Sprint per pochi a Barreal: Gaviria infila Sagan e Ganna

26.01.2023
5 min
Salva

Pare che Barreal sia il più antico insediamento umano in questa parte dell’Argentina. Da qui i primi nativi si sarebbero poi spinti lungo il corso del Rio San Juan. Il villaggio è vivace e attende lo sprint. All’orizzonte la vetta del Mercadero spunta col suo carico di neve: è la seconda cima della Cordigliera, misura 6.700 metri. La prima è l’Aconcagua a quota 6.962.

Bernal fa le prove

Il gruppo si è spaccato presto. Il primo gran premio della montagna ha messo le ali a Bernal, che ci aveva preannunciato l’attacco stamattina alla partenza.

«Non c’è stato un giorno in cui ho capito di essere tornato – aveva detto – è tutto parte di un processo che va ancora avanti. Non ho dolore quando pedalo, riesco a fare tutti i movimenti. E non vi nascondo che prima dell’Alto del Colorado di venerdì, potrei cercare qualche conferma».

Prima il suo gruppetto, dunque, poi l’azione massiccia di Movistar, Total Energies e Ineos e dietro i velocisti sono andati a fondo. Il gruppetto che si avvia allo sprint è forte di una quarantina di unità ed è chiaro che a giocarsi la volata saranno uomini come Gaviria e Sagan.

Si va verso la Cordigliera delle Ande: la neve in alto e qualche guado in basso
Si va verso la Cordigliera delle Ande: la neve in alto e qualche guado in basso

Allungo di Ganna

Solo che sul più bello, mentre il pubblico si appresta ad applaudire lo sprint, dalla testa del gruppo attacca Filippo Ganna. La squadra gli ha dato libertà e dopo aver verificato che tutto fosse a posto per Bernal, il gigante piemontese prova la stoccata. 

«Egan ha provato ad anticipare per fare un test prima del Colorado – racconta – così siamo rimasti nel primo gruppo. Mano a mano che si andava verso l’arrivo, ci siamo detti che se non ci fossero stati attacchi, avrei provato io nel finale. Finora sono sempre stato a disposizione, oggi ho avuto carta bianca. La Total Energies e la Movistar hanno tenuto alta l’andatura per non fare rientrare le squadre dei velocisti e sul traguardo mi hanno battuto due corridori con la “c” maiuscola. Sono contento del podio, è stato il primo arrivo in volata dopo aver aiutato Elia negli sprint dei giorni scorsi. Mi piacerebbe fare bene anche nella generale, ma sul Colorando ci saranno corridori più leggeri, sono troppo lontano da loro in salita».

Strategia Gaviria 

Ganna attacca e sebbene non abbia ancora le gambe dei giorni migliori, guadagna quel tanto che basta per dare la sveglia a Sagan e Gaviria, che ha lo sguardo laser e quando esulta lo fa come chi ha ritrovato qualcosa che mancava da troppo tempo. 

«Stamattina – racconta il colombiano – la mia idea era di fare gruppetto e arrivare placido al traguardo. Poi il gruppo si è rotto e Lastras mi ha dato via libera. Ho deciso di provare per arrivare a uno sprint meno affollato. Abbiamo fatto cinque minuti al top e ha funzionato. Il morale di quelli dietro è andato a picco e siamo riusciti ad arrivare.

«Pippo ha attaccato – prosegue – e io sapevo che se guadagnava un metro, ciao. Però è stato un signore, non mi ha chiuso contro le transenne e correttamente ha fatto la sua linea. Se ci avesse sorpreso, ci sarebbe stato un podio diverso».

L’esultanza col telefono è per Gaviria il modo di ringraziare Movistar
L’esultanza col telefono è per Gaviria il modo di ringraziare Movistar

Movistar famiglia

Sul traguardo, Gaviria ha mimato il gesto di una telefonata e poi è andato a fermarsi in fondo alla strada. Sulla sua maglia nera e blu gli aloni del sudore hanno fatto capire il caldo che ha colpito oggi i corridori.

«Il gesto del telefono? Da quando ho firmato il contratto – racconta Gaviria – mi è venuta in mente questa esultanza. E’ stato il modo per ringraziare Movistar per essersi fidata di me. Oggi hanno fatto un ottimo lavoro. Sono felice di essere qui, con questi giovani che stanno dando tutto per me. Il progresso che vedo in loro è molto importante e la volontà che hanno mi ha dimostrato che vogliono fare bene le cose e che sono felici di imparare qualcosa di nuovo. Meritavano che dessi il massimo per ottenere una vittoria.

«Questa squadra è come una grande famiglia e mi hanno accolto in modo incredibile sin dal primo ritiro di ottobre a Pamplona. Questo mi rende molto felice e mi fa dare un po’ più di me stesso negli allenamenti e anche a tavola, perché sono particolari che tornano».

.