BASSANO DEL GRAPPA – Questa mattina a Mel eravamo letteralmente nel mezzo del gruppo. Si aspettava solo il via. E guarda caso siamo capitati proprio vicino a Davide Formolo. Due parole con questo atleta forte, simpatico e ormai un riferimento sono dunque venute naturali.
«Davide, certo anche oggi avete una “squadretta”!», lo incalziamo. E lui: «E’ vero, proprio una squadra piccola: siamo solo in cinque!». Ma i cinque erano nomi grossi, grossi: lui, Majka, Trentin e Hirschi, con l’aggiunta del “baby” classe 2004 Christen.
Appuntamento a Bassano
Passa una manciata di ore e chi ritroviamo per primo a Bassano? Davide Formolo! Il veronese conquista la Veneto Classic, ultima prova del calendario europeo e ultima gara con la maglia della UAE Emirates per lui. Una vittoria che arriva un paio di settimane dopo quella della Coppa Agostoni.
«Non mi aspettavo proprio di vincere – racconta Formolo col solito sorriso – stamattina, come ci eravamo detti, siamo partiti in cinque e non potevamo controllare la gara come siamo abituati a fare. Però ce l’abbiamo fatta lo stesso. Non solo, ma abbiamo fatto primo e secondo, tra l’altro come l’anno scorso, ma a parti invertite.
«Certo quest’anno sono un po’ più felice, perché la Veneto Classic si corre nella regione in cui sono nato ed è stato particolarmente bello».
Piede a terra
Se si vedesse solo il finale, la gara potrebbe sembrare un film già scritto con tre dei favoritissimi sul podio. E invece qualche imprevisto c’è stato e uno di questi ha riguardato proprio Formolo. Per di più nel momento clou della corsa: la Diesel Farm, l’ultimo strappo in sterrato.
Ad un tratto Zana scatta forte e sembra staccare tutti. Solo Marc Hirschi gli resiste, a distanza, poi il vuoto. “Roccia” non si vedeva. Dopo un po’ eccolo spuntare in fondo alla discesa con la gamba piena.
«Non è che mi sia voluto proprio gestire sullo sterrato. Io stavo bene, il problema è che in una curva verso destra mi sono impantanato. Mi sono dovuto fermare. Sganciare il pedale e ripartire (probabilmente coinvolgendo anche Battistella, sesto, ndr) e ho perso tempo. Però stavo bene. Ero lucido e in discesa ho recuperato bene».
Poi il film è quello più classico della tattica del ciclismo: due contro uno. Formolo e Hirschi da una parte e Zana dall’altra.
«E così abbiamo fatto – spiega Davide mentre è braccato dall’amore dei tifosi – con Marc ci siamo parlati e gli ho detto che ci avrei provato, così lui poteva stare a ruota».
Con questo successo, il veronese saluta la UAE Emirates dove ormai era un veterano. Passerà – o dovrebbe passare, il congiuntivo a questo punto è d’obbligo – alla Movistar. Davide preferisce non parlarne, spiega che qualcosa è ancora in ballo.
«Però posso dire che la UAE è la squadra più forte al mondo. Si sta veramente bene e non posso far altro che fare i complimenti a questo gruppo di ragazzi forte e affiatato».
Zana da grande
E poi c’è Filippo Zana. Terzo. Quel che deve portarsi via da questa Veneto Classic non è tanto il podio, quanto quello squillo sull’ultima salita. Questa volta non si è trattato della fuga da lontano, benché al Giro e in compagnia di Pinot, o della buona prestazione del gregario… No, stavolta, è stato un vero testa a testa con i più forti. Un’azione di forza e di personalità. Ed è da qui che deve ripartire il 2024 dell’atleta della Jayco-AlUla.
«E’ stata una buona prestazione – dice Zana – Ci tenevo molto a fare bene qui. Sono le strade che percorro normalmente tutti i giorni, magari non la Diesel Farm, però in corsa sapevo sempre dove mi trovavo: quando iniziavano le salite, dove c’erano le curve… Speravo di finire bene questa stagione».
Stagione da 9
Zana racconta che più che crederci, durante quella menata, ci ha provato. Quando li aveva staccati tutti non si è comunque esaltato. La UAE, seppur in cinque, in quel frangente era in superiorità numerica. All’imbocco della Diesel Farm c’erano anche Trentin e Majka, oltre a Formolo e Hirschi.
«Non avevo chissà che vantaggio – va avanti Zana – a quel punto ho detto: “Li aspetto e spero che ne abbiano meno di me”. Ma non è andata così! Tra l’altro avevo a che fare con due grandi corridori. Sapevo che mi avrebbero messo in croce.
«Il primo scatto lo ha fatto Hirschi e sono riuscito a chiudere. Ma sull’ultimo strappetto, Formolo stando a ruota aveva qualcosa in più. Sono comunque soddisfatto della gara, del risultato… e anche della stagione».
«Che voto mi do? Direi un nove. Alla fine è stata una stagione molto positiva nella prima metà, meno nella seconda, tra la frattura della clavicola e il virus preso alla Vuelta. E mi spiace perché ero in forma e l’avevo preparata benissimo. Ma questo podio è un ottimo spunto in vista del 2024».