La stagione agonistica degli italiani è iniziata benone. Sono già cinque le vittorie messe nel sacco e una di queste è firmata da Jonathan Milan. Il gigante della Bahrain Victorious aveva vinto una tappa al Saudi Tour, qualche giorno prima del suo collega di quartetto Simone Consonni.
Mentre il friulano stava per volare da Venezia a Zurigo e da lì, in auto, a Grenchen dove ci sono gli europei su pista, ci ha raccontato questo inizio 2023. E non solo…
Jonathan, ti aspettavi un inizio così buono?
Proprio così buono no! Sì, era un mio programma/obiettivo quello di iniziare bene, cogliere qualche piazzamento anche per verificare come era andata la preparazione invernale. Poi abbiamo visto che potevo fare le volate e così ho provato anche il giorno dopo e alla quarta tappa (la più impegnativa, ndr) ero lì. Devo dire che la squadra ha lavorato benissimo, ma non intendo solo al Saudi.
E in cosa?
Nella preparazione invernale, nel modo di correre, nel lavoro che abbiamo fatto prima e durante la corsa… un lavoro molto attento. Dico che è un bene d’insieme.
Invece perché hai detto che non ti aspettavi un inizio così buono? Non sei al massimo? Avevi qualche problemino?
No, è che ancora non sono al top. Fisicamente non sono al 100%. Tuttavia la squadra non mi ha messo pressione. Prima del Saudi mi hanno detto: “Andiamo per fare esperienza e proviamo fare le volate”. Da parte mia poi, io ci provo sempre. Non aspetto che la vittoria cada dal cielo!
Atteggiamento da vincente! Dopo l’Arabia Saudita anche tu come Consonni sei tornato pistard?
Eh sì, anche io ho “switchato”. Da oggi (ieri, ndr) abbiamo iniziato i primi allenamenti sulla pista e posso dire che non vedo l’ora di gareggiare, di riassaporare il parquet, il gruppo azzurro, la gara… insomma l’ambiente della pista.
Ma Jonathan Milan è anche uno dei boss della pista. Ormai cresci sempre di più. Hai vinto. Anche per gli addetti ai lavori sei un super big. Non è che inizi a mettere pressione anche a Filippo Ganna? Tanto più che magari farete l’inseguimento individuale da rivali…
Ma che scherzate?! Non penso di mettere pressione a Pippo… E poi non so neanche se lui farà l’individuale. Il mio obiettivo è quello di migliorarmi. Questo è il primo step. Ma Pippo resta il boss indiscusso.
Però anche a detta dei tuoi compagni, a prescindere da chi ci sia nel quartetto, la differenza si sente…
Sì, andiamo forte, magari tiriamo quel giro in più, ma anche gli altri due compagni “tirano da Dio”. Anche loro ci portano a quelle velocità e le mantengono. E’ un lavoro di gruppo. Per dire, io sono stato felicissimo l’altro giorno quando ha vinto Simone (Consonni, ndr). Da dietro, quando l’ho visto scattare sono stato proprio contento.
Sai già che posizione avrai a Grenchen?
Vedremo, ormai mi hanno incastrato tra la prima e la seconda! Scherzo, sono due posizioni che non mi dispiacciono.
E cosa cambia tra le due?
Il primo è colui che lancia il quartetto. Deve fare una partenza giusta, che non sia troppo dura per il quarto, quindi per Pippo. Il secondo invece deve continuare a far salire la velocità a regime, ma è un grande sforzo perché all’inizio parte a fianco del primo. Il terzo e il quarto devono andare forte e al tempo stesso far “recuperare” gli altri due. Come ho detto prima: è un gioco di squadra.
Quando si decide la posizione? E in base a cosa?
Non ci sono posti fissi. Si decide anche in base alle condizioni di forma e del momento, a come si è lavorato. Se per esempio si sta attraversando un periodo in cui non si è super con le partenze da fermo, si fa il secondo.
Torniamo alla strada, Jonathan: uno come Pasqualon si è fatto sentire in squadra? Lo conoscevi?
Sì, ci conoscevamo di vista, ma nel camp invernale siamo stati nello stesso gruppo e abbiamo avuto modo di passare parecchio tempo insieme. Andrea è diventato subito un riferimento e non solo in corsa. Si vede che ha esperienza. E anche gara: “Vienimi dietro”. “Stai coperto”. “Stai tranquillo”…
Lo scorso anno avevi vinto in volata, quest’anno già ti sei ripetuto: ci stai lavorando o ti vengono naturali?
Ci lavoro e mi piacerebbe continuare a lavorarci, ma senza perdere altro.
Ti senti un velocista puro?
Non più di tanto e non per il momento. Tengo benino su salite non troppo lunghe e non vorrei perdere queste qualità.
Più o meno quale sarà il tuo calendario dopo gli europei in pista?
Parigi-Nizza, Sanremo, le classiche del Belgio… tra cui il Fiandre.