Mai Gaia Realini si sarebbe aspettata di vincere una prova del Giro d’Italia di ciclocross in volata, perché di lei tutto si può dire meno che sia una sprinter. Certe volte invece le cose prendono una piega inaspettata, anche nel ciclocross. Infatti a Gallipoli era tale la voglia di battere tutte le avversarie che ha trovato nel rettilineo finale le energie che non si attendeva. C’era qualcosa in più, forse anche per questo all’arrivo ha dedicato la vittoria al nonno scomparso e forse ha trovato la sicurezza in se stessa che le era mancata e che le altre avevano invece intravisto. A cominciare dalla Casasola, solo sesta in una giornata da dimenticare in fretta: «Noi, Francesca Baroni ed io, andiamo sempre forte. E’ lei che è cresciuta tanto e ormai è al nostro livello».
Volata tattica
«Aspettavo da tanto questo successo – ammette la portacolori della Selle Italia Guerciotti Elite – ma per una ragione o per l’altra mi era sempre sfuggito. Il ciclocross è una disciplina che impegna tanto, sia fisicamente che mentalmente, all’ultimo giro c’era da ragionare, sapevo che era fondamentale entrare sul rettilineo d’arrivo per prima, poi non ho pensato più a nulla, sapevo che dovevo solo spingere al massimo».
Terza ma a debita distanza Alessia Bulleri (Cycling Cafè). Un arrivo che ha ricordato quello della seconda tappa di Corridonia: anche lì volata a due, allora vinse la Baroni con maglia rosa per la Realini, questa volta è accaduto l’inverso. La Baroni d’altronde ha 11 punti di vantaggio che nell’evoluzione del Giro sono un bel bottino. La lotta ormai è ristretta a loro due, troppo lontana la Casasola finora andata a corrente alternata. Chi invece sta mostrando un bel crescendo di condizione è Alessandra Grillo (Development Guerciotti) approdata al quarto posto di tappa, miglior risultato della stagione.