Non è stato facile riuscire a partire, ma alla fine il Giro d’Italia di ciclocross ha preso il via da Osoppo, città friulana che grazie all’impegno del Jam’s Bike Team ha garantito lo start del principale circuito nazionale sui prati. La 13esima edizione del circuito ha aperto i battenti facendo i conti con la concomitanza con la trasferta americana per l’apertura della Coppa del Mondo: se in campo maschile le assenze di Davide Toneatti e Lorenzo Masciarelli hanno influito poco, fra le donne, considerando che con Lechner, Arzuffi, Realini e Persico era assente la gran parte della nazionale, si rischiava di trovarsi di fronte a una prova monca.
Se agonisticamente la prova non ha avuto storia con Rebecca Gariboldi in fuga sin dalle prime battute, la sua prestazione ha comunque avuto risvolti interessanti: «Io sono abituata a guardare più al mio rendimento che al confronto con le avversarie – racconta la lissonese del Team Cingolani – anche se ero da sola ho tirato fuori tutto quanto avevo dentro per mettermi alla prova, su un percorso particolare, con la prima parte scorrevole ma ostacolata da forte vento e la seconda più legata alle capacità di guida».
Futuro su strada o su gravel
La Gariboldi punta fortemente a staccare una nuova maglia azzurra, come aveva fatto a gennaio per i mondiali: «Il ciclocross è la mia prima attività, anche se d’estate corro in Mtb e quest’anno ho fatto anche qualche gara su strada: di quelle open non essendo affiliata a nessun team del settore. Conto però di provare anche la gravel. E’ un settore che mi incuriosisce perché i suoi contorni sono tutti da definire».
La portacolori del Team Cingolani, giunta al traguardo della prima del Giro d’Italia con oltre mezzo minuto sull’elbana Alessia Bulleri (Cycling Café) e sulla ritrovata Sara Casasola (DP66 Giant Smp), ha sfruttato al meglio la sua condizione scaturita d’estate proprio dal connubio Mtb-strada.
«In questa fase della stagione chi viene dall’attività su strada è avvantaggiato, ha quel fondo che consente di emergere e lo sto verificando su me stessa, praticamente non mi sono mai fermata. Dipende molto anche dal clima ancora favorevole e dai percorsi, con l’andare avanti della stagione, il gareggiare su tracciati più tecnici e fangosi chi ha dimestichezza maggiore con il fuoristrada verrà fuori».
Il Bullo non fallisce la “prima”
Intanto Rebecca continua a conciliare le sue mille attività ciclistiche con gli studi di marketing e mercati globali. Ha già la laurea triennale e punta ora a quella piena. L’obiettivo è sfruttare questo suo impegno nel ciclismo.
«Vorrei davvero combinare le due cose – dice – sarebbe il massimo. Intanto però mi piacerebbe anche provare ulteriormente su strada. Qualche proposta l’avevo avuta, ma per me il ciclocross viene sempre per primo. Se qualche team accetta di avermi a mezzo servizio, sono disponibile…».
Torniamo alla gara maschile, dove in assenza del suo nuovo compagno di colori Dorigoni ancora impegnato nella stagione di mountain bike, il tricolore Gioele Bertolini ha bagnato con un successo il suo approdo alla Selle Italia Guerciotti Elite. Il suo però non è stato certo un assolo, perché i più giovani Ceolin e Leone (suo compagno di colori) gli hanno fatto compagnia fino agli ultimi 100 metri, dove il “Bullo” ha fatto la differenza.
«Non mi stupisco di tanto equilibrio – ha dichiarato il campione italiano – certo che i ragazzi mi hanno reso la vita difficile attaccando in continuazione».
Ora serve il Green Pass…
Detto che le prime maglie rosa fra gli juniores sono di Luca Paletti (A Favore del Ciclismo Asd) e Valentina Corvi (Gs Sorgente Bradipozzo), domani si va a Porto Sant’Elpidio, che nell’ultima edizione aveva chiuso le ostilità del circuito e i concorrenti si troveranno di fronte non solo un percorso piuttosto diverso da quello di Osoppo, più ondulato, ma anche la novità del Green Pass obbligatorio da presentare per poter prendere il via. Anche il Giro d’Italia di ciclocross si adegua alle nuove disposizioni volute dal Governo per proseguire sulla strada di uscita dalla pandemia.