Quella di Evenepoel appare un po’ come una provocazione. L’olimpionico, sulle pagine di Het Nieuwsblad, ha raccontato di aver visto sul portale social Velon un post dov’era indicata la potenza media di Pogacar all’ultimo Lombardia: «Sono rimasto di stucco, aveva un valore di 340 watt che era esattamente il mio. Ma allora dove sono saltati fuori i tre minuti di differenza all’arrivo? Ho provato anche a scrivergli, ma non me l’ha detto…».
Tra i due è un po’ un gioco delle parti, ma la domanda resta e dà spunto per alcune interessanti considerazioni insieme a un preparatore di lungo corso come Pino Toni, che per prima cosa mette subito in chiaro alcune premesse: «Quella di Remco è una provocazione perché è estremamente difficile mettere a confronto differenti power meter. I dati prodotti da questi dispositivi non sono esattissimi, basti pensare che su 7 modelli Shimano solamente 3 hanno un limite di tolleranza inferiore al 5 per cento».
Quanto influisce questa differenza?
Tantissimo, significa che potremmo avere dati reali sono avendo l’assoluta certezza che due corridori utilizzano lo stesso modello e sul mercato ora ce ne sono ben 36, è una vera giungla. Io mi occupo di misurazione di potenza dal 1992 e per il mio lavoro devo avere la certezza del valore scientifico di quello strumento. Va tarato, dà valori specifici per la persona che lo ha utilizzato, ma fare paragoni diventa molto aleatorio.
La domanda di Remco però non è peregrina. Ammesso e non concesso che i due abbiamo avuto davvero la stessa potenza media, allora tutto quel divario da che cosa nasce?
Ci sono molte componenti che influiscono sulla prestazione di un corridore e che cambiano a seconda se questo stia esprimendosi in una gara su strada o a cronometro. Nel primo caso abbiamo tanti valori che non vengono considerati in quel semplice numero: attriti, cuscinetti della bici, aerodinamica, gomme… Per dare una risposta secca alla domanda di Remco: quel valore esprime la potenza del corridore, ma poi ci sono tanti altri valori dati dal mezzo.
Perché sottolineavi la differenza tra gara su strada e a cronometro?
Nella prestazione singola possiamo valutare l’erogazione di potenza in maniera più efficace e lì la componente umana ha un peso diverso. Perché Remco ha ad esempio un rendimento così alto? Un influsso importante ha la sua aerodinamicità, la sua capacità di assumere una posizione raccolta con le braccia che assumono una posizione che fende l’aria aiutando il corpo a penetrarla. Ma questo non aiuta nell’affrontare il vero problema posto dal belga. Nelle crono è tutto amplificato perché sei da solo. Nella gara su strada vedi due corridori, quello davanti esprime una potenza maggiore rispetto a quello dietro ma non lo stacca, perché? Perché i watt espressi dal corridore non sono tutto, c’è altro…
Cosa?
L’apporto dei materiali. Altrimenti non si capirebbe perché soprattutto tra una stagione e l’altra si fanno tanti test. Dal punto di vista dell’erogazione di potenza, anche la bici ha una grande importanza. Perché ad esempio si lavora tanto sui serraggi? Perché si fa in modo che abbiano meno attrito con l’aria, quindi serve che abbiano meno gioco. Oppure si lavora tantissimo sul movimento centrale, che abbia anche questo meno impatto con l’aria perché sono tutti watt persi. L’aerodinamica ha un peso specifico molto grande.
E’ quindi un discorso simile a quello di Formula 1 o GP motoristici…
Sicuramente, c’è differenza tra un modello e l’altro e il mezzo ha un peso molto alto nella prestazione dell’atleta. Per questo il paragone di Remco non regge, non ci si può basare sull’unico valore, non dice nulla a proposito della prestazione.
A questo punto emerge però un altro quesito, che è quello che da sempre ci si pone per le prove automobilistiche: quanto influisce l’uomo e quanto la macchina, in questo caso la bici?
E come si fa a quantificarlo? Di sicuro sono due valori ben distinti. Soprattutto nel ciclismo di oggi. Una cosa però possiamo affermarla: nella prestazione di un atleta conta tantissimo il team. In questo la similitudine con la Formula 1 c’è, attraverso il lavoro dei meccanici e infatti oggi quelli delle squadre WorldTour hanno stipendi altissimi. Il capo meccanico di un top rider ha uno stipendio annuo di almeno 100 mila euro. Ma lo stesso discorso potremmo farlo per il nutrizionista, il preparatore, insomma tutti coloro che gravitano in una squadra. Si vince e si perde davvero tutti insieme, il corridore è colui che finalizza il tanto lavoro che c’è alla base.
E’ un segno del progresso generale?
Certo e per farlo capire faccio un esempio: nel 2012 lavoravo alla Saxo e a quel tempo trovare un corridore che esprimeva 400 watt per 20 minuti ininterrotti era molto raro. Da noi ci riuscivano solamente Contador e Porte. Oggi un valore simile è considerato ordinaria amministrazione, quasi mediocre. E sono passati solo 12 anni…