Isaac Del Toro è al suo secondo giorno di riposo in maglia rosa. Rispetto a una settimana fa non c’è Juan Ayuso, al suo posto c’è Fabio Baldato. Isaac è seduto nel mezzo tra lui e Matxin. E’ chiaro che adesso il leader è lui. E tutto sommato, visto il distacco e visto come sta correndo, è giusto così. Perché far esporre anche lo spagnolo in questo caso?
Come sempre in casa UAE Emirates tutto appare tranquillo e sotto controllo, e le parole di Fabio Baldato sono una sentenza: «Quando si va forte in salita e si resta in cinquanta i nostri ci sono tutti». E’ sulla base di questa prova di forza, serenità e coesione che inizia la settimana decisiva per la maglia rosa. E che a Roma la porti Del Toro o Ayuso, sembra proprio impossibile sfilarla allo squadrone emiratino.


Parla Isaac
Tutti si interrogano sulla sua tenuta nella terza settimana. Ma il più tranquillo in tal senso sembra Matxin, il quale ricorda che Isaac ha già fatto la Vuelta lo scorso anno e, superati i problemi iniziali, poi nella terza settimana è andato bene. Certo, fare classifica è un’altra cosa, ma il messicano sembra esserci.
«Per me – dice Del Toro – quando questo inverno si è profilato il Giro d’Italia ho capito che era una grande opportunità e quindi mi sono subito preparato per essere in forma per questa importante gara. Per le grandi e lunghe salite io credo di essere pronto. Questa terza settimana sarà difficile per tutti. Ma abbiamo anche il miglior team per questo».
«Mi sento abbastanza bene, penso che sia una delle migliori forme della mia vita. Non so cosa aspettarmi da questa terza settimana, ma devo credere che posso farlo. Voglio essere intelligente, e cercare di fare il meglio con il team per gestire al meglio la classifica generale».
Del Toro è parso consapevole di quello che lo aspetta. Il messicano sa che in qualche modo è di fronte a qualcosa più grande di lui, ma non si lascia intimorire. Al tempo stesso è consapevole dei suoi mezzi. E avere una squadra così forte attorno lo tranquillizza in qualche modo.
«Isaac – interviene Matxin – è un ragazzo giovane, che va rispettato. Non gli va messa troppa pressione. Ma al tempo stesso è un ragazzo che sa vincere e anche alla Milano-Torino lo ha dimostrato. Sa mantenere i programmi, è ambizioso, sa farsi trovare pronto. Sin qui ha dimostrato di essere il corridore più forte del Giro. Lo difenderemo e lo aiuteremo. Siamo coerenti».


Senza paura
L’argomento “terza settimana” con un ragazzo di 21 anni in maglia rosa è stuzzicante. Di fatto, se questo Giro d’Italia è ancora aperto è proprio per questa incognita: tenuta con il passare delle tappe, salite lunghe, capacità di recupero.
«Sto facendo grandi passi nella mia carriera – continua la maglia rosa – devo crederci velocemente e sempre velocemente devo capire cosa sta succedendo nella mia vita. Stare qui è il sogno di tutti, ma voglio andare passo per passo. E anche se è un passo corto, voglio farlo nella direzione corretta. Sto imparando dai miei compagni, perché hanno molta più esperienza. Voglio seguirli, mi hanno aiutato molto».
Qualcuno gli fa notare che forse è meno novellino di quanto sembri. Alla fine in corsa si muove benissimo, sarà istinto, sarà che ha imparato in fretta (o che ha così tanta gamba che tutto gli riesce facile), ma ogni volta che qualche squadra si è mossa lui è stato un falco a piombare sugli attaccanti.
«Mi muovo bene? Ho bisogno di imparare – riprende Del Toro – sono nuovo per queste cose. L’altro giorno sapevo che avrebbero provato. Voglio sempre essere attento e nella posizione migliore per difendermi. Voglio vedere sempre cosa succede. Seguo l’istinto, ma anche la radio e voglio usare l’intelligenza». Testualmente aveva detto cabeza fría.
Diteci voi se sono parole di un novellino!


Squadrone UAE
Senza dubbio la UAE Emirates ha dimostrato di essere la più forte. Parla la classifica, parlano le tappe e come vengono gestite. Quando Baldato diceva che se il gruppo resta di 50 corridori e i suoi ci sono tutti, diceva la verità. E davvero non è poco ai fini del controllo della corsa.
E questo vale anche per la gestione di Ayuso, sia pensando a quanto successo verso Asiago, sia in ottica terza settimana. Sulle montagne venete lo spagnolo non è parso super brillante. Come è gestito?
«Ma no – dice Baldato – quello che ho detto vale anche per Ayuso. Ieri Juan ha seguito chi ha attaccato. Abbiamo corso compatti, abbiamo cercato di stare uniti, di stare davanti. C’erano 27 corridori sull’ultima salita e l’idea era di proteggere il leader e di stare tutti insieme. Questa è la nostra mentalità.
«Roglic? Adesso i rivali più pericolosi sono Carapaz, che è davvero forte e attacca in ogni momento. Simon Yates, che è un ragazzo esperto. E poi penso anche ai due ragazzi della Bahrain-Victorious: Tiberi e Caruso. Damiano è davvero forte, lo so bene. E’ sempre pronto a sfruttare le situazioni. Ma come ho detto prima, è importante per noi rimanere il più possibile vicino al nostro leader, Isaac».
Quando poi arriva la fatidica domanda sui ruoli e su chi sarà definitivamente il leader della UAE Emirates, terminano i 15 minuti di videoconferenza. Però alla fine in questa occasione sono stati più chiari di altre volte: si sono sbilanciati a favore di Del Toro.
Noi l’abbiamo già detto: ormai sarà la strada a parlare. Possiamo aggiungere che Del Toro, quando ci sono state le domande in spagnolo, ha apertamente detto che lui adesso è in una posizione favorevole: «Gli altri ovviamente proveranno ad attaccarmi, ma io mi trovo in una posizione in cui devo difendermi».