Con la tappa di oggi, la Teramo-San Salvo inizia il Giro dei velocisti. Quest’anno le tappe per le ruote veloci non mancano e neanche gli sprinter. Al via ci sono Cavendish, Dainese, Pedersen, Consonni, Bonifazio, Gaviria, Matthews… mentre non c’è Luca Mozzato.
Con il corridore della Arkea-Samsic abbiamo fatto un’analisi dei velocisti e delle tappe a loro congeniali: “chi, può andare forte e dove”. Il veneto non è al Giro d’Italia in quanto si è aggregato molto tardi al team francese e quando è arrivato ormai i piani erano fatti.
Luca era stato allertato per la corsa rosa, ma poi visto che stava andando bene, per non stravolgergli i programmi nel breve periodo, è stato inserito nei papabili per il Tour.
Luca, tu che sei in gruppo, che idea ti sei fatto del percorso di questo Giro in relazione ai velocisti?
Di tappe per uomini veloci, e non solo velocisti puri, ce ne sono tante. Dico tra le otto e le dieci (qui tutte le frazioni del Giro, ndr). Mi riferisco anche a velocisti resistenti sulle brevi salite. Il primo che mi viene in mente è Mads Pedersen. Questo Giro è perfetto per lui.
Dici?
Sì, perché i classici piattoni ormai non ci sono quasi più e poi è difficile per le squadre degli sprinter controllare la corsa. Mi aspetto anche che qualcuno possa anticipare, viste le tante salitelle finali. E se le fughe arriveranno molto dipenderà dalle condizioni dei velocisti stessi.
Chi sono i più forti per te… in questo Giro?
Come ho detto Pedersen, che tra l’altro vedo favorito per la maglia ciclamino. Poi ci sono Groves della Alpecin-Deceuninck, Cort Nielsen della EF Education-EasyPost, Matthews della Jayco-AlUla… tutti uomini veloci e resistenti. Loro si possono giocare le volate anche se arrivano gruppi di 50-60 atleti. Per me in quella di Napoli, per dire, potrebbero anche arrivare davanti.
Stando a questi profili l’Italia può contare su Fiorelli e Albanese…
Sì, ma molto dipenderà dalla loro condizione e da come andrà ad evolversi nel corso del Giro. Può starci anche che qualcuno di loro possa crescere durante le tre settimane. “Alba”, per quel che l’ho visto in corsa sin qui, mi sembra stia benone.
E invece i velocisti puri?
Loro sono Cavendish, Dainese, Gaviria e ci metto anche Milan. Al Romandia ho visto un buon Gaviria. Certe volate bisognava guadagnarsele e lui ci è riuscito. E poi quando si staccava aveva tutta la sua Movistar intorno, segno che la squadra crede in lui.
Di Cav invece cosa ci dici?
Lui è sempre pericoloso. Anche lo scorso anno ha vinto una tappa e resta un totem per tutti noi velocisti. Dovrà avere però anche la testa giusta. La tappa perfetta per Cavendish è quella di Caorle. Però non ha un vero apripista. Bool non c’è e Luis Leon Sanchez è esperto, ma non è quello il suo ruolo.
Speriamo non sia venuto solo per mettere dei chilometri nelle gambe in vista del record del Tour e che torni a casa dopo 10 giorni…
Magari ne farà anche di più. Dipenderà molto da come starà. A volte s’innesca un circolo virtuoso e se stai bene andare avanti non ti costa poi troppa fatica. Anche stare quelle 3-4 ore a tutta per rientrare nel tempo massimo diventa un’altra cosa rispetto a quando stai male. In quel caso molli.
Quindi se dovessi dire un favorito per le volate pure e un favorito per quelle “da guadagnarsi” chi diresti?
Gaviria tra gli sprinter puri e Pedersen tra gli altri. Non dimentichiamo che Pedersen ha tutta la squadra a disposizione e chiaramente potrà fare bene anche nelle volate di gruppo.
Le frazioni in cui ci sarà la volata “di sicuro”, quelle per velocisti puri, sono…
San Salvo, Salerno, Tortona, Cassano Magnago, Caorle e Roma. Anche se quella di Cassano Magnago, col Sempione, è legata da come sarà affrontata la salita. Perché se la fuga dovesse andare via poco prima del Gpm sono dolori. Significherebbe che hanno fatto la scalata forte e che è una fuga di gambe. Il gruppo sarebbe rotto e recuperare terreno non sarebbe facile. Lo spazio ci sarebbe, ma sarebbe più complicato riorganizzare il lavoro delle squadre e ne servirebbero almeno 3-4 a tirare insieme.
E le frazioni intermedie che potrebbero “trasformarsi” in volate?
Ci metto quella di Fossombrone, ma dipenderà più da come sarà andata la corsa nelle prime fasi, che non tanto dal Gpm di 4ª categoria nel finale.
Perché secondo te?
Perché quello è duretto, ma è un tipo di sforzo che il velocista può anche superare. Per la tappa di Viareggio vale un po’ il discorso di quella del Sempione. Poi non sarei stupito se si arrivasse in volata, magari non di gruppo completo, anche a Napoli. E forse ci metto pure quella di Rivoli, almeno per i velocisti-resistenti.