Pogacar a Roubaix: è davvero un rischio? L’opinione di Zanini

31.03.2025
5 min
Salva

Pochi giorni fa è arrivata la conferma ufficiale forse più attesa degli ultimi lustri: tra meno di due settimane Tadej Pogacar parteciperà alla Parigi-Roubaix. La notizia è tanto più clamorosa perché l’ultimo vincitore di Tour de France a fare sua la Regina della Classiche è stato Bernard Hinault nel 1981, qualcosa come 44 anni fa. La notizia era nell’aria da diverse settimane, almeno da quando la UAE Emirates aveva postato quel video, in cui il campione del mondo si cimentava – con molta classe, ça va sans dire – sulle pietre della foresta di Arenberg.

Dalla squadra però, fino all’annuncio arrivato dopo la Milano-Sanremo, era trapelato più di qualche scetticismo. Mauro Gianetti ancora dopo la Strade Bianche aveva dichiarato che sperava che il campione del mondo desistesse, aspettando magari ancora un anno. Troppo alto il rischio di una caduta che avrebbe potuto compromettere il resto della stagione, Tour de France in testa. Ma, ci siamo chiesti, davvero la Parigi-Roubaix è così pericolosa rispetto alle altre gare?  Per cercare di capire meglio abbiamo parlato con Stefano Zanini, DS dell’XDS Astana Team, che nella sua carriera da professionista vanta due top 5 sulle pietre francesi.

Zanini è stato uno specialista delle classiche: qui nel 1996, mentre taglia vittorioso il traguardo dell’Amstel Gold Race
Zanini è stato uno specialista delle classiche: qui nel 1996, mentre taglia vittorioso il traguardo dell’Amstel Gold Race
Stefano, andiamo dritti al sodo: davvero la Roubaix è così pericolosa? Specie ora che la famigerata entrata alla Foresta di Arenberg è stata modificata.

La grande differenza ovviamente la fa il percorso, cioè il pavé, che è un pavé diverso da quello del resto del mondo. Alcuni tratti sono messi davvero male, nonostante la manutenzione costante, primi fra tutti il Carrefour de l’Arbre e la Foresta, nonostante il nuovo ingresso. Che poi sia pericolosa o meno dipende da come i corridori si comportano in bici. Comunque io non la vedo molto più pericolosa delle altre gare, che al giorno d’oggi sono tutte complicate con gli spartitraffico e i paletti che si trovano ovunque. 

Quindi molto dipende dai corridori?

Sento dai miei ragazzi che c’è chi rischia più del dovuto, quando a volte basterebbe aspettare un attimo per passare in certi frangenti. Tante volte le cadute sono dovute a questo, al fatto che per la foga non si frena più, anche quando sarebbe giusto.

La foresta di Arenberg, da sempre uno dei punti più delicati della Roubaix. Per il secondo anno però una deviazione obbligherà i corridori ad entrarci più lentamente
La foresta di Arenberg, da sempre uno dei punti più delicati della Roubaix. Per il secondo anno però una deviazione obbligherà i corridori ad entrarci più lentamente
Immaginiamo che però non sia facile dire a chi si gioca una classica monumento di tirare i freni…

Sono gare importanti, io quello che dico è: «E’ un momento importante e bisogna essere in buona posizione», come fanno anche tutti gli altri direttori sportivi. Poi ovviamente davanti non c’è spazio per tutti e lì vengono fuori i problemi. In passato ci siamo sentiti dire che è colpa nostra (dei DS, ndr) se i corridori cadono, ma questo non lo accetto. Ai miei tempi i tecnici ci dicevano lo stesso e però si cadeva meno. 

Perché secondo te?

Non dico che non si cadesse, per carità, però non c’erano tutte queste cadute. Forse c’era un po’ più di rispetto tra i corridori. Il motivo preciso non saprei dirlo, non sto dentro al gruppo, ma sento i miei ragazzi che mi dicono che tal corridore non frena, che un altro rischia troppo.

Il Carrefour de l’Arbre è l’altro punto cruciale della gara: qui nel 2023 Van Aert ha forato lanciando Van der Poel verso la vittoria
Il Carrefour de l’Arbre è l’altro punto cruciale della gara: qui nel 2023 Van Aert ha forato lanciando Van der Poel verso la vittoria
Torniamo a Pogacar. Anche tu come Gianetti avresti delle remore sul fargli correre la Roubaix?

Forse sì. Poi è anche vero che se stai a vedere il rischio delle cadute non corri più, perché possono capitare sempre come abbiamo visto anche negli ultimi anni. Lui per esempio due anni fa è caduto alla Liegi, dove nessuno se lo aspettava, cosa che gli ha compromesso il Tour. Capisco anche che alcune squadre rispetto ad altre debbano pensare a tutelare i loro atleti, se possono giocarsi le grandi corse a tappe. Giustamente devono mettere tutto sul piatto e poi decidere. Piacerebbe anche a me avere di questi pensieri, ma purtroppo almeno per il momento non ce li abbiamo.

Può avere senso dire che alla Roubaix è più facile cadere, ma meno difficile farsi male?

Secondo me no, dipende sempre dalla caduta. Anche in discesa si può fare solo una scivolata senza conseguenze, mentre a volte andando a terra a velocità bassa ci si può rompere un polso o la clavicola. Va molto a fortuna. A me è capitato sia di non farmi niente cadendo ad alta velocità sia di avere conseguenze cadendo in modo sciocco. Le variabili sono davvero tante.

Però è vero che ci sono corridori che cadono più di altri, o no?

Non saprei nemmeno io, certo c’è la sfortuna, poi forse qualcuno è un po’ meno abile a guidare la bici, meno reattivo, cosa che li porta ad essere più coinvolti di altri. 

Pogacar si è già cimentato sul pavè della Roubaix al Tour 2022, dove è sembrato molto a suo agio sulle pietre
Pogacar si è già cimentato sul pavè della Roubaix al Tour 2022, dove è sembrato molto a suo agio sulle pietre
Invece, forare è sempre solo sfortuna o può essere anche imperizia?

Secondo me è solo casuale, perché alla Roubaix spesso si fora quando si è in fila indiana dietro a qualcun altro, senza avere nessuna colpa. Poi anche lì, ci sono delle variabili. Per esempio è importante stare al centro della strada il pavé è migliore, soprattutto quando è bagnato, e se si va di lato dentro le pozzanghere non puoi mai sapere cosa c’è sotto.

Ultima domanda. Avere Pogacar in gara cambia qualcosa per voi?

A noi cambia poco, andiamo per fare la nostra gara il meglio possibile con Ballerini e Bol. La presenza di Pogacar da un lato potrebbe essere positiva, potremmo sfruttare il lavoro della sua squadra all’inizio e poi cercare fortuna nei momenti chiave, quando come si diceva prima è fondamentale essere in buona posizione. Se stai davanti è tutto più facile, se ti trovi dietro devi sempre recuperare, spendi tanto, e anche le possibilità di cadere si moltiplicano.