Philipsen, l’oggetto dei desideri che ha ancora da imparare

06.12.2023
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Per gran parte del ciclomercato, di Albert Withen Philipsen non si è parlato. E’ vero che ha solo 17 anni, è vero che l’attende un altro anno da junior (anche se nel 2022 aveva già gareggiato più volte con atleti di categoria superiore), ma parliamo pur sempre del campione del mondo. Anzi, del campione vincitutto, quello che trionfa su strada come in mtb e come nel ciclocross.

Il silenzio intorno al suo futuro aveva una ragione ben specifica, perché intorno a questo talento si sta combattendo una battaglia fra tutti i team principali del WorldTour, pronti a fare pazzie per ingaggiarlo. Lo ammette lo stesso Philipsen, pronto a raccontare il “dopo Glasgow”.

«Mi hanno contattato un po’ tutti – dice – ma al momento non ho preso alcuna decisione. So che sui giornali dicono che Bora Hansgrohe e Lidl-Trek sono ora avvantaggiate sulle altre squadre, ma in realtà io non ho deciso alcunché e per il prossimo anno sono concentrato a rimanere nel mio team e a fare del mio meglio. Se ne parlerà a fine 2024».

Philipsen resterà un altro anno con lo Tscherning Cycling Academy, correndo fra strada e mtb
Philipsen resterà un altro anno con lo Tscherning Cycling Academy, correndo fra strada e mtb
Fra i due titoli mondiali vinti a Glasgow, qual è stato il più difficile?

Penso che la strada sia stata la più complicata, perché ho meno esperienza. Diciamo che è ancora un gioco piuttosto nuovo per me e, per quanto riguarda la tattica, devo ancora imparare molto. Quel risultato ha sorpreso anche me, perché so che posso fare molto meglio.

E’ per questo che preferisci l’offroad alle gare su strada?

In realtà ho cambiato un po’ idea, da Glasgow in poi. Quando ho iniziato quest’anno, la mia priorità principale era la mountain bike o l’offroad in generale. Ma nel corso dell’anno mi sono concentrato sempre di più sulla strada e ho deciso che l’anno prossimo il mio obiettivo principale sarà proprio progredire in questa specialità. Vedere dove posso arrivare anche se non abbandonerò la mountain bike.

Subito dopo la vittoria a Glasgow, dicevi di dover imparare ancora molto del ciclismo su strada: che cosa in particolare?

Penso alle dinamiche di guidare in gruppo: non è una cosa naturale, si acquisisce con la pratica e io ne ho avuta poca. Lo stesso mondiale l’ho corso tenendo presente questo handicap. Sicuramente ho molto da imparare, come anche sul saper leggere la gara, per non usare tutte le energie nei momenti sbagliati ed essere più strategico. Quindi questo è uno dei miei grandi punti focali per il prossimo anno.

Albert con il suo team, all’estrema sinistra il team manager Palle Campagner
Albert con il suo team, all’estrema sinistra il team manager Palle Campagner
Su strada che tipo di corridore sei, quali sono le gare che ti piacciono di più?

In realtà sto ancora cercando di capirlo e anche per questo penso che scegliere ora una squadra sia prematuro, per me come per loro. In questo momento sono un po’ un tuttofare, quindi posso fare bene in pianura, ma posso anche fare tappe di montagna e posso anche fare buone cronometro. Sono un po’ a metà e non ho ancora deciso quale tipo di ciclista sognerei di essere. Spero di capirlo un po’ di più l’anno prossimo, ma probabilmente ci vorranno anni.

Nella tua passione per il ciclismo quanto ha influito la tua famiglia?

La mia famiglia ne è una parte importante. Ho sempre ricevuto molto sostegno dai miei genitori. E’ davvero un lavoro di squadra. Non puoi fare questo sport da solo e ci vuole molta energia e tempo. Serve molto il sostegno della mia famiglia.

Oltre ai titoli mondiali, il danese ha vinto anche quello europeo a cronometro
Oltre ai titoli mondiali, il danese ha vinto anche quello europeo a cronometro
Chi sono i tuoi corridori preferiti?

Amo quelli come me che mescolano varie discipline, quindi mi piacciono molto VDP, Van Aert, Pidcock: non ho un preferito fra loro. Se poi dovessi scegliere un corridore che fa solo strada, il mio preferito è Pogacar, ha un modo di correre unico nel suo genere.

Pensi di avere maggiore futuro nel ciclismo su strada o nella mountain bike?

Nel ciclismo su strada – risponde secco Philipsen – penso che questa sia la direzione in cui sto andando adesso. Il mio obiettivo però è continuare a mescolare le discipline, perché farlo continua a mantenere questo sport interessante per me.

Subito due vittorie nel ciclocross in condizioni impervie in avvio di stagione 2023-24 (foto Instagram)
Subito due vittorie nel ciclocross in condizioni impervie in avvio di stagione 2023-24 (foto Instagram)
Nel 2024 ti vedremo più su strada o nella mtb?

Penso che aumenterò la percentuale di corse su strada facendone di ogni tipo, almeno il 70 per cento del mio calendario sarà lì e il restante in mountain bike. Il mio obiettivo principale sarà la strada, ma continuerò a mixarla.

In questa stagione ti vedremo nel cross e soprattutto ai mondiali?

Sì, in realtà ho già fatto due gare di ciclocross quest’anno, proprio all’inizio di stagione e le ho vinte. In questo momento mi sto prendendo una pausa dalle corse, concentrandomi solo sull’allenamento. E poi tornerò di nuovo al ciclocross alla fine di dicembre, con alcune gare utili per portarmi al massimo della forma ai campionati del mondo. Essere il primo a conquistare tutti e tre i titoli mondiali in sequenza è un progetto che mi solletica tanto…

Philipsen, danese vincitutto che non vuole scegliere

28.08.2023
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Quando ora si cita il nome “Philipsen” non si pensa più solamente al velocista belga dell’Alpecin Deceuninck. I mondiali di Glasgow hanno messo in evidenza il nome di Albert Withen Philipsen, danese di Holte che a 16 anni è diventato il più giovane campione del mondo della categoria junior, ma non pago di questo, nella settimana successiva ha prima proiettato verso il bronzo la staffetta di mtb e poi ha conquistato un’altra maglia iridata, questa volta sulle ruote grasse.

Già, perché Philipsen è il perfetto prototipo del ciclista contemporaneo, che ama ogni disciplina su due ruote: fa ciclocross d’inverno, poi si dedica alla mountain bike e contemporaneamente alla strada. E non chiedetegli di scegliere: «Non voglio farlo, non ora, si può tranquillamente correre in discipline diverse. Magari tra qualche anno dovrò fare una scelta, ma per ora seguo la strada di grandi maestri: Mathieu Van Der Poel, Wout Van Aert, Tom Pidcock, il mio idolo».

Philipsen è nato il 3 settembre 2006 a Holte (DEN). E’ il più giovane iridato junior
Philipsen è nato il 3 settembre 2006 a Holte (DEN). E’ il più giovane iridato junior

Il campione “vincitutto”

Ma chi è Albert Withen Philipsen? Per ora lo si può considerare un campione annunciato con una predilezione spiccata per la mountain bike. Ha iniziato a pedalare da giovanissimo e a 9 anni era già campione nazionale di Mtb per quell’età, poi a ogni anno di crescita saliva di categoria e andava a riconquistare la maglia. Lo ha fatto fino a quest’anno, ma a dir la verità nel 2023 non si è accontentato.

Albert è soprannominato “vincitutto” dopo che in questa stagione ha messo insieme, in linea temporale, i titoli di campione danese di ciclocross, di mountain bike cross country, su strada in linea e a cronometro, il titolo europeo sempre nella mtb e poi le due maglie iridate. Se vincesse a gennaio prossimo la maglia iridata di ciclocross (e ci proverà, potete scommetterci…) riuscirà in quell’impresa che Mathieu Van Der Poel ha tentato a Glasgow, cadendo dopo pochi metri della prova di mtb e che in passato è riuscita solo alla francese Pauline Ferrand Prevot, sempre però in anni sfalsati e non in quello solare.

Philipsen con la medaglia d’oro degli europei mtb, primo suo grande successo internazionale
Philipsen con la medaglia d’oro degli europei mtb, primo suo grande successo internazionale

Nato con la mtb in mano…

La propensione per la mountain bike si vede anche nel suo modo di correre su strada: «Nei boschi ho un’ottima padronanza – raccontava ai cronisti dopo la vittoria su strada a Glasgow – su strada sono ancora un po’ inesperto. Per questo mi piace correre davanti, cerco di limitare i contatti con gli avversari al minimo possibile. Preferirei usare ancora più potenza e poi stare davanti, invece di dover lottare per la mia posizione».

E’ chiaro che qualsiasi team farà firmare il contratto a Philipsen (dopo Glasgow c’era una fila interminabile di dirigenti e procuratori…) dovrà mettere in preventivo che ci sarà da lavorare approfonditamente su di lui per affinarne le doti su strada, insegnargli a limare, a prendere posizione, a lavorare di squadra anche a prescindere dalle fughe. Non è però che parliamo di un novellino…

Una settimana dopo il trionfo su strada, il danese è andato a prendersi anche l’oro nella mtb
Una settimana dopo il trionfo su strada, il danese è andato a prendersi anche l’oro nella mtb

Prime avvisaglie alla Corsa della Pace

E’ vero che la mountain bike resta il suo primo amore, è anche vero però che quando corre su strada, ottiene sempre risultati di spicco. Basti dire che alla Corsa della Pace ha conquistato tre podi ed è finito 4° in classifica 39” da quel Nordhagen tra i favoriti a Glasgow e logorato con il lavoro suo e del connazionale Storm, conquistando la maglia di vincitore a punti.

Proprio quello Storm che a suo dire è stato decisivo per la conquista della vittoria sulle strade della città scozzese: «Avevamo fatto un piano alla vigilia per correre davanti, considerando che ci sarebbe stata pioggia, invece non è stato così, si è corso con il caldo ma non abbiamo cambiato strategia. La mia fortuna è stata che Storm è uno d’esperienza, che sa come correre oltre a essere fortissimo. Quando sono partito ha coperto benissimo la mia azione e devo dirgli grazie.

Su strada il danese mostra ancora lacune soprattutto nel correre in gruppo
Su strada il danese mostra ancora lacune soprattutto nel correre in gruppo

Ora? All-in sul ciclocross…

«Quando sono arrivato al traguardo mi sentivo come se fossi appena partito, d’altronde quel percorso mi ha esaltato, era fatto per me. Dovreste usare le dita di molte mani per contare quante volte ho rilanciato durante la gara…».

E ora? Come detto, l’obiettivo adesso è stato spostato al prossimo 3 febbraio, il giorno della gara mondiale di ciclocross a Tabor in Cechia, per centrare il fatidico Grande Slam iridato. Nel frattempo continuerà ad affinarsi su strada e probabilmente metterà in mostra la sua maglia al GP Ruebliland correndo con il suo team, il Tscherning Cycling Academy. Magari inserendo anche qualche prova di mtb a chiusura di Coppa del Mondo. D’altronde, facendo il verso alla popolare pubblicità televisiva di prodotti dolciari, se provaste a chiedergli quale bici sceglierebbe vi risponderebbe come la famosa bambina: «Tutte!».