni di anni fa. Attraverso un’attività sub-vulcanica che porta alla nascita di “coni” e “cupole” di rocce: riolite, trachite e latite. 

Lo studio della geologia è alla base dell’attività di coltivazione della vite, la quale occupa 2.500 dei quasi 19.000 ettari del Parco Regionale dei Colli Euganei. Ci accoglie Andrea Gianesini, segretario del Consorzio Vini. 

«Uno dei ragionamenti fatti quando è nato il Museo del Vino – racconta – è stato capire che impronta dargli. Abbiamo voluto spiegare la viticoltura dei Colli partendo dalla storia che parte fin dall’antichità. La collaborazione con il territorio è importante, per questo abbiamo aperto anche alle visite delle scuole, di tutti i tipi. A partire dai bambini delle scuole elementari fino ad arrivare agli studenti di agraria, i quali si immergono maggiormente nel discorso tecnico». 

Le vie d’acqua

Il nostro percorso ciclabile ci conduce fino a Este, per poi arrivare a Monselice dove scorre il canale Bisatto. Nome dato dagli abitanti a causa della sua forma che ricorda un’anguilla: bisatto in dialetto padovano. Navigando su queste calme acque, le quali una volta erano la principale via di comunicazione e di commercio, si arriva fino alla diga della Conca. Si tratta della seconda più alta d’Europa, che collega il Bisatto con il fiume Bacchiglione. Dopo pochi minuti di navigazione, nel paese di Battaglia Terme, ci fermiamo al Museo della Navigazione

«Territorio di grande attività portuale – racconta Maurizio Uliana, presidente dell’Associazione TVB (Traditional Venetian Boats) – quindi, navigazione, e l’imbarcazione principale è il Burcio. Come tutte le barche da laguna o canale, ha il fondo piatto, non essendoci le profondità per navigare con altre imbarcazioni. La prua sale dal fondo, questo stratagemma serviva ai barcari per caricare la stiva. Infatti le imbarcazioni venivano girate per la prua ed avvicinate alla riva per imbarcare la merce».

«Su questo tipo di barche – conclude Uliana, che gestisce il museo per conto del comune di Battaglia Terme – la vita dei barcari era piena, difatti viene definito come il “mestiere dei mille mestieri”. Veniva coinvolta anche la famiglia, chiaramente, ed ogni membro era in grado di fare tutto: moglie e marito erano intercambiabili. Nel tempo il mestiere è venuto meno a causa del progresso tecnologico, ed i barcari sono andati a lavorare in fabbrica. Il Museo della Navigazione nasce da qui, dai ricordi del vissuto dei figli di queste famiglie».

Gravel in the Land of Venice

Ciclo Promo è partner di “Gravel in the Land of Venice”

10.06.2023
3 min
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Prosegue spedito il processo di consolidamento e quello di promozione del progetto di marketing territoriale veneto ”Gravel in the Land of Venice”. Un consolidamento che poggia anche sulla definizione di un’importante partnership con una storica realtà di settore italiana e sull’organizzazione di tre prossimi eventi e press tour dedicati alla bici gravel.

Ciclo Promo Components, azienda commerciale con sede a Loria, in provincia di Treviso, ha recentemente definito un accordo per poter rivestire il ruolo di partner tecnico in tutti gli tutti eventi ”Gravel in the Land of Venice”. L’azienda dei fratelli Campagnolo, distributrice ufficiale presso la rete dei negozianti bike in Italia di alcuni dei marchi più richiesti dal mercato, ha creduto fin da subito nel progetto gravel di Regione Veneto, decidendo al tempo stesso di fornire alcuni specifici prodotti per il bikepacking che saranno messi a disposizione di tutti i partecipanti. 

Ciclo Promo fornisce al progetto “Gravel in the Land of Venice” dei prodotti Topeak specifici per il bikepacking
Ciclo Promo fornisce al progetto “Gravel in the Land of Venice” dei prodotti Topeak specifici per il bikepacking

Vero marketing territoriale

Con la comunicazione ufficiale dell’ingresso di “Gravel in the Land of Venice” nel portale istituzionale dedicato al turismo della Regione Veneto – www.visitveneto.eupromosso dalla Rete d’Impresa “Cycling in the Venice Garden”, le attività per la promozione del progetto stesso sono immediatamente partite. Ed una prima, concreta azione sarà rappresentata dai press tour con la stampa italiana e straniera che si svolgeranno sui percorsi del progetto tra giugno e settembre. 

Un altra importante azione direttamente finalizzata a far conoscere ed esplorare il territorio con la bici gravel è rappresentata dagli eventi organizzati dal Team Pedali di Marca e Green Sport Events, che ricordiamo essere La Ronda Fiandre Trevigiane (che si è svolta ad aprile a Conegliano e che ha contato oltre mille partenti), la 3Epic del 2/4 giugno, un evento dedicato alla Giornata Mondiale della Bicicletta in programma ad Auronzo di Cadore lungo numerose ciclabili e strade bianche forestali del territorio, le Terre Nobili Gravel bikepacking del 16/17 giugno, un cicloviaggio che parte nel cuore della città di Padova e attraversa la fascia collinare pedemontana, ed il Marca Bianca: evento quest’ultimo sempre gravel che il 15 ottobre si svilupperà tra le colline di Asolo, del Prosecco e del Montello. L’azione successiva sarà la costruzione e la vendita dell’offerta turistica gravel in Veneto. 

Ciclo Promo, azienda veneta, ha definito un accordo per diventare partner tecnico di ”Gravel in the Land of Venice”.
Ciclo Promo, azienda veneta, ha definito un accordo per diventare partner tecnico di ”Gravel in the Land of Venice”.

Una grande occasione

«Il cicloturismo – ha dichiarato Massimo Panighel, ideatore del progetto Gravel in the Land of Venice – è un asset strategico per la nostra Regione. Grazie all’attività organizzativa che abbiamo svolto per Gravel in the Land of Venice abbiamo avuto modo di mappare oltre 6.000 chilometri di strade bianche, di sentieri, di ciclabili e di strade a basso traffico in ogni provincia del Veneto. Abbiamo realizzato le tracce in Gpx, l’altimetria e l’editing di ogni percorso, inserendo tutto nel portale dedicato (qui il link). Un progetto unico nel suo genere, che non ha altri precedenti in Italia. E questo anche grazie alla visione strategica dell’Assessorato al Turismo della Regione che ci ha creduto fin dall’inizio».

«Sarà una straordinaria opportunità per gli operatori turistici veneti e per gli ospiti – ha confermato Giulia Casagrande, Presidente della Rete d’Impresa Cycling in the Venice Garden – italiani ma soprattutto stranieri. Il lavoro condotto in questi anni dalla Rete, in stretta sinergia con l’Assessorato al Turismo della Regione Veneto, ha dato frutti davvero importanti, ed oggi, grazie al progetto Gravel in the Land of Venice, il Veneto può a pieno titolo essere considerata una delle destinazioni ciclo turistiche più attrattive del Paese».

Gravel in the Land of Venice

Gravel in the Land of Venice, sempre più nel vivo…

31.05.2023
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Gravel in the Land of Venice, un sogno a cinque sensi. Un viaggio concreto, tangibile. Qualche tempo fa vi avevamo spiegato di cosa si trattasse (cliccando qui potrete scoprire tutto). A distanza di qualche mese abbiamo ascoltato di nuovo il patron di questo progetto, Massimo Panighel.

Il Veneto è una regione totale dal punto di vista del territorio. Si va dalle città d’arte ai piccoli borghi agricoli. Dal mare alle montagne, dalle colline ai grande centri urbani della pianura. Sono le sconfinate terre di Venezia che dai tempi del doge hanno reso forte e centrale queste zone. Territori che proprio in virtù di quanto detto sono il palcoscenico perfetto per pedalare.

Massimo Panighel, ideatore di Gravel in the Land of the Venice, è stato anche nel comitato che ha organizzato la recente tappa delle Tre Cime al Giro
Massimo Panighel, ideatore di Gravel in the Land of the Venice, è stato anche nel comitato che ha organizzato la recente tappa delle Tre Cime al Giro

Mappatura (quasi) totale

Il viaggio, la scoperta, la cultura, la tecnica, la fatica, le tradizioni… e un pizzico di “competizione” con sé stessi. Competizione con due virgolette grosse così. Sarebbe meglio dire: voglia di mettersi in gioco. In base all’impegno profuso si possono cogliere diversi livelli di brevetti.

«Il progetto Gravel in the Land of Venice – spiega Massimo Panighel – va avanti a gonfie vele. Sono stati caricati 60 percorsi degli 80 previsti e adesso stiamo completando la capillare offerta territoriale con le ultime province. Tutto è pronto, manca giusto la fase di upload dei percorsi mancanti, per arrivare al meglio in vista dell’epilogo con le Terre Nobili, evento (non competitivo) che è in programma il 16 e 17 di giugno».

Ma tutto questo grande progetto va anche promosso, messo sul piatto e sfruttato nel concreto.

«Questo – va avanti Panighel – spetterà al consorzio di promozione turistica locale e ai vari enti sul territorio. La Regione Veneto, in primis, per fare in modo che un portale edito da appassionati possa diventare un prodotto del territorio legato al cicloturismo».

E in quanto a promozione e territorio c’è un aspetto molto importante da sottolineare. È grazie alla rete d’impresa Cycling in the Venice Garden, che è stato possibile far entrare nel portale istituzionale della Regione (veneto.eu) il progetto Gravel in the Land of Venice. In questo modo diventa un progetto ufficiale, patrocinato da una regione che nel ciclismo crede moltissimo. Basta vedere il recente arrivo del Giro sulle Tre Cime di Lavaredo.

Il territorio al centro 

Territorio e bici, molto spesso sono legati da una terza parola: passione. Elemento fondamentale non solo per portare avanti un progetto di ampio respiro come questo, ma anche solo per pensarlo. E questa passione si traduce nel concreto con la creazione dei percorsi, con la ricerca delle strade più adatte e dei loro collegamenti… almeno per chi appunto lo organizza. Mentre gli altri se lo devono godere.

«L’idea dei percorsi è nata da me – spiega Panighel – perché ho collegato il percorso ad un nome che a sua volta lo rimanda al territorio. L’esempio di Dolomiti: ovviamente si pensa alle strade che sono vicino a Cortina. Se parlo del Mandorlato ti fa capire di essere nel veronese. Si è voluto giocare su questo abbinamento».

«All’interno dei vari percorsi si è cercato di non di utilizzare come base le ciclabili già esistenti – e ce ne sono circa 2.000 chilometri mappati dalla Regione Veneto – ma di sfruttarle tuttavia come spina dorsale per creare questi percorsi del gravel che escono dagli itinerari tradizionali. In questo modo siamo arrivati ad avere 6.000 chilometri dedicati al gravel su 80 percorsi. Insomma è un collage all’interno delle varie province che valorizza le tipicità legate all’arte, alla storia, alla cultura, all’enogastronomia e quindi dà così un senso in più al percorso».

L’evento non competitivo Terre Nobili, è un’occasione per pedalare in compagnia e mettere un tassello al proprio brevetto Gravel in the Lands of Venice
L’evento Terre Nobili è un’occasione per pedalare in compagnia e mettere un tassello al proprio brevetto Gravel in the Lands of Venice

Flussi e brevetto

Ora che la bella stagione sta arrivando, ci s’interroga sui flussi. In pratica quante persone pedaleranno su questi 80 itinerari?

«Principalmente chi pedala sui sentieri di Gravel in the Land of Venice è un ciclista di vicinanza, come si suol dire, cioè prevalentemente veneti, lombardi, friulani… Ma la volontà sarebbe quella di riuscire a creare un format che possa essere un invito anche per gente da fuori.

«E’ un format nuovo che non esiste in Italia. Mi sono confrontato anche con dei ragazzi della Toscana che stanno cercando di capire come promuovere progetti simili dalle loro parti. La domanda di base è: se domani torno da queste parti cosa faccio? Ecco, Gravel in the Land of Venice con i suoi 80 percorsi ti dà la possibilità di girare il Veneto».

Per quest’anno il brevetto rimarrà ancora nella formula di 12 itinerari liberi. Il prossimo anno invece dovranno essere affrontati almeno uno per provincia e i cinque restanti (le province in Veneto sono sette) si possono invece fare liberamente. E per chi ci riesce: ecco pronta una medaglia di finisher. Qui tutte le regole del brevetto.

Gravel in the Land of Venice

Gravel in the land of Venice: ascoltiamo Panighel

15.04.2022
5 min
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Una coast to coast in Veneto? Eppure è possibile! Non c’è solo quella da un mare all’altro, ma anche quella che va da un mare, l’Adriatico, ad un lago, quello di Garda. E da chi poteva nascere questa “folle” ed entusiasmante idea se non dal genio di Massimo Panighel?

Siamo in Veneto, terra di sapori, di vini, di Dolomiti, ma anche di cultura. Ed è l’insieme di tutto ciò il fil rouge di Gravel in the land of Venice.

Campagne, colline, borghi, Ville Palladiane… la rete di Gravel in the land of Venice è infinita
Campagne, colline, borghi, Ville Palladiane… la rete di Gravel in the land of Venice è infinita

A tutto gravel

La bici è un grandioso mezzo turistico. Noi scriviamo sempre di professionisti e di gare, anche di altre categorie, ma la sezione turismo si è resa necessaria proprio perché non potevamo trascurare questo gigantesco settore delle due ruote a pedali, tanto più in Italia.

The Land of Venice è ormai la piattaforma del Veneto in generale per la sua promozione turistica. Gravel in the Land of the Venice è la rete cicloturistica ideata da Massimo Panighel.

Si tratta di un progetto in collaborazione con la Rete d’imprese Cycling in the Venice Garden. La rete prevede, per ora, un qualcosa come 1.350 chilometri, suddivisi in 20 diversi percorsi i cui chilometraggi oscillano tra i 50 e gli 83 chilometri.

«Ma – dice Panighel – per fine anno contiamo di arrivare a quasi 80 percorsi. I tracciati li sto mappando io stesso per due motivi. Il primo è che è un divertimento anche per me. Il secondo, è sono responsabile di questi percorsi e devo essere certo che siano ben fruibili e sicuri. E che non manchi la qualità dei paesaggi».

Pronta già una maglia di questo “circuito” di percorsi…
Pronta già una maglia di questo “circuito” di percorsi…

Sensi e eccellenze 

«Inoltre – continua Panighel – io ho ben in mente l’idea, e le caratteristiche, che i cicloturisti devono condividere lungo ogni percorso. Ognuno punta ad un qualcosa: cultura, vini, sapori, paesaggi… Ebbene, abbiamo voluto collegare i sensi e le eccellenze. E’ un bel “gioco”».

Un percorso, per esempio, passa per i vigneti: ebbene vista e gusto (prevedendo una sosta indicata) devono essere soddisfatti.

«Penso, per esempio, alla Villa Palladiana di Vicenza o al Lago di Fimon che è un’oasi naturale in mezzo ai Colli Berici, o alle trattorie e ai ristoranti che ci sono lungo i percorsi».

Intanto, Gravel in the land of Venice, sta già riscuotendo un buon successo. Complice anche la voglia di ripartire, come notiamo anche dalle prenotazione per questa prima Pasqua (quasi) libera dal Covid.

«Abbiamo preparato un brevetto – continua Panighel – Un brevetto che si raggiunge concludendo 12 percorsi in un anno. A quel punto si riceve una maglia, una medaglia e un attestato. Non è un qualcosa di agonistico, ma ci si pone però un obiettivo da portare avanti nel corso anno. Un obiettivo perseguibile in assoluta libertà, senza stress. Bisogna completare un percorso in ognuna delle sette province venete e poi aggiungerne altri cinque a scelta».

«Noi vorremmo che il brevetto, ma in generale Gravel in the land of Venice, richiamasse flussi anche da fuori. Che strizzasse l’occhio anche ai ciclisti delle Regioni vicine. Anche per questo la tracciatura è gratuitamente disponibile e aperta a tutti».

Uno scorcio del Lago di Fimon, incastonato nei Colli Berici
Uno scorcio del Lago di Fimon, incastonato nei Colli Berici

Terre Nobili

E a questa rete si affianca la ciliegina sulla torta di un evento, il Terre Nobili, in programma dal 23 al 30 settembre. Si tratta di un’avventura “unsupported” che porta a scoprire le bellezze della parte centrale del Veneto.

«Lo abbiamo chiamato Terre Nobili – spiega Massimo Panighel-  perché il percorso si snoda tra le eccellenze del Veneto. Una terra dalla bellezza disarmante, composta da vigneti e vini pregiati, laghi, natura, siti Unesco e preziosissimi borghi, scrigni di storia e cultura da vivere e scoprire. Ogni anno però il tema cambierà. Intanto partiamo con i siti Unesco, appunto».

«Il percorso della Terre Nobili – spiega ancora Panighel – inanella 7 dei 9 siti Unesco presenti in Veneto, la regione che ne ha di più. Mancano all’appello quelli di Prosecco e Dolomiti, ma posso dire che c’è già pronto un evento in chiave futura che li coinvolgerà. Si chiamerà Olimpica e dalle Dolomiti si arriverà al Parco del Delta del Po’. Questo parco è ufficialmente classificato in Emilia-Romagna anche se per gran parte si estende in territorio veneto».

Il percorso della Terre Nobili di settembre
Il percorso della Terre Nobili di settembre

Che avventura

Terre Nobili dicevamo: un’avventura in programma a settembre. Si parte da Caorle, si arriva a Peschiera del Garda e si ritorna, passando per i Colli Euganei per un totale di 700 chilometri.

Tanti? No! Perché si può scegliere in base alla disponibilità di tempo e di volontà. E sta proprio in questo l’originalità di Terre Nobili: può essere vissuto come una staffetta. Si può decidere di arrivare a Peschiera del Garda dove per il ritorno si darà il cambio ad un compagno di avventura.

Oppure si può anche fare in team composti da quattro persone disposte in altrettante stazioni di cambio (Caorle, Padova, Peschiera del Garda e Montegrotto Terme). E poi c’è chiaramente anche la tradizionale formula da soli, in autonomia, quella che più amano i gravelisti puri.

Gravel in the Land of Venice