Roglic, una finestra sulla Vuelta… con Burgos nel sacco

21.08.2023
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«Sono venuto qui per stare un po’ meglio e penso di esserci riuscito»,Primoz Roglic come sempre è diretto, sincero e pratico. Lo sloveno parla così della Vuelta Burgos, classico appuntamento di avvicinamento al grande evento, la Vuelta in questo caso.

L’ex saltatore con gli sci viaggia dunque verso la “sua” Vuelta. Il grande Giro che ha già vinto tre volte. Lo attende la sfida con Evenepoel, in primis, Ayuso, Thomas, ma forse il rivale più pericoloso ce lo ha in casa, come vedremo.

Primoz Roglic (classe 1989) all’ultima Vuelta Burgos ha vinto tre tappe e la generale precedendo di 39″ Vlasov e di 42″ Adam Yates
Primoz Roglic (classe 1989) all’ultima Vuelta Burgos ha vinto tre tappe e la generale precedendo di 39″ Vlasov e di 42″ Adam Yates

Veni, vidi, vici

Come “d’abitudine” il corridore della Jumbo-Visma è tornato in corsa dopo molti mesi. Non lo si vedeva col numero sulla schiena da Roma, 78 giorni fa, al Giro d’Italia. Ha vinto e ha subito messo in chiaro il suo stato di forma.

Roglic è uno dei migliori in assoluto nel sapersi preparare stando parecchio lontano dalle corse. E’ andato per tre settimane a Tignes, in Francia, con gran parte del “gruppo Vuelta”. La gara di Burgos era una sorta di rodaggio, di prova generale. 

E proprio di prova generale ha parlato il direttore sportivo, Marc Reef: «La Vuelta Burgos è stata una buona prova generale. Le temperature, il percorso e il modo di correre sono paragonabili a quelli che ci saranno alla Vuelta.

«L’obiettivo principale era compiere gli ultimi passi, rifinire la gamba e ci siamo riusciti. Ma non sono contento solo per Roglic. Ho visto che anche gli altri ragazzi hanno dimostrato di essere pronti, uno su tutti Jan Tratnik che veniva dall’incidente pre-Giro e ha fatto una lunga riabilitazione».

A Burgos superati spesso i 40 gradi: prova perfetta per l’imminente (calda) Vuelta. Tratnik rinfrescava così il suo capitano
A Burgos superati spesso i 40 gradi: prova perfetta per l’imminente (calda) Vuelta. Tratnik rinfrescava così il suo capitano

Percorso di crescita

Eppure Primoz non ha dominato. Ha sì vinto. Si è dimostrato pronto ed efficiente, ma in salita non ha staccato tutti i rivali. Anzi, se proprio cerchiamo il pelo nell’uovo, nel giorno della seconda vittoria, ad un certo punto quando si è trovato in testa ad un paio di chilometri dal traguardo e faceva lui il passo, l’andatura è anche calata un po’, testimonianza di ciò è stato il rientro di Vine. Poi nel finale ha risposto agli attacchi e in volata ha battuto tutti. Ma ha vinto per le sue caratteristiche e non da “schiacciasassi”.

Magari c’erano delle motivazioni tattiche. Magari non voleva fare più fuorigiri del necessario, magari faticava anche lui.

«La giornata era di nuovo calda – ha detto Roglic alla tv slovena dopo l’ultima tappa – ma mi sentivo benissimo. I nostri ragazzi hanno controllato la tappa tutto il giorno, ma direi tutta la corsa. Io volevo mettere intensità nelle gambe. Sono davvero soddisfatto della mia condizione e chiaramente anche della vittoria. Era la prima volta che facevo la Vuelta Burgos e mi è piaciuta moltissimo. Ho visto tanta gente lungo le strade».

«In questi giorni ho visto anche una squadra forte. I ragazzi avevano tutto sotto controllo».

La Jumbo-Visma ha vinto la cronosquadre. C’erano 4 elementi degli 8 che vedremo alla Vuelta, che si aprirà proprio con una prova così
La Jumbo-Visma ha vinto la cronosquadre. C’erano 4 elementi degli 8 che vedremo alla Vuelta, che si aprirà proprio con una prova così

Dream team

E il tema della squadra torna forte. Proprio poche ore fa la Jumbo-Visma ha ufficializzato la sua formazione per la grande corsa spagnola.

Oltre a Roglic ci saranno Tratnik, Vingegaard, Kuss (al terzo grande Giro stagionale), Kelderman, Gesink, Van Baarle e Valter. Un roster mostruoso.

«Andare con più punte ci potrà essere utile – ha aggiunto Reef – Primoz dopo il Giro si è riposato e ha trascorso un lungo periodo in altura, quindi è andato a Burgos. Vingegaard dopo il Tour ha staccato, ha ripreso ad allenarsi e ha già lanciato ottimi segnali».

Lo stesso Roglic si è mostrato sereno di questa formazione. Vingegaard non sembra essere un rivale, almeno per ora. Secondo molti – tecnici, ma anche corridori presenti a Burgos – potrebbe essere determinate il caldo. In tal senso Vingegaard sin qui si è sempre mostrato all’altezza, ma potrebbe pagare le fatiche ravvicinate del Tour. Mentre Primoz è più fresco. E’ un dilemma aperto.

Ma ci piace chiudere con le parole dello stesso Reef prima della Vuelta Burgos: «Roglic punta alla vittoria generale e possibilmente ad una di tappa. Quelle finale è molto esplosiva e adatta a lui», obiettivi centrati alla lettera.

E ancora: «Dal 2019, Primoz non ha avuto una preparazione così buona per la Vuelta. È stato in grado di riposarsi e di ricostruire la condizione secondo i piani. Ora è in buona forma».