Cervelo R5, foto catalogo 2020

Da Hindley a Roglic, come cambiano le Cervélo

08.12.2020
6 min
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Avevamo già anticipato la girandola delle bici che porterà alla Mitchelton le Bianchi della Jumbo-Visma, che a sua volta prenderà le Cervélo del Team Sunweb che passerà su Scott. Qui parleremo proprio delle Cervélo, con cui correrà Primoz Roglic, il numero uno al mondo. Un… tipino riservato che avrà sì perso il Tour, ma si è rifatto con la Liegi e poi la Vuelta. Ne parliamo con Massimo Battaglia, Sales Account Manager di Focus Italia Group cui fa riferimento in Italia il marchio Cervélo. E il primo dato che salta all’occhio è l’assoluta atipicità del marchio canadese rispetto ai tanti vezzi dei campioni più amati.

«Sin dai tempi della Csc – commenta sornione – Cervélo non ha mai fatto niente di extra per i suoi corridori. Sono state date sempre bici di produzione, nessun carbonio speciale e misure personalizzate. L’unica volta in cui è stato fatto, fu per Cancellara. Chiesero di allungare di 20 millimetri il carro della sua R3 Select per la Roubaix, ma si ruppe. Perciò diciamo che quando si parla di fornire le bici alle squadre, c’è un incontro fra vari interessi. Se c’è un modello nuovo appena uscito, corrono con quello. Ma la collaborazione per lo sviluppo dei prodotti esiste. Nei 7-8 mesi prima del Tour, dove di solito si vedono le novità, gli ingegneri palano molto con gli atleti. Se un professionista ti dice che a 1.600 watt la bici flette, devi starlo ad ascoltare…».

Jai Hindley, Stelvio, Giro d'Italia 2020
Con la R5, Hindley la lottato per il Giro d’Italia. Qui sullo Stelvio
Jai Hindley, Stelvio, Giro d'Italia 2020
Con la R5 Hindley, ha domato lo Stelvio
Allora partiamo dal 2020: che cosa prevedeva la dotazione Sunweb?

Hanno usato quasi tutti le S5, seguendo dictat legati alla produzione. In linea di massima però lo scalatore di 59 chili, quindi diciamo Hindley, ha scelto di usare la R5. Per spiegare meglio, per la strada Cervélo ha due serie fondamentali. La S come Speed, che riassume tutti gli studi su velocità aerodinamica e rigidezza: non disperde la potenza e per questo viene usato più carbonio e il peso un po’ sale. La R come Road, che va più sulla leggerezza, senza però rinunciare all’aerodinamica. I numeri accanto sono l’indice di qualità, per cui per i professionisti si considera sempre il numero 5. Da quest’anno c’è anche la Caledonia, che nasce per i fondi sconnessi, come la Trek Madone, per intenderci.

Come è fatta?

E’ più lunga in tutte le misure. Ha l’interasse più lungo di 10 millimetri, con una geometria a doppio diamante, per il modo in cui si integrano i due triangoli anteriore e posteriore. L’angolo di sterzo è più aperto per dare stabilità, ma non ha elementi terzi di ammortizzazione. Niente elastomeri. Non è una bici leggera, ma sul pavè non serve. Diciamo che sulla bilancia sta a metà fra la serie R e la S. Van Aert alla Roubaix avrà una bella carta in mano.

Cervelo R5, foto catalogo 2020
Cervélo R5: la configurazione Jumbo-Visma si sta ancora definendo
Cervélo R5 in configurazione da catalogo
Quindi i corridori provano e scelgono?

Diciamo che hanno un margine di manovra legato appunto al telaio e alle dotazioni. Non sappiamo ancora se correranno con i dischi, ma magari capita quello che ne ha paura e chiede di aver i rim brakes. A Roglic suggerirei una R5, bici all-round a 360 gradi, che unisce leggerezza e comfort. Una bici che con i freni normali magari ha bisogno di qualche piombo per salire a 6,8 chili, ma che con i dischi è a posto da sé.

Escludiamo la S5 per Roglic?

Non lo vedo a fare volate o tirare in testa al gruppo, quindi direi di no. Però vedendo i diagrammi, nei percorsi pianeggianti la S5 dà vantaggi evidenti.

Roglic però avrà bisogno di una bella bici da crono…

ci sarebbe da scegliere, ma non si può. Le Px-Series che diamo per il triathlon non sono permesse dall’Uci, perché manca il piantone. Così la bici per Roglic sarà la P5, che da sempre è il laboratorio di Cervélo per gli studi aerodinamici. Non dimentichiamo che fu Cervelo per prima anni fa a introdurre la borraccia aerodinamica e da un paio d’anni ha iniziato a produrre da sé il cockpit. A non comprare più manubri da fuori, ma a farli in casa.

Wilko Kelderman, crono Valdobbiadene, Giro d'Italia 2020
Wilko Kelderman, a Valdobbiadene, con la P5 da crono
Wilko Kelderman, crono Valdobbiadene, Giro d'Italia 2020
Kelderman a Valdobbiadene sulla P5 da crono
Si prevedono sessioni in galleria del vento?

Questa è da raccontare. Quando c’era la Csc, si doveva fare la bici da crono per David Zabriskie, che era parecchio forte. Quando però si accorsero che la galleria del vento gli costava 60-70 euro al secondo, capirono che non si poteva starci tutto il giorno. Anche perché neppure Zabriskie poteva. Così fecero una scansione in 3D, che per allora era fantascienza, e ricrearono un modello di Zabriskie, che ancora oggi viene utilizzato. Tanto più che se l’atleta ha le sue fissazioni sulla posizione, è dura smuoverlo.

Diciamo che Cervélo ha sempre avuto un occhio per le bici veloci già dai tempi di Ivan Basso e lo stesso Cancellara…

Assolutamente e anche da prima, direi dal 10 anni prima. Dal 1996. Il Soloist è stata la prima bici aerodinamica, come pure il movimento centrale asimmetrico BBRight è stata una loro invenzione. Sono gelosissimi delle loro tecnologie, hanno paura che i loro segreti vengano violati.

Cervelo S5, foto catalogo 2020
Cervélo S5, in configurazione da catalogo. La bici per velocisti e passisti
Cervelo S5, foto catalogo 2020
La S5 sarà affare per passisti e velocisti
Alla Jumbo-Visma saranno forniti soltanto i telai?

Esatto, il resto viene da altre sponsorizzazioni. I top rider avranno 4-5 biciclette a testa, fra allenamento e corsa. Gli altri magari si fermeranno a 2-3.

Si farà uno strappo per la bici gialle, se Roglic dovesse vincere il Tour?

Anche questa è da raccontare. Quando Hesjedal vinse il Giro, nel 2012, Cervélo aveva in catalogo un modello Rc-Ca cioè California. Il telaio pesava 700 grammi, ma non lo avevano messo nella dotazione del Team Garmin. Allora Hesjedal se ne comprò due di tasca sua e ci vinse il Giro. E alla fine, per lasciargli un ricordo visto che l’ultima tappa fu una crono, gli fecero la livrea rosa con del nastro adesivo. Neanche bellissimo da vedere. A quel punto Cervélo gli chiese la bici, ma lui non voleva dargliela perché era sua. Cedette solo alla fine, quando accettarono di fargli la bici per il Tour personalizzata con l’acero canadese.

Ci sarà mai più un Cervélo Test Team, come quello in cui corsero Sastre e Hushovd?

Credo di no, perché furono spesi tantissimi soldi. Erano anni in cui il Governo canadese distribuiva dollari per attività di questo tipo, ma ora non accade più.

Cervelo Caledonia, foto catalogo 2020
Cervèlo Caledonia, per Van Aert alla Roubaix
Cervelo Caledonia, foto catalogo 2020
Caledonia, per Van Aert alla Roubaix
I corridori Jumbo-Visma hanno già le bici in mano?

A parte che fino al 31 dicembre non potrebbero, ci sono in giro foto di amatori che hanno pizzicato Van Aert e altri con telai impecettati.

Ha dei vantaggi commerciali oggettivi avere la squadra?

Un po’ di tempo fa, avrei detto che è basilare. Per competere sul mercato, devi essere nel WorldTour, ma anche per giustificare i prezzi del listino. Detto questo, ci sono marchi che non hanno il team eppure si sono ricavati la loro dimensione. Vediamo se con Roglic si farà il salto che ci aspettiamo.

Wilco Kelderman, Valdobbiadene, Giro d'Italia 2020

E se Kelderman gli fa lo scherzetto?

17.10.2020
3 min
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Adesso come si fa per misurare la temperatura di Wilco Kelderman? L’olandese del Team Sunweb è passato sul traguardo della crono trafelato come accade a chi ha dato tutto, ma dopo cinque minuti era già di ritorno, sorridente e disposto a fare due chiacchiere con i giornalisti protesi fuori dalla gabbia in cui siamo contenuti all’arrivo. Altri sono passati sfiniti e sono andati a rifugiarsi verso le ammiraglie. Nel computo delle forze residue, quello che di troppo hanno speso oggi difficilmente lo troveranno domani.

«Quando ho visto il percorso del Giro d’Italia – dice – ho capito che le cronometro avrebbero avuto un impatto importante e così sin dall’inizio mi sono messo a lavorarci su».

Wilco Kelderman, Jakob Fuglsang, Roccaraso, Giro d'Italia 2020
Kelderman a Roccaraso il solo a rispondere a Fuglsang
Wilco Kelderman, Jakob Fuglsang, Roccaraso, Giro d'Italia 2020
Kelderman a Roccaraso il solo a rispondere a Fuglsang

Forte in salita

L’olandese non è più un ragazzino, ma non avendo ancora trent’anni è da considerarsi nella generazione di mezzo fra il (davvero) giovane Almeida e senatori come Nibali, Fuglsang e Pozzovivo che a Valdobbiadene hanno pagato pegno più di quanto forse si aspettavano.

«E adesso arrivano le salite lunghe – prosegue Wilco con gli occhi azzurri che spuntano dalla mascherina nera – e magari temperature meno miti, cui sono abituato e che mi piacciono».

A ben vedere, infatti, il leader della Sunweb è il solo corridore a meno di un minuto da Almeida. E il bello è che in salita ha già fatto vedere di avere dei numeri interessanti. Ma siccome è uno di quelli che parla poco, stampa e tifosi finora non gli hanno dato la giusta considerazione. Di fatto però, sull’Etna si è piazzato al quarto posto, attaccando nel finale e lasciando sul posto Nibali e Fuglsang. Mentre a Roccaraso è stato l’unico di classifica capace di rispondere all’attacco del danese.

Wilko Kelderman, Etna, Giro d'Italia 2020
Sull’Etna, scatto negli ultimi due chilometri e addio favoriti del Giro…
Wilko Kelderman, Etna, Giro d'Italia 2020
Sull’Etna, scatto negli ultimi due chilometri

Piancavallo per capire

In testa al Giro si va componendo una coppia inedita e di certo inattesa rispetto ai pronostici.

«Sono davvero felice delle mie sensazioni – dice Kelderman – e questa è la cosa più importante. Guardiamo giorno per giorno e decidiamo cosa fare. Vedremo come andrà domani. Di sicuro, la squadra ha fatto un ottimo lavoro e a Piancavallo sono curioso di mettermi nuovamente alla prova. Poi ci sarà il riposo e a quel punto sarò in grado di capire che cosa potrò chiedere alle mie gambe.

«Mi sto sorprendendo di me stesso. Fino ad ora, l’intero Giro sta andando meglio di quanto mi aspettassi. Ci sono ancora grandi montagne e una settimana dura. Alla fine, il divario sarà in minuti e non più in secondi».

Domani l’arrivo friulano chiuderà la seconda settimana. La prima volta che la corsa arrivò lassù, impossibile da dimenticare, vinse Pantani. Nel 2017 toccò invece a Landa. La salita misura 14,5 chilometri, ma subito prima la tappa di 185 chilometri propone le salite di Sella Chianzutan, Forcella di Monte Riest e quella di Pala Barzana. Chi avesse speso troppo nella crono, pagherà il conto salato. Chi invece avesse scelto di dosare le forze potrebbe ritrovarsi con un tesoretto da gestire. Ma la sensazione è che non sarà un Giro da decidere col bilancino.