Il numero undici non doveva appartenere ad Andrea Vendrame. Inizialmente infatti il corridore dell’Ag2r Citroen non doveva fare il Giro d’Italia. E dal non farlo si ritrova anche col numero che di solito è riservato al capitano, quello che finisce con l’uno.
Era dall’inizio dell’anno che l’atleta di Conegliano ci diceva di pensare al Tour de France e che avrebbe voluto molto puntare ad una tappa. Dopo cinque Giri e sulla soglia dei 28 anni è anche giusto volersi mettere in gioco e provare nuove strade.
E allora cosa è successo? Come mai ce lo siamo ritrovati di fronte a Budapest? Vendrame è uno dei talenti del nostro ciclismo, anche se si vede poco. Ha un grande potenziale e ogni anno ne tira fuori un po’ di più. Ricorda molto Colbrelli, nella sua crescita. Magari Sonny si vedeva di più in quanto si buttava nelle volate, ma il veneto davvero può fare grandi cose. Gli serve solo continuità.
Andrea si parlava del Tour de France e alla fine eccoti qui al Giro: come mai?
Mi mancava l’Italia! A parte gli scherzi, abbiamo cambiato i programmi qualche settimana prima del Giro, appunto. E nulla: rimbocchiamoci le maniche e affrontiamo questo Giro al meglio. A fine corsa tireremo le somme e vedremo cosa c’è stato di buono e cosa di cattivo.
E cosa significa tirare le somme?
Se fare Giro e Tour, Giro e Vuelta oppure solamente il Giro.
Quindi il discorso della Grande Boucle resta in piedi in qualche modo…
Il discorso Tour resta ancora in piedi. Vediamo se uscirò dalla corsa rosa con la condizione dell’anno scorso, una condizione molto buona. Se dovessi ritrovarmi in una situazione simile ci sarà la possibilità di fare il Tour.
Come mai all’ultimo sono cambiati i tuoi piani?
Mah, niente di particolare. Abbiamo fatto delle valutazioni con tutto lo staff, cioè dottori e preparatori, dopo che ai Paesi Baschi le cose non erano andate bene in quanto ero stato male. In quel momento avevamo rifatto un programma. Un programma che teneva in conto Giro e Vuelta. Io però ne ho riparlato con direttori e alla fine tutto è ancora in ballo. Ho detto loro delle mie intenzione riguardo al Tour e mi hanno detto: vediamo…
Ci tieni tanto quest’anno ad andare in Francia?
Eh sì, ci tengo. E’ una cosa particolare secondo me. Una corsa che almeno una volta nella vita un corridore deve fare. Tutti e tre i grandi Giri hanno qualcosa di particolare e parteciparvi almeno una volta nella carriera penso che sia fantastico e doveroso.
Però siamo al Giro e di certo non per andare a spasso…
No, no, mai a spasso. Al Giro ci tengo…
L’anno scorso avevi vinto una tappa con gambe e testa: quest’anno ne hai studiata qualcuna in particolare?
In particolare no. Ho guardato un po’ le tappe in generale e ne ho parlato anche con il mio mental coach. Insieme valutiamo quale sarà la più opportuna. Certamente, soprattutto in queste prime frazioni, dovrò riprendere il ritmo corsa. Dopo i miei problemini di salute prima del Giro ho corso solamente al Gp di Francoforte. Quindi ci vorrà un attimo di tempo.