In Polonia si è rivisto un gran Bagioli in aiuto a Nys

24.08.2024
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Se si guardano i nudi risultati del recente Giro di Polonia, fa capolino un 6° posto di Andrea Bagioli. Buono, soprattutto in relazione all’andamento di questa sua prima stagione alla Lidl-Trek certamente non in linea con quelle che erano le attese. Ma i numeri spesso non dicono tutto, anzi. Guardando l’evoluzione di alcune tappe, ai più attenti non è sfuggito come il rendimento del valtellinese sia cresciuto e di come se ne sia giovato Thibau Nys, che sul suo lavoro ha costruito le sue vittorie di tappa.

La grinta di Bagioli: chi lo ha visto in Polonia parla di un campione ritrovato
La grinta di Bagioli: chi lo ha visto in Polonia parla di un campione ritrovato

Un segnale importante per Bagioli, che infatti al termine della corsa polacca ha ben altra voce rispetto al resto della stagione: «E’ stata una corsa importante che mi ha dato risposte positive. Stavo meglio, il periodo di lavoro in altura ad Andorra mi ha fatto bene, in corsa ho ritrovato quelle buone sensazioni che per tutta la stagione non avevo sentito».

Nelle vittorie di Nys hai avuto una parte importante…

Sapevamo tutti in squadra che aveva una condizione incredibile ed era quindi giusto lavorare per lui, perché alla fine quel che conta è il team. Sabato, nella tappa verso Bukovina Resort stava per mollare in salita, gli ho detto di mettersi dietro e l’ho riportato nel gruppetto di testa, poi lui ha fatto la sua parte, ma so anche che molti hanno notato il mio lavoro e ne sono contento perché inizio a sentirmi me stesso.

La quarta tappa vinta da Nys. Bagioli nel gruppetto dietro è stato fondamentale per portarlo avanti
La quarta tappa vinta da Nys. Bagioli nel gruppetto dietro è stato fondamentale per portarlo avanti
Le aspettative su di te a inizio stagione erano molte: che cosa non ha funzionato?

Credo sia stato un insieme di fattori. Probabilmente ha influito il cambiamento di squadra, di ambiente, forse anche proprio quelle responsabilità di cui sopra. Serviva un po’ di tempo per abituarsi, soprattutto dopo il Giro d’Italia ho sentito che la ruota stava girando e in Polonia ne ho avuto la conferma.

Nella corsa polacca hai però dovuto ricoprire un ruolo subalterno, non temi che a lungo andare ti vedano sempre più come un luogotenente? Non erano queste le premesse…

Bella domanda. Forse sì e se devo guardarmi dentro, una delle cause del mio andamento è stata anche l’affievolimento di quella “cattiveria” necessaria per primeggiare. Nel 2023 avevo chiuso molto bene, ma ci vuole poco perché quella cattiveria si perda, è qualcosa che devi tenere sempre allenato. Non posso dare responsabilità al team, come detto si lavora tutti per un obiettivo, se vai forte gli spazi te li lasciano. So che continuando così ci saranno corse dove sarò io il capitano.

Nel team il valtellinese ha trovato fiducia, ma ci ha messo tempo per adattarsi
Nel team il valtellinese ha trovato fiducia, ma ci ha messo tempo per adattarsi
A ben guardare e considerando quello che hai fatto lo scorso anno sei uno dei pochi italiani vincenti. Non hai la sensazione che molti tuoi coetanei e più giovani, appena approdati in un grande team si accontentino di ruoli di rincalzo? E’ vero che i “magnifici 6” fanno un po’ quel che vogliono, ma all’estero ci sono anche tanti corridori che emergono e vincono comunque…

E’ un tema complesso, probabilmente la crisi che il nostro ciclismo sta vivendo si basa proprio su questo. Entrando in un team importante, del WorldTour, bisogna guadagnarsi la fiducia e non è facile. Sono in tanti che vogliono essere capitani, tanti che in ogni team hanno la possibilità di vincere. Farsi spazio non è facile, la concorrenza interna è spesso ancor più dura di quella esterna. Questo dipende dal livello estremamente alto del ciclismo odierno. Serve tempo, pazienza, lavorare sodo e non perdere fiducia in se stessi. Un esempio lo abbiamo con Tiberi, si vede come sta andando forte, non si è lasciato andare. Io credo che di giovani italiani vincenti ce ne siano, ma devono scavare per emergere.

Bagioli al Giro, incitato dalla folla. La corsa rosa non gli ha però portato fortuna
Bagioli al Giro, incitato dalla folla. La corsa rosa non gli ha però portato fortuna
Dove rivedremo ora Bagioli e soprattutto quando lo rivedremo a lottare nelle prime posizioni?

Domani sarò a Plouay dove saremo ancora al lavoro per Nys, per sfruttare la sua condizione straripante. Poi andremo in Canada per le due corse del WorldTour che a me sono sempre piaciute molto, a Montreal sono stato terzo due anni fa, è un percorso che si adatta alle mie caratteristiche. Poi seguirò le gare italiane di fine stagione dove vorrei chiudere in bellezza questo primo anno alla Lidl-Trek.

Il lombardo ha lavorato per Nys, ora però verranno corse dove agire in prima persona
Il lombardo ha lavorato per Nys, ora però verranno corse dove agire in prima persona
D’altronde si avvicina il Lombardia e dopo il secondo posto dello scorso anno dietro Pogacar ci si attende molto da te…

Dipende da quale sarà il percorso: se si arriva a Bergamo Alta è il tracciato ideale, se si arriva a Como le cose cambiano, nel finale c’è uno strappo forse troppo duro per le mie caratteristiche. Io comunque ho tutte le intenzioni di replicare quanto fatto e magari fare anche meglio…