Nella tradizionale rassegna dei risultati della settimana, è saltato fuori un nome del quale si erano perse da tempo le tracce: quello di Damiano Cima. Sul bresciano della Gazprom RusVelo il team russo faceva molto affidamento, ma le difficoltà si sono susseguite, fino al Giro del Sud Boemia, dove nell’ultima tappa ha tratto le somme di una crescita progressiva tornando al successo, che gli è valso anche la terza piazza nella classifica generale.
Una vittoria che ha chiuso un digiuno lunghissimo: «Era dalla tappa del Giro 2019 che non arrivava un successo e sinceramente ne sono contentissimo, anche se so bene che il valore della corsa non era certo dei più elevati. Quel che mi ha fatto più piacere è proprio il fatto che questa vittoria è arrivata al termine di una corsa a tappe nella quale sin dall’inizio avevo sentito che le cose cominciavano a marciare nel ritmo giusto, ma per arrivare a vincere serve che tutto s’incaselli nella maniera migliore».
La stagione fino ad ora non era stata neanche così brutta, quella in Boemia è la settima Top 10 in classifica…
Sì, ma sono stati tutti piazzamenti alti, mai davvero in lotta per la vittoria. Finora non era stata la stagione che volevo, ma i guai sembravano non aver mai fine, con l’infiammazione al tendine del ginocchio sinistro che mi ha fermato per quasi tutto giugno. Ho ripreso a metà luglio e sono tornato a gareggiare proprio in Boemia, partivo dal nulla, senza sapere quali erano le mie condizioni, per questo finire così mi dà grande fiducia. Anche per come è arrivata la vittoria.
Raccontaci un po’ che cos’è il Giro del Sud Boemia, certamente non una delle gare più conosciute…
E’ una gara in 4 tappe, su strade sempre piuttosto strette e molto nervose. Non ci sono grandi salite e chi conosce il territorio lo sa, ma ogni tappa ci ha riservato piccoli strappi. Così anche l’ultima, che aveva favorito anche la fuga di un gruppo di una ventina di corridori su un’ascesa di 5 chilometri, quando poi li abbiamo ripresi i miei compagni hanno svolto un lavoro impeccabile per pilotarmi verso lo sprint finale. Io sono partito ai 400 metri e non mi hanno ripreso più.
Che cosa ti aspetti adesso?
Di continuare su questi livelli e soprattutto di trovare un contratto a fine stagione.
Pensi di rimanere alla Gazprom?
Lo vorrei tanto perché mi trovo bene, ma chiaramente perché ciò avvenga devono arrivare risultati. Comunque, che sia alla Gazprom o in un’altra squadra, quel che desidero è poter trovare un ingaggio per proseguire la mia carriera e svolgere al meglio i compiti che mi verranno dati, qualsiasi essi siano.
In Boemia sei anche arrivato terzo in classifica generale, a 19” dal belga Arnaud De Lie considerato uno dei migliori prospetti belgi e già nel giro della Lotto Soudal. Non è che stai diventando un corridore da brevi corse a tappe?
Io resto uno specialista delle gare d’un giorno, non posso cambiare le mie caratteristiche. Sono un velocista, che tiene anche su brevi strappi, per questo ci sono gare brevi a tappe che possono anche adattarsi a me, ma sono poche.
Come sta tuo fratello Imerio? A tua differenza, quest’anno non si è mai visto in gara…
E non tornerà a gareggiare nel 2021, ha ancora a che fare con i postumi del terribile incidente del 15 marzo, quando è stato investito mentre si allenava. Sta ancora effettuando visite per capire come uscire dalla situazione, non riesce ad allenarsi senza sentire dolore.
Ha comunque ancora dentro di sé il desiderio di tornare?
Altroché… Aspetta solo che possa riprendere a fare quel che gli piace di più e spero che la mia vittoria gli dia quella spinta in più per tornare a farmi compagnia in sella. Io sono la dimostrazione che non è mai finita…