I lavori massimali di Rota: 12 fiammate da fermo…

17.02.2023
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Già la scorsa estate Lorenzo Rota ci aveva detto che avrebbe dovuto incrementare i lavori più esplosivi, quelli che migliorano lo spunto veloce. E’ passato un intero inverno di preparazione e il corridore della  Intermarché-Wanty-Gobert a quanto pare è stato di parola. L’obiettivo è essere più forte in volata e sulle sparate. Tipo quelle che possono esserci su una Redoute…

Il lombardo ci sta dando sotto e ci spiega dunque come sta lavorando. Dopo le prime vittorie da pro’ in estate e dopo essere stato il miglior italiano nel ranking UCI, la sua stagione è ripartita con dei buoni piazzamenti. L’ultimo dei quali ieri alla Vuelta a Andalucia, sesto dietro ad uno scatenato Pogacar.

Lorenzo Rota (classe 1995) quest’inverno ha incrementato i lavori su forza ed esplosività anche in bici (foto Instagram)
Lorenzo Rota (classe 1995) quest’inverno ha incrementato i lavori su forza ed esplosività anche in bici (foto Instagram)
Lorenzo, quanto hai incrementato questo genere di lavori in questa fase della tua carriera durante l’inverno?

Praticamente da 0 a 100. Scherzo, ma era un lavoro che sostanzialmente non avevo più fatto da due anni a questa parte. Ho iniziato un po’ già la scorsa estate e l’ho inserito stabilmente nella preparazione invernale. Anche se nella prima volata dell’anno i risultati non si sono visti! Eravamo cinque in fuga e ho fatto penultimo del gruppetto. Però è stata una volata anomala: più “di posizione” che di gambe. Abbiamo un po’ pasticciato io e il mio compagno, ho sbagliato l’ultima curva e ho preso un tombino durante lo sprint.

Però sesto al debutto nonostante non sia ancora al top e con tutti questi inconvenienti, non è male…

Sì, sì… infatti sono fiducioso.

Quante volte fai questo genere di lavoro in una settimana?

Viene inserito una volta ogni 7-8 giorni. In altura lo facevo almeno una volta a settimana. E’ un lavoro che ho fatto parecchio, anche in altura appunto, soprattutto per cercare di non perdere la forza. Mi sono confrontato a lungo col mio preparatore Luca Quinti e con quelli della squadra: anche loro mi hanno suggerito di incrementare questa tipologia di lavoro. Però vorrei anche aggiungere che il mio focus è, e resta, quello di non perdere efficacia in salita. Viste le corse a me adatte, devo tenere bene su salite mediamente lunghe.

La volata dell’italiano persa contro Zana è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Da lì Lorenzo ha ripreso a fare certi specifici
La volata dell’italiano persa contro Zana è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Da lì Lorenzo ha ripreso a fare certi specifici
Hai anche pubblicato sui tuoi social quella che è una partenza da fermo, o comunque da velocità super bassa…

Sì, era una partenza da fermo in salita con quasi il massimo rapporto. La pendenza della salita era del 4%-5%, quindi non durissima. Cercavo di stare al massimo per 15”-20” in quel caso ne avevo fatte 12 recuperando 3′, pedalando pianissimo. Anche perché ero in altura e recuperare non è facile. In realtà queste 12 ripetute le avevo suddivise in tre serie da quattro volate, con recupero completo tra una serie e l’altra. In questo modo mi concentro meglio sulla volata. Devo dire che è un lavoro molto a livello muscolare, veramente duro. Soprattutto per me che non sono un velocista e non ci sono abituato. 

Che wattaggi raggiungi?

Non è facile dare un numero preciso. Sul picco arrivo sui 900-950 watt, poi dipende molto anche dalla strada. Meno la pendenza è dura, più è facile far salire il picco. Si “libera” la potenza. Ma i watt sono relativi, quel che conta è la potenza.

Restando su questo genere di lavori di forza, di velocità, di esplosività… hai fatto anche altri specifici?

Ho inserito sempre delle volate, anche nella distanza. E le facevo soprattutto a fine allenamento. E’ un modo per adattarsi a questo tipo di sforzo, immaginando di doverle fare nei finali di corsa e così dopo cinque ore le faccio quasi sempre.

Quindi non c’è proprio un giorno specifico per le volate?

Nel giorno dello specifico, faccio le partenze da fermo che vi dicevo, mentre negli altri giorni faccio le volate “normali”. Lo specifico cerco di farlo col muscolo fresco e quindi dopo il giorno di scarico. Magari, non so, ho una tripletta, quindi faccio un giorno di volate, un giorno di forza e un giorno di distanza. 

Una delle partenze da fermo fatte in altura. Rota è stato a lungo in Colombia (immagine a video)
Una delle partenze da fermo fatte in altura. Rota è stato a lungo in Colombia (immagine a video)
In questo contesto di aumento di forza hai rivisto anche la parte di palestra?

Quest’inverno ne ho fatta un po’, ma non tanta, perché insieme al mio preparatore abbiamo visto  che tendevo a mettere troppo massa. Pertanto, abbiamo cercato di ridurre al minimo le ripetute. E sentivo di essere più esplosivo.

In un così breve lasso di tempo come l’inverno di un ciclista (un mese e mezzo), come si si fa a capire che si sta mettendo su massa?

E’ abbastanza semplice e si vede anche dalla bilancia. E comunque basta fare la plicometria: se la percentuale di massa grassa resta la stessa e il peso aumenta, vuol dire che stai mettendo su massa. Poi ci sarebbero anche degli esami specifici (una dexa, ndr). Con quella vedi praticamente tutta la composizione corporea. Però è una cosa che vedi anche a occhio nudo. Se mi rivedo in una foto a dicembre, noto che a livello muscolare ero molto più grosso.

E sul fronte alimentare, hai ritocchi da fare, qualcosa prima di questi allenamenti?

Avendo lavorato tendenzialmente in altura, la mia alimentazione era mirata soprattutto a non svuotarmi, anche perché si tratta di lavori con cui spendi molto. Quindi c’era sempre un buon apporto di glucosio, per il resto tutto molto standard.