Tosatto è al mare: una settimana di stacco con la famiglia in Romagna e poi sarà già tempo di ricominciare. Il pomeriggio è dedicato al Tour: bastano una connessione internet e gli auricolari. Così ieri il direttore sportivo della Ineos Grenadiers ha seguito la prima tappa pirenaica, con un occhio ai suoi ragazzi della Ineos Grenadiers. E anche se lo abbiamo chiamato per parlare del gruppo del Giro che ad agosto andrà alla Vuelta con capitan Thomas, è stato impossibile non farsi risucchiare da due chiacchiere sulla sfida francese.
«Cosa dire… La UAE si è sgretolata – riflette Tosatto – e Vingegaard gli ha rifilato più di un minuto. Cosa sia mancato a Pogacar è difficile da dire. Oggi (ieri, ndr) non è stato all’altezza in salita, sul cambio di ritmo. Gli manca la costanza della fatica? Il non aver fatto il Delfinato o lo Slovenia potrebbe averlo penalizzato. L’ultima corsa a tappe che ha fatto è stata la Parigi-Nizza, che c’è stata a marzo. Il Tour è ancora aperto, però moralmente hanno preso una bella botta dopo aver dettato legge sabato e domenica».
E i tuoi?
Dietro si è visto forte il mio Rodriguez, che può puntare alla top 5, non so se al podio. Pidcock è arrivato più staccato. E poi c’è Bernal. Quest’anno con Egan non ho fatto una sola corsa e ho non ci ho mai parlato. Ha fatto dei grandi progressi e sicuramente l’hanno portato vedendo che stava bene. Si sapeva che faceva fatica a lottare coi migliori, oggi ha perso tre minuti dal primo, può solo migliorare. Questo è un passaggio che gli può tornare utile come fase del recupero per il prossimo anno o per la Vuelta, se farà la Vuelta.
E Hindley?
Sono contento che abbia vinto lui. Tanti l’hanno sottovalutato anche dopo che ha vinto il Giro. Sembrava che lo avesse vinto uno così, ma lui due anni prima aveva fatto secondo. Ha vinto alla prima partecipazione al Tour, tappa e maglia. Adesso vedremo, non ha speso tanto secondo me, a parte gli ultimi 20 chilometri. Magari se prende fiducia, riesce ad andare sul podio.
Veniamo a noi: bella questa cosa che Thomas vuole alla Vuelta il gruppo del Giro, no?
Il programma del gruppo Vuelta si è fatto dopo il Giro. C’erano e ci sono ancora dei punti di domanda. Ad esempio se Egan se faceva il Tour e chi coinvolgere fra quelli che non hanno fatto né Giro né Tour. Oppure Arensmans, che era previsto non facesse il Tour dopo il Giro e c’era da capire se fargli fare la Vuelta o le classiche in Canada. Poi c’è De Plus che vuole fare due grandi Giri, quindi anche la Vuelta.
Il fatto di portare il gruppo del Giro, se non altro come base, è una garanzia perché è un gruppo che funziona bene?
Quando lavori con un gruppo da lontano, nel senso che inizi a fare programmi e corse in comune da inizio anno, viene tutto più facile anche in gara.
Era in programma che Thomas andasse alla Vuelta?
C’era un punto di domanda. Si è sempre detto di puntare tutto sul Giro e poi avremmo valutato il finale di stagione. Una possibilità di fare Giro e Vuelta c’è sempre stata, nella lista lunga il suo nome c’era già. E alla fine ha deciso di voler andare in Spagna. Anche perché, secondo me, essendo un corridore di una certa età, non si vede a fare corse di una settimana, gli viene comodo fare un grande Giro. Poi non è che corra molto di qui alla Vuelta…
In che senso?
Adesso ha recuperato bene, ma prima della Vuelta farà una sola corsa. Alla fine il suo è un programma abbastanza leggero.
La sensazione è che gli sia venuta voglia di Vuelta dopo aver visto al Giro di essere capace di grandi prestazioni…
Sì, quello sicuramente. Ha finito il Giro stanco, ma in crescendo. Va bene, nella cronoscalata ha pagato, ma se stai bene, impieghi meno a recuperare.
I compagni si sono fatti coinvolgere dal suo entusiasmo?
Quelli che hanno fatto il Giro avevano la voglia di fare la Vuelta con lo stesso gruppo. Ci sarà qualche inserimento, magari chi non ha fatto grandi Giri o qualche giovane. Però certo, correre insieme aiuta tanto.
Ci saranno anche Puccio e Ganna?
A Pippo in teoria la Vuelta farebbe un gran bene. Chi ha il motore come il suo, almeno una grande corsa a tappe all’anno deve farlo e del Giro ha fatto solo sette giorni. Sicuramente adesso il suo grande obiettivo è il mondiale, ma nella quadra della Vuelta ci starebbe bene, anche perché il primo giorno c’è una cronometro a squadre, che per lui sarebbe uno stimolo interessante. Quanto a Puccio invece si vedrà. Se lo chiami, è sempre pronto. E’ nella lista, ma ancora non saprei.
Pensi che Thomas si adatterà bene al modo di correre nervoso della Vuelta?
Ha fatto una sola Vuelta, nel 2015, quando vinse Aru, e arrivò parecchio indietro. Quello di quest’anno è stato il terzo Giro che finiva, negli anni prima è quasi sempre caduto. In Spagna sarà un’avventura, un’esperienza nuova. Ha lo stimolo di prepararsi come ha preparato il Giro, per cui secondo me potrebbe andare bene, perché c’è meno stress del Tour e non è come il Giro.
Secondo te non ha mai rimpianto il fatto di aver scelto il Giro al posto del Tour?
All’ultimo Tour ha fatto terzo e in precedenza era stato primo e secondo. Forse ha voluto fare il Giro perché aveva un conto in sospeso e quest’anno con le tre cronometro, ha pensato di poterlo vincere. Lo abbiamo deciso a novembre, difficile poi cambiare idea. Così adesso andrà alla Vuelta, vedremo coi giorni con quali obiettivi.