Ulissi in cabina di regia, fiutando la fuga buona

29.09.2024
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OPFIKON (Svizzera) – Ulissi e Lorenzo Finn si sono incrociati nella sera della vittoria del genovese nel mondiale juniores (in apertura immagine da video Lello Ferrara/FCI). Era dal 2007, appunto dalla seconda vittoria iridata di Diego che l’Italia non conquistava quella maglia ed è parso a chi c’era una singolare coincidenza.

«Le cose non avvengono per caso – sorride il livornese – penso di avergli portato anche bene a Lorenzo, visto che sono arrivato la sera stessa. Lo sapevo di essere l’ultimo ad aver vinto il mondiale juniores. L’altro giorno con i ragazzi ci siamo collegati per vedere la gara e mi sono reso conto di quanto tempo sia passato. Se riguardo quelle foto, eravamo proprio dei bimbetti. Acerbi sotto tanti aspetti e consapevoli che dovevamo affrontare ancora tanta gavetta prima di affacciarci al professionismo ed essere competitivi. Adesso gli juniores più validi vengono presi e messi nelle squadre satellite. E già a 19 anni corrono già tra i professionisti. Lo vedo bene alla UAE. Maturano molto più velocemente, anche fisicamente, e sono subito pronti a vincere».

Ulissi corse il primo mondiale nel 2012 a Valkenburg. Eccolo sul Cauberg a ruota di Contador
Ulissi corse il primo mondiale nel 2012 a Valkenburg. Eccolo sul Cauberg a ruota di Contador

Fa quasi strano sentire parlare così questo ragazzo di 35 anni, conosciuto quando era anche lui uno junior. Nelle sue gambe ci sono 15 anni di professionismo, nel suo sguardo tante storie ancora da raccontare. Bennati lo ha portato al mondiale confidando nella sua esperienza, vedendo in lui un leader e un ispiratore per la banda dei ragazzi di cui è composta la nostra nazionale qui ai mondiali di Zurigo 2024.

E’ arrivato il mondiale. Cosa ti è parso del circuito dopo averlo assaggiato?

E’ un circuito parecchio esigente, mi sembra. Soprattutto la prima parte, subito dopo l’arrivo, con lo strappo e poi subito la seconda salita. Sono almeno 12-13 minuti di sforzo pieno e poi dopo ci sono altri strappi dopo le discese, che sicuramente allungheranno il gruppo e metteranno sicuramente in difficoltà.

Bennati dice di aver trovato un Ulissi molto più solido di altre volte in passato, in cui al mondiale eri fra i primi a doversi muovere.

E’ normale che dopo dieci, quindici anni si maturi e si abbia più esperienza. Soprattutto a 35 anni, in una squadra così giovane, sicuramente posso cercare di aiutarli e di dare qualche consiglio utile. Fisicamente mi sento ancora bene, quindi penso di poter essere di grande supporto per la nazionale.

Quale può essere il tuo ruolo in una corsa così?

Sicuramente avremo due o tre corridori che attenderanno di più il finale. E poi corridori come me e altri magari con cui dovremo cercare di anticipare per entrare in qualche azione importante.

Conosci bene Pogacar, lo hai aiutato anche a vincere belle corse, la domanda che tutti si fanno è se si possa batterlo.

Ho sentito i vari ragionamenti sulle tattiche e sul provare ad anticiparlo. Ma Tadej quando sta bene è imprevedibile, magari è lui che anticipa tutti. Se capisce che ci sono troppe nazionali che lo possono attaccare, potrebbe partire anche da molto lontano. E’ il corridore più forte al mondo, su un percorso che penso gli piaccia in particolar modo. Però noi sicuramente dobbiamo fare la nostra gara, non guarderemo tanto quello che fa lui e vediamo tutti insieme di riuscire a fare bene.

Da corridore a corridore, c’è qualche spia del fatto che lui possa essere in difficoltà oppure è il classico avversario illeggibile?

E’ illeggibile. Penso che cercherà di controllare la prima parte di gara con gli uomini che ha. Non dimentichiamo che ha due compagni di squadra come Tratnik e Novak che sicuramente nelle fasi più calde saranno lì e potranno aiutarlo. Poi quando lui trova l’occasione per attaccare, che manchi tanto o poco, di certo non aspetterà troppo.

Sanremo 2022, Ulissi e Pogacar alla sua ruota: Diego ha lavorato spesso per lanciare lo sloveno
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Ti sei mai immaginato a braccia alzate sull’arrivo di questo mondiale?

No. Alla fine ho 35 anni, bisogna essere obiettivi nelle cose. Sto bene, cerco di fare un grande mondiale da protagonista, però sono consapevole che ci sono corridori che ora come ora hanno tante marce in più. L’hanno dimostrato tutto l’anno. Come ho già detto tante volte, sono soddisfatto della carriera che ho fatto. Di campioni ce ne sono realmente pochi, si contano su una mano, però penso di aver fatto ottime cose e sono soddisfatto di ognuna.

Stai già pensando al prossimo anno con l’Astana?

Sto pensando al mondiale, sono concentratissimo. Quindi penserò a finire la stagione con la maglia della UAE Emirates. E poi, solo alla fine, inizierò a pensare alla nuova vita che mi attende.