Da Bernal a Moschetti, storia di un altro recupero ben fatto

31.03.2022
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Avete letto l’intervista di ieri a Fabrizio Borra, in cui il romagnolo si diceva poco stupito per i tempi del ritorno di Bernal sulla bici? E avete visto che a un certo punto ha tirato in ballo l’intervento al bacino di Matteo Moschetti (in apertura dopo una caduta di qualche stagione fa), alla cui rieducazione partecipò a sua volta? Siamo voluti tornare a quell’infortunio, per far capire che la medicina sportiva ha fatto dei progressi enormi negli ultimi anni e quello che prima sembrava impossibile ora è del tutto normale.

I corridori, ma gli sportivi in generale, ogni volta che subiscono un infortunio hanno già la testa sul recupero. Tuttavia, più le fratture sono complicate più c’è bisogno di conoscenza e programmazione per rimettersi in bici. Una delle fratture più brutte viste negli ultimi tempi è quella al bacino del corridore della Trek-Segafredo, subita a febbraio del 2020. Il chirurgo che lo ha operato è Mario Arduini, primario dell’Ospedale sant’Eugenio di Roma. 

L’Acetabolo è l’osso del bacino che si articola con la testa del femore (foto ortopedia borgotaro)
L’Acetabolo è l’osso del bacino che si articola con la testa del femore (foto ortopedia borgotaro)
Buongiorno Mario, può spiegarci la frattura subita da Moschetti?

Quella subita da Matteo è stata una frattura dell’acetabolo: si tratta della porzione del bacino che si articola con la testa del femore. E’ una frattura che nasce a causa di impatti ad alta energia fortemente invalidanti. L’acetabolo è come se fosse una coppa che contiene la testa del femore. 

A livello osseo che cosa è successo?

E’ una frattura che distrugge l’articolazione. Dovete sapere che l’articolazione è una struttura perfetta che permette lo scorrimento delle ossa. Fondamentalmente si crea una crepa nell’articolazione, come dei piccoli scalini, se non viene curata in tempo questa si rompe e diventa inutilizzabile. Pensate ad un vaso che si rompe, se passi un dito ti tagli, se lo metti a posto anche se sei preciso si vedranno sempre le crepe. 

Matteo Moschetti, Trofeo Playa de Palma 2020
Matteo era partito molto bene nel 2020 con due vittorie in altrettante gare effettuate, qui al Trofeo Playa de Palma
Matteo Moschetti, Trofeo Playa de Palma 2020
Matteo era partito molto bene nel 2020 con due vittorie in altrettante gare effettuate, qui al Trofeo Playa de Palma
Quanto è grave come frattura?

Considerate che la frattura del bacino è la più grave che una persona possa subire. Tant’è che è l’unica frattura che da sola fa diventare il paziente politraumatico.

Cosa vuol dire?

Un politrauma si ha quando si subiscono diverse fratture o lesioni nello stesso momento. Quando arriva un paziente politraumatico al pronto soccorso si attivano tutte le procedure per salvargli la vita.

Come è stato operato Moschetti?

Matteo ha subito l’operazione 2-3 giorni dopo la frattura, si è infortunato domenica e martedì era già sotto i ferri. Nei giorni successivi alla caduta è stato stabilizzato e trasportato a Bergamo dove è stato operato (nel febbraio 2020 il dottor Arduini operava all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo, ndr). Si tratta di un’operazione molto invasiva.

Ci spieghi meglio

Bisogna essere estremamente attenti in questa operazione, è importante salvaguardare i tessuti molli (muscoli, tendini, vascolarizzazione) per evitare di intaccare la successiva mobilità dell’arto. Quando si fa un intervento chirurgico si opera attraverso una cicatrice, più si è delicati migliore è il risultato funzionale. Operare subito è importante, diciamo in un periodo entro i 10 giorni, più si ritarda l’intervento più diventa difficile tecnicamente crescono le possibilità di non riuscire a recuperare pienamente.

Nonostante il grave infortunio le sue capacità sono rimaste intatte grazie al percorso di riabilitazione fatto (foto Instagram)
Nonostante il grave infortunio le sue capacità sono rimaste intatte (foto Instagram)
Dopo quanto tempo Moschetti è tornato a camminare?

Il giorno dopo Matteo era già in piedi e pronto per la prima fase di riabilitazione, per sua fortuna ha avuto Fabrizio Borra al suo fianco in quella fase. Molti chirurghi tendono a tenere a letto i pazienti dai 20 ai 60 giorni, questo però comporta una totale perdita del tono muscolare. 

E l’organismo come reagisce?

Allora, quando si operano fratture come quelle, i frammenti di osso vengono rimessi insieme con viti di 3 millimetri e devi essere certo che la vite rimanga ferma. Durante l’intervento si riposizionano i frammenti ossei e il tutto viene tenuto fermo da un’intelaiatura esterna. Questa struttura serve per mantenere l’osso fermo, una volta finita la riabilitazione non è necessario toglierla, viene tolta se crea fastidio. Matteo ha ancora attaccata al bacino  l’impalcatura.

Il dottor Mario Arduini è il chirurgo ortopedico che ha operato Moschetti
Il dottor Mario Arduini è il chirurgo ortopedico che ha operato Moschetti
In bici quando si torna?

Dipende da come reagisce il corpo, ma da quando si inizia la riabilitazione il passo è breve. Moschetti dopo un mesetto era già sui rulli ed era pronto ad allenarsi su strada in due mesi.

Si può ritornare prontamente in gara o c’è un periodo di attesa più lungo?

Il bacino è fra le ossa che guariscono più velocemente, dopo 60-90 giorni il rischio di una frattura diventa veramente scarso. D’altra parte per permettere al paziente di rimettersi in piedi bisogna essere certi di aver ottenuto una sintesi stabile, ma questo lo si scopre solo praticando la fase riabilitativa.