Il fattore Q dei pedali è legato principalmente alla lunghezza dei perni. I pedali Shimano (Dura Ace) sono stati i primi ad offrire la lunghezza dell’asse in due versioni, quella standard e quella più lunga di 4 millimetri. Ora anche Time amplia la disponibilità per la versione Xpro, grazie a ben tre lunghezze del perno, 51, 53 e 57 millimetri.
Cosa significa avere una piattaforma di appoggio più vicina oppure più lontana dalla pedivella? Come si sceglie la lunghezza più consona alle nostre esigenze? Cosa comporta in termini di performance tecnica? Entriamo nell’argomento anche grazie al contributo di Alessandro Colò, ex corridore e ora biomeccanico specializzato al centro Bodyframe di La Spezia.
Cos’è il fattore Q del pedale e del suo perno?
In sostanza è il parametro che allontana, oppure avvicina il piede/la scarpa alla pedivella. A mio parere è necessaria una premessa. Le variazioni legate al fattore Q dei pedali sono un valore che non fa una grande differenza in termini di performance generale, non tanto quanto un’altezza sella, solo per fare un esempio.
C’è uno standard?
Parlando di pedali da strada, possiamo considerare 53 millimetri una sorta di standard per tutti i produttori.
Stringere o allargare il fattore Q cosa comporta?
Non bisognerebbe mai farlo da un giorno all’altro, perché è necessario un periodo di adattamento. Ogni piccolo cambiamento sulla bicicletta deve prevedere un periodo di assestamento per il corpo. Il rischio di farsi male è reale, soprattutto per quanto concerne le articolazioni, soprattutto quella rotulea del ginocchio.
Una larghezza maggiorata a chi è dedicata?
In linea generale a chi presenta delle gambe molto arcuate e un angolo di lavoro dei piedi con le punte abbondantemente verso l’esterno. A chi ha una distanza intertrocanterica superiore ai 36 centimetri. Sono casi rari, ma esistono. Mentre i perni con lunghezza ridottissima si rivolgono a chi ha un bacino molto, molto stretto, con la distanza ridotta delle teste dei femori. E’ fondamentale partire da una corretta misurazione, evitando il rischio di commettere errori.
Meccanicamente parlando, un fattore Q del pedale può essere vantaggioso?
Meccanicamente sì, magari per prestazioni lampo o per chi riesce ad erogare tanti watt in poco tempo. La valutazione corretta deve considerare le soggettività della persona, prima di tutto il resto.
Scelta errata, c’è modo di rimediare?
In parte sì e la soluzione più semplice è quella di inserire una o più rondelle, quando il perno è corto e la necessità è quella di allargare, rispettando la filettatura della pedivella tra la battuta del pedale e la pedivella stessa.
Nel gesto della pedalata c’è un aspetto da considerare più importante di altri?
Una regola importante, ma non perentoria è il rispetto dell’asse tra ginocchio e piede. Però, anche in questo caso è fondamentale prendere in esame anche i trascorsi del soggetto ciclista. Chi ha subito degli interventi chirurgici agli arti inferiori può avere bisogno di assumere una posizione non perfettamente in asse, ma adeguata alle sue necessità. Gli incidenti influiscono non poco sul nostro corpo. E poi è da prendere in esame il movimento della caviglia, che non deve mai essere troppo chiuso o eccessivamente aperto.
In conclusione
La possibilità di scegliere la larghezza del perno del pedale (parallela alla tipologia di tacchetta) è un ulteriore passo in avanti nella ricerca della resa più performante. La larghezza del perno del pedale ed il fattore Q di questo non è mai stato un argomento primario, balzato all’attezione di molti grazie ai nuovi pedali Time. Non è il fattore Q delle pedivelle, perché sono due cose diverse. Quest’ultimo è rappresentato dalla distanza tra le sezioni esterne delle due pedivelle. La scelta di un pedale con la giusta lunghezza del perno non dovrebbe essere fatta a caso, ma assecondata da una corretta e approfondita valutazione di un biomeccanico esperto, capace di leggere ed interpretare anche le caratteristiche soggettive dell’atleta.