Prima crono di stagione: facile pronosticare Ganna, invece vince Kung. L’ordine di arrivo in Algarve diventa il pretesto per alcuni ragionamenti con Adriano Malori. Quando c’è di mezzo Ganna, l’emiliano aguzza la vista nel nome della stima e l’ammirazione verso il Pippo nazionale.
Una crono strana quella di Lagos, lunga 24,4 chilometri che Ganna avrebbe dovuto papparsi in un solo boccone. Invece è arrivato terzo, conquistando però il secondo posto nella classifica finale. Uno strano incrocio, cui sommare i due ottimi piazzamenti nelle tappe di salita.
Segnali argentini
Alla Vuelta a San Juan, Ganna aveva raccontato di essere indietro di condizione, ma il suo rendimento in salita di allora e a maggior ragione di oggi fa pensare che il ritardo non sia così grave. Insomma, il fatto che nella crono abbia vinto Kung non è clamoroso, ma forse – suggerisce Malori – c’è sotto dell’altro. Ovviamente siamo nell’ambito delle ipotesi, che però meritano di essere seguite.
«La prestazione di Kung – dice Malori – non mi sorprende. E’ quella di Pippo, invece. Non tanto per il terzo posto, ma perché alla fine ha dato solo 6 secondi a Martinez. Per contro è andato molto bene in salita. Io l’Algarve l’ho fatta e quelle due salite non sono facili, soprattutto per uno con il peso di Pippo. Vedere come le ha scalate e cosa ha fatto in Argentina, quando ha mollato Bernal ed Evenepoel che pesano 20 chili meno di lui, mi fa pensare proprio che Filippo stia lavorando in una direzione diversa».
Martinez a 6 secondi
Ecco la provocazione, lo spunto. Malori continua nel ragionamento. Ganna potrebbe aver dato solo 6 secondi a Martinez perché nel frattempo potrebbe aver lavorato sulle salite. Ma con quale obiettivo?
«Pippo ha 26 anni – dice Malori – e ha dominato le cronometro in lungo e in largo. E’ stato campione del mondo dell’inseguimento sin da quando era un ragazzino. Così ora potrebbe avere in testa di cambiare obiettivi: classiche e un certo tipo di corse a tappe. Chiaramente non gare con salite lunghe, non la Tirreno, a meno che non si tornasse a una Tirreno di strappi, senza montagne e con la crono alla fine. In quel caso, Ganna avrebbe almeno 40 secondi di vantaggio sugli scalatori e se ne potrebbe ragionare. Ovviamente non si parla di grandi Giri».
Davanti in salita
Il ritardo di condizione secondo Malori non regge. Se sei indietro, non tieni così duro sull’Alto del Colorado in Argentina e tantomeno su certi strappi portoghesi.
«Ci sta che possa aver sfruttato la condizione del quartetto sull’Alto del Malhao – spiega Adriano – che è una salita ripida, ma breve. Però sull’altro arrivo in salita all’Alto da Foia, dove ha vinto Cort Nielsen, Pippo è rimasto in coda a soffrire per tutta la salita e alla fine è arrivato a 7 secondi. Ha avuto la resistenza per tenere una salita di 20 minuti, con gli altri che si staccavano e lui in fondo a soffrire. Per me quest’anno ha qualcosa di più in salita. Lo abbiamo già visto fare prestazioni impressionanti, però magari era in fuga o perché lavorava in testa al gruppo».
Obiettivo Sanremo?
Ganna a quest’ora avrà già arricciato il naso. Tanti negli anni hanno cercato di spingerlo verso i Giri, ma non è il caso di Malori: le tre settimane sono e restano off limits. C’è una struttura fisica da rispettare.
«Sicuramente per andare meglio in salita – dice l’emiliano – un po’ di massa magra deve perderla, anche se comunque è già molto tirato. Credo che nelle crono e in pista continuerà ad andare fortissimo, ma ci sta che voglia prendere altre direzioni. Anche le classiche. Perché non pensare a un Fiandre? Oppure la Sanremo. Su una salita come la Cipressa, è lui che stacca gli altri con la sua potenza: quella non è una salita ripida. Il suo rendimento in salita e il calo a crono dell’Algarve, in cui non ha fatto neanche secondo, ma terzo, mi fanno pensare. Se avesse perso da Kung per 5 secondi, sarebbe stata una crono normale. E’ insolito il fatto che abbia preso 10 secondi dallo svizzero e ne abbia dati solo 6 a Daniel Martinez, che pure a crono va bene ed è stato anche campione colombiano. Non si può neanche pensare a una condizione scarsa, perché sennò in salita non arrivi a quel modo».
Ritorno in pista
Insomma, mesi fa Malori si era detto contrario al fatto che Ganna mollasse la crono inseguendo miglioramenti tutti da ponderare, ma adesso il suo giudizio è cambiato.
«Ero il primo contrario al fatto di non snaturarsi – sorride – ma sono pronto a rimangiarmi la parola. Ganna ha già fatto il record dell’Ora e quello dell’inseguimento. Ha vinto due maglie iridate a crono, ci sta che provi a cambiare un po’, per poi decidere se vale la pena continuare a puntare sulle brevi corse a tappe. Per la pista alle Olimpiadi, secondo me gli basterà riallenarsi e ritroverà il suo livello. Però è chiaro che per lui la crono resta il punto forte. Se davvero vuole puntare alle corse a tappe ed essere un nuovo Ganna, dovrà ricercare il giusto equilibrio fra crono e salita».