Fra una settimana tutti a Laigueglia, nel giardino di Pozzato

26.02.2025
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Gli facciamo notare che, battuto definitivamente Merckx, il suo record di vittorie al Trofeo Laigueglia (2003, 2004 nella foto di apertura, 2013) non è ancora nel mirino di Pogacar. Questo basta a Pozzato per farsi una risata e tornare con la memoria a quando la corsa ligure gli fece capire di essere diventato un corridore. Era il 2003, il vicentino correva con la Fassa Bortolo, dopo i tre anni con la Mapei. Avevano appena vinto la cronosquadre al Giro del Mediterraneo e lui per primo aveva colto un secondo posto, così Giancarlo Ferretti gli mise a disposizione la squadra per la corsa italiana.

«Mi ricordo l’impostazione di gara – ricorda Pozzato – io arrivavo da quel secondo posto in cui forse mi ero toccato con Bettini e avevo perso la corsa. Probabilmente avrei vinto in rimonta, se non mi avesse chiuso nell’ultima curva. Mi ricordo che Petito parlò con Ferretti dicendogli che andavo veramente forte. Allora Giancarlo venne con i suoi modi diretti e mi disse: “Adesso vediamo se sei forte per davvero!”. E’ stata la prima volta che mi davano la responsabilità di una squadra così importante. C’erano tutti quanti: Kirchen, Frigo, Tosatto, Petito, Cioni, Ivanov e Gustov. Tutti a disposizione per farmi vincere. Mi tennero tutto il giorno come se fossi veramente un capitano di quelli affermati. L’anno prima avevo vinto 14 corse, ma quel giorno vinsi su Sacchi, Baldato e Bettini e capii che era iniziato il ciclismo vero».

Filippo Pozzato, 43 anni, è stato pro’ dal 2000 al 2018: ha 49 vittorie in bacheca fra cui la Sanremo, due tappe al Tour e una al Giro
Filippo Pozzato, 43 anni, è stato pro’ dal 2000 al 2018: ha 49 vittorie in bacheca fra cui la Sanremo, due tappe al Tour e una al Giro

Il Trofeo Laigueglia si correrà fra una settimana, mercoledì prossimo, il vincitore uscente è Lenny Martinez. Per instradare l’attesa siamo andati proprio da colui che ne ha vinti tre. Domenica ci sarà la Omloop Het Nieuwsblad, vinta da Pippo nel 2007, poi il ciclismo dei professionisti prenderà il via anche in Italia sulle strade della Liguria. Torniamo a quel 18 febbraio del 2003 e alle parole di Pozzato, che in questi giorni è al lavoro per organizzare il Carnival Circuit di Sandrigo, dove la bicicletta sarà per una serata motivo di valorizzazione del territorio, evasione, burla, svago.

Ferretti all’epoca era l’equivalente italiano di Lefevere, forse anche più vincente. Che effetto fece sentirlo parlare a quel modo?

Erano cose che mi gasavano ed era comunque un test necessario. Anche Tosatto me lo disse subito: “Oggi vediamo se hai i coglioni!”. Era il modo di crescere di quegli anni, con il senso di sfida per farti prendere responsabilità e farti diventare grande più in fretta. A me piaceva. Al netto dei problemi che abbiamo avuto, Ferretti è stato il primo che mi ha insegnato a prendermi delle responsabilità e che mi ha messo a disposizione la squadra che a quel tempo era la più importante del mondo. Avevo vent’anni, non era una cosa da tutti e lo apprezzai molto.

Andavi forte davvero, quell’anno avresti vinto anche la Tirreno-Adriatico…

E secondo me avrei vinto anche la Sanremo, perché volavo. Invece caddi in discesa, coinvolto nella caduta di Cassani. Forse è stata la Sanremo che sono andato più forte di tutti (la vinse invece Bettini su Celestino e Paolini, ndr).

Che cosa rappresentava il Trofeo Laigueglia in quegli anni?

Per me è sempre stata la corsa di inizio stagione e forse quando l’ho vinta la prima volta era la più importante. Si ricorda più spesso la tappa del Tour, ma con Laigueglia sono entrato nel grande ciclismo. Poi con l’avvento del WorldTour è cambiato tutto. Adesso però la stanno riportando su.

Hai vinto la terza a dieci anni dalla prima, 2003-2013. Percorso diverso, avversari diversi…

Per me è sempre rimasta la corsa importante dei primi tempi, di quando c’era il ciclismo di una volta, anche se a livello internazionale dopo i primi anni 2000 la situazione è cambiata. Avrei potuto vincerla anche nel 2009 quando si impose Ginanni, ma ebbi delle incomprensioni con Ballan e chiudemmo io secondo e lui quinto. E’ sempre stata una corsa speciale perché, abitando a Monaco, si svolgeva anche vicino casa mia. Nel 2013 avevo già corso il Tour de San Luis e poi le gare di Mallorca, ma restava la corsa d’apertura e la sentivo sempre mia, ma questo è un punto di vista personale.

Eri uno cui serviva correre per andare forte?

Assolutamente. Avevo bisogno di correre, perché c’era anche un modo diverso di allenarsi, adesso invece arrivano e vanno forte già dalla prima corsa. Non so come facciano, è un modo completamente diverso di affrontare le gare e forse è quello che ho sofferto a fine carriera. Non riuscivo ad allenarmi come si allenavano i più giovani.

Il Trofeo Laigueglia… riscalda l’asfalto dell’Aurelia nell’imminenza della Sanremo
Il Trofeo Laigueglia… riscalda l’asfalto dell’Aurelia nell’imminenza della Sanremo
Cosa ricordi dei vari percorsi che sono cambiati?

Il primo anno che l’ho vinta, scollinai bene sulla salita del Balestrino. Primo Bettini con Celestino e io ero subito dietro e lì ho capito che andavo forte. L’anno dopo invece passai a un minuto e mezzo dalla testa: ero 6 chili più dell’anno precedente, però sono riuscito a vincere lo stesso, ma in maniera completamente diversa. Nel 2013, invece, andavo forte e la Lampre era a mia disposizione. Mi ricordo che Niemiec fece un lavoro incredibile in salita. La tirò tutta con me a ruota e nessuno riuscì a partire. In finale il percorso era cambiato, si arrivava da Andora. Ci furono attacchi in tutti i modi per farmi fuori, ma vinsi facilmente in volata

Tempo fa si parlò della possibilità che, in quanto organizzatore, prendessi tu il Trofeo Laigueglia…

E’ vero, ci sono stati vari contatti. Ho degli amici da quelle parti, ma perché io possa organizzare una corsa, oltre all’incarico da parte del Comune che è proprietario della gara, serve che ci siano anche i presupposti economici. Però è vero, lo ammetto: mi piacerebbe un giorno provare a organizzare il Trofeo Laigueglia. Sarebbe come chiudere il cerchio.