Ritorno a Leuven. Per il campione del mondo iella alle spalle

08.08.2022
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Da Leuven a Leuven, Julian Alaphilippe è rientrato in corsa ieri proprio laddove un anno fa (11 mesi per la precisione) vinse il suo secondo titolo mondiale. Un segno del destino? Forse…

Forse è da qui che “Loulou” potrà definitivamente dare il via alla sua stagione 2022. Una stagione che sin qui non è mai decollata del tutto. Lo abbiamo visto soffrire (ma lottare come un leone) alla Tirreno. Lo abbiamo visto “distruggersi” alla Liegi. Rialzarsi questa estate, fermarsi di nuovo per Covid al Wallonie.

Prima del via eccolo ritratto con Campenaerts, vincitore della corsa
Prima del via eccolo ritratto con Campenaerts, vincitore della corsa

Che il 2022 inizi!

Finalmente adesso tutto sembra essere rientrato nei ranghi. Alahilippe dovrebbe aver ripreso la sua normalità. Sa che ha perso molto tempo, ma sa anche che c’è lo spazio per recuperare e per siglare un grande finale di stagione, magari coronato da un tripletta iridata.

«Certo – ha detto Alaphilippe – la tripletta mondiale è un obiettivo e un pensiero, ma la priorità è ritrovare la salute».

E’ realista Julian. Ieri ha concluso la sua corsa in 56ª posizione a quasi 2′ da Victor Campenaerts, ma quel che conta sono le sensazioni e quel che potrà fare.

Correrà parecchio per cercare la sua massima condizione il suo “cento per cento”, come spiega Julian: «Questo è il vero obiettivo, perché so che quando sono al top posso avere grandi giornate».

Quindi l’iridato correrà al Tour de l’Ain (9-11 agosto), farà la Vuelta e quindi il mondiale e tutte le classiche di fine anno.

«Sono molto felice di essere tornato a correre – ha detto Alaphilippe – e in particolare a Leuven dove ho molti ricordi. Non sapevo dove fossi con la condizione. Ho passato alcuni giorni senza allenarmi e nell’ultima settimana ho fatto solo lavori di endurance».

Ecco perché nel suo programma figurano parecchie corse. In questo momento trovare il ritmo è fondamentale. Specie per uno come lui che fa della brillantezza la propria arma.

Julian aveva vinto al Wallonie. Era la seconda corsa (ma un mese dopo il campionato francese) dopo l’infortunio della Liegi
Julian aveva vinto al Wallonie. Era la seconda corsa (ma un mese dopo il campionato francese) dopo l’infortunio della Liegi

Dalle stelle alle stalle

Al Wallonie, il rientro del corridore della Quick Step- Alpha Vinyl era stato ottimo. Dopo la discussa esclusione dal Tour (secondo Lefevere non dava garanzie di tenuta, ndr), Alaphilippe aveva subito siglato una vittoria. Ma quando le cose non girano… non girano.

«Ero felice – racconta Alaphilippe – sembrava che tutto fosse okay, le sensazioni erano buone. Poi il giorno dopo ero completamente fermo. Provavo davvero brutte sensazioni e ho dovuto lasciare la gara per il Covid.

«I sintomi sono andati via presto, ma sento che c’è ancora un po’ di stanchezza. Il morale però è buono. Spero solo che sfortuna mi lasci tranquillo!».

E tutto sommato per Alaphilippe questa è stata la prima stagione difficile. Vero, anche lo scorso anno fino al mondiale aveva fatto “poco”, ma almeno aveva corso. Quest’anno invece si ritrova ad agosto inoltrato con 28 giorni di gara (incluso ieri). Per dare un’idea di quanto abbiano fatto i suoi colleghi la media è di 55-60 giorni di gara, con la punta di 78 di Alberto Dainese.

Alaphilippe (vicino a Nizzolo) tra le stradine di Leuven che lo scorso anno lo aiutarono per conquistare la maglia che indossa
Alaphilippe tra le stradine di Leuven che lo scorso anno lo aiutarono per conquistare la maglia che indossa

Morale e obiettivi

E proprio dal discorso del morale bisogna ripartire. Un campione si vede anche, e soprattutto, quando naviga in cattive acque. Riesce a non perdere la bussola, a tenere la “barra dritta” e a riemergere… E se possibile più forte di prima.

«Quest’anno mi sento come se non avessi molto vento alle spalle – tanto per restare in termini marinareschi – Ho corso poco. E’ dall’inizio della stagione che non va assolutamente come vorrei. Ma non ho avuto scelta. E’ così. Devi riadattarti. E allora guardo avanti e vedo che ci sono tante gare in vista: la Vuelta, il mondiale, il Giro di Lombardia.

«So che non sono al top, ma come ho detto ci proverò. E sarò davvero felice se non avrò rimpianti».

Il dibattito è già aperto. Il terzo mondiale appare sempre più adatto a un corridore come Alaphilippe. Wollongong è duro ma veloce. Forse un po’ più duro di Leuven, ma di certo meno intrigato dal punto di vista planimetrico. Le stradine belga che lo scorso autunno lo hanno aiutato a nascondersi, con le curve che spezzavano il ritmo e che Julian è stato bravissimo ad affrontare, in Australia non ci saranno.

Favorito dunque? Può esserlo, ma come dice lui stesso prima deve trovare la condizione migliore, per trovare una super giornata delle sue.