Vergallito in prima squadra, ora i dubbi si allontanano

15.10.2023
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La stagione di Luca Vergallito si è chiusa anzitempo, con la caduta alla Coppa Agostoni costatagli la frattura alla clavicola che ha richiesto un intervento del chirurgo. A rendere la convalescenza meno amara è stata però la notizia della sua promozione nella prima squadra dell’Alpecin Deceuninck, che andrà a comporre il risicato contingente italiano insieme a Nicola Conci, unico azzurro confermato.

Per il milanese è un passo importante, dopo un anno di apprendistato nel team Devo che aveva fatto seguito alla sua vittoria nel contest Zwift. Una seconda opportunità che gli ha aperto la porta del ciclismo che conta, ridando vigore ai sogni che aveva messo da parte quasi con rassegnazione.

Vergallito con il braccio al collo alla Tre Valli, con Chiara Doni anche lei passata per la Zwift Academy
Vergallito con il braccio al collo alla Tre Valli, con Chiara Doni anche lei passata per la Zwift Academy

«Per me questa promozione ha un sapore dolcissimo – racconta Vergallito – la conferma da parte del team è il premio più bello per quel che ho fatto in questo primo anno di attività, dimostra che ho fatto davvero qualcosa di buono se i dirigenti mi hanno visto adatto a fare l’ulteriore, decisivo salto di qualità».

Questo risultato è anche la risposta ai dubbi sul tuo cammino ciclistico, avevi confessato che anche tu ne avevi…

Sì, è vero, mi hanno accompagnato nel corso di questa stagione. Io per primo avevo dentro di me quella vocina scettica che mi poneva davanti a quel che stavo facendo. Alla fine quest’anno ha dimostrato che la mia scelta era stata giusta, ma credo di aver lanciato anche un messaggio agli altri, facendo vedere che si può seguire anche una strada diversa per realizzare i propri sogni, che tutto è possibile. Non voglio sembrare arrogante, so che i miei risultati sono arrivati in corse minori e che tanto altro c’è da fare, ma per me questo è un inizio, non l’arrivo di un percorso.

Per il lombardo appena 33 giorni di gare Uci e 5 vittorie. Ha 26 anni, è alto 1,90 e pesa 67 chili
Per il lombardo appena 33 giorni di gare Uci e 5 vittorie. Ha 26 anni, è alto 1,90 e pesa 67 chili
Ora sali di categoria, ti confronterai con i più forti, anzi alcuni li avrai nel tuo stesso team…

E’ uno stimolo assoluto, dovrò affrontare il meglio al mondo e questa è la più grande sfida che mi posso trovare davanti. E’ importantissimo che possa affrontare una buona preparazione invernale. Per questo appena possibile, spero già fra una settimana, voglio tornare in bici, per farmi trovare pronto quando la preparazione vera e propria inizierà.

Qual è stato il momento più bello di questa stagione?

Probabilmente la vittoria all’ultima tappa dell’Oberosterreichrundfarth, che mi ha permesso di conquistare anche la classifica generale. Era la mia terza corsa a tappe della stagione, è stata una svolta, ha messo da parte tutti quei dubbi di cui dicevo prima. Una scarica violenta di emozioni. Poi sono arrivati altri buoni risultati, come i successi al Province Cycling Tour in Belgio e al Giro del Friuli, ma non hanno avuto quel carico emozionale.

Vergallito solo al traguardo in Austria, una vittoria forse decisiva per il suo futuro (foto Instagram)
Vergallito solo al traguardo in Austria, una vittoria forse decisiva per il suo futuro (foto Instagram)
Che effetto ti fa essere stato scelto come uno dei due italiani?

So che nel team hanno cambiato molto, d’altronde 30 posti sembrano tanti, ma non è assolutamente così, soprattutto considerando tutti gli obiettivi che un team del WorldTour ha. I posti sono quelli e ciascun dirigente vuole che ogni poltrona sia occupata bene… Questo significa che se sei fra quelli prescelti te lo sei meritato davvero, non è un regalo…

Gareggerai con i più grandi, Van Der Poel e Philipsen, che cosa significa?

A dir la verità non saranno molte le occasioni nelle quali saremo insieme, avremo calendari molto differenziati almeno come impostazione. Loro sono corridori da classiche e da volate, hanno bisogno di una squadra che li supporti. L’Alpecin d’altro canto è costruita molto su di loro e su quel tipo di calendario, non è un team che punta ai grandi Giri. Io sarò chiamato a impegnarmi in gare più adatte alle mie caratteristiche, a prove impegnative, con molte salite. Non saremo molti a seguire questa strada, ma so che avremo comunque un team competitivo dove di volta in volta si proverà a fare risultato, magari in qualche caso ci proverò in prima persona.

Il milanese insieme a Diego Ulissi. Dal prossimo anno pronto per lui un calendario di classiche impegnative
Il milanese insieme a Diego Ulissi. Dal prossimo anno pronto per lui un calendario di classiche impegnative
Da quando la tua storia è emersa, hai avuto addosso molta attenzione da parte dei media. Pensi che questa ti abbia aiutato?

Non più di tanto, ma non mi ha creato neanche tanta pressione addosso. Mi sono sempre concentrato su quel che posso fare. Non guardo tanto quel che succede intorno a me quanto a me stesso e alle persone che mi sono state più vicine e mi hanno spinto a dare sempre quel qualcosa in più.

Nel mondo social, accennavi tu stesso in passato che molti non hanno mancato di darti addosso, come se la tua trafila attraverso un concorso invece che tramite le categorie giovanili fosse una colpa. Pensi che questo epilogo chiuderà finalmente la bocca a tanti detrattori?

Purtroppo non ci credo molto, le critiche non sono mai mancate, anche nei momenti migliori della stagione e so che non appena qualcosa andrà storto torneranno a farsi sentire. Spero che comunque almeno qualcuno che aveva dubbi su di me si sia convinto. Io dubbi non ne ho più, questo è ciò che conta.