Neanche il tempo di disfare le valigie, di passare almeno un paio di giorni a fare il papà con la sua bellissima bambina che Valerio Conti deve già ripartire, alla volta del Sestriere per un ritiro in altura con 5 compagni per preparare i prossimi appuntamenti. Ma questa volta il corridore laziale lo fa con un nuovo spirito, rinfrancato dal podio conquistato nella classifica generale del Giro di Grecia, che ha ridato ossigeno (anche dal punto di vista dei punteggi Uci) alla squadra.
«La stagione, già prima della trasferta ellenica non era stata male – afferma il corridore del team Corratec Vini Fantini – avevo colto buoni piazzamenti anche al Giro d’Abruzzo, ma questo risultato fa un po’ la differenza. Soprattutto perché premia quei miglioramenti che ho notato nel rendimento sulle salite lunghe, il che mi permette finalmente di puntare alla classifica generale delle corse a tappe».
E’ un passo in avanti per te?
Sì, per me e per il team, perché la classifica ti dà importanti punti Uci. Per noi in questo momento è importante raccogliere il più possibile per consentire alla squadra di entrare tra le prime 40 e rimanere nel panorama delle Professional.
Non essere al Giro d’Italia è stato da questo punto di vista un danno…
E’ un tasto dolente, ma abbiamo dovuto accettarlo. Oltretutto rientrare nella classifica ci dovrebbe spianare la strada alla partecipazione nel prossimo anno, quindi è un obiettivo comune. E’ chiaro che il Giro ci avrebbe dato più punti, noi dobbiamo impegnarci di più andando in cerca di risultati un po’ dappertutto, ma questo ci dà anche la carica.
Com’è l’atmosfera in squadra?
Non nego che fino a un paio di settimane fa il clima era un po’ teso, proprio per la mancanza della corsa rosa unita a qualche risultato mancato. Ora però i buoni riscontri hanno riportato il sorriso. Io poi ho sempre ribadito come in questo team mi trovi davvero bene, è quello giusto per svolgere questo lavoro, per avere un rendimento più costante.
Questo però potrebbe portare anche a leggere il tuo risultato in maniera diversa: non essendo al Giro, in un contesto come quello greco di livello sicuramente inferiore, può quasi sembrare che il podio finale sia il minimo sindacale…
Capisco che lo si possa pensare, ma bisogna fare alcune considerazioni. Innanzitutto in corse come queste limare è più facile, ma se parliamo di lottare per la classifica, diventa tutto più difficile. Io sono consapevole che un 3° posto in Grecia può equivalere a una Top 10 in una corsa professionistica italiana, ma io vedo i valori miei e degli altri, posso garantire che nelle tappe di montagna sono comunque molto alti. Nelle continental ci sono corridori che hanno valori importanti, che magari hanno un passato nel WT dove non sono rimasti proprio perché lì limare è più difficile, qui c’è più libertà.
Infatti i due che ti hanno battuto nella tappa di montagna che alla fine ha fatto la classifica hanno un passato nel circuito maggiore…
Esatto, ma dirò di più. Non voglio assolutamente peccare di presunzione o mancare di rispetto nei confronti dei velocisti (il nostro Mareczko in primis…) ma fare un piazzamento in volata, proprio per il discorso di come stare in gruppo, è più facile che lottare per la tappa secca di salita e quindi per la classifica. Non è un caso ad esempio se in certe gare vincono sempre le stesse squadre.
Com’era la tappa in questione?
Dura, con una salita di 40 minuti con una pendenza media del 9 per cento. Zoidl che ha vinto è uno che vinceva tappe anche nel WorldTour, Pernsteiner che è giunto secondo è anche lui un reduce dalla massima serie oltre che avere un passato illustre nella mtb. Insomma, di gente forte la incontri anche qui… Per questo credo che il mio podio abbia un valore.
Ora che cosa ti attende?
Andrò al Giro di Slovenia dove so già che il livello sarà più alto perché è una di quelle gare dove vengono anche squadre WorldTour che alla fine hanno sempre una marcia in più. Io comunque nella mia nuova condizione punto a far bene e guardo alla classifica, per ottenere un altro piazzamento importante. Poi c’è l’appuntamento con il campionato italiano che è un po’ l’obiettivo di stagione, considerando che il percorso si attaglia alle mie caratteristiche. Non voglio peccare di presunzione, ma una maglia di campione italiano, per il nostro team, significherebbe avere l’invito per il Giro 2025 già in tasca…