Racconta Andrea Piccolo che quando si faticava a capire quale sarebbe stato il suo futuro in Astana e senza troppi annunci aveva ricominciato a correre con la Viris Vigevano, l’accordo con la Gazprom era già nell’aria. Per questo le corse restanti fra gli under 23, dal secondo posto di Capodarco in avanti (nella foto Scanferla di apertura la vittoria di Collecchio), sono state il modo per riportare in alto la condizione e crescere di livello in vista della prima vera stagione tra i professionisti.
Basta dubbi
C’è poco da girarci intorno: il passaggio precoce di Andrea dalla Colpack alla squadra kazaka, il fatto che non abbia mai iniziato a correre, il problema dei valori sfasati dopo il Giro U23 del 2020 e poi il ritorno fra i dilettanti parlano di qualcosa che non ha funzionato, quantomeno a livello di comunicazione. Ora che tutto sembra finalmente alle spalle e che anche la nazionale, nelle parole del cittì Amadori, ha riaperto le porte agli under 23 professionisti, si può guardare avanti con altra fiducia. Di certo, rispetto alla chiacchierata che facemmo con lui due giorni dopo Capodarco, il tono di voce è molto più sicuro.
Andrea in questi giorni si trova in Romagna dalla sua ragazza, ma la prossima settimana lo aspetta il primo ritiro della Gazprom, come ci ha già raccontato Nicola Conci, per visite e burocrazie varie.
La squadra ha cambiato tanto, dall’organico ai materiali (in arrivo bici Look) fino ai vertici, con l’arrivo di Sedun fra i dirigenti (a lui va piuttosto un grosso in bocca al lupo, perché possa recuperare bene dalla frattura di tibia e perone).
Soddisfatto di come sono andate a finire le cose?
Direi di sì. Ho corso alla Viris Vigevano sapendo che nel 2022 sarei comunque andato tra i professionisti e quindi questi mesi mi sono serviti per lavorare. L’intera vicenda con l’Astana la definirei abbastanza traumatica, ma rifarei tutto allo stesso modo. I problemi erano di altro tipo e sono risolti.
Dopo questo ritiro sul Garda, a dicembre volerete in Spagna…
A Calpe a dicembre e cominceremo a mettere le basi. Non mi hanno fatto pressioni di alcun tipo, ma ho tanta voglia di fare bene.
Cosa pensi dell’apertura della nazionale U23 ai professionisti?
E’ la cosa giusta. Andavamo a correre e ci trovavamo in mezzo ad altri pro’. Eravamo i soli fuori dal coro e non credo che per qualcuno, per me almeno, sarebbe un disonore essere convocato nella nazionale under 23.
Che cosa ti ha insegnato l’esperienza dell’ultimo anno?
Che devo maturare tanto. Ma anche che nelle squadre siamo dei numeri, difficilmente si va incontro alle difficoltà degli altri. Ogni anno si azzera tutto, almeno nel professionismo.
Come si riparte con la preparazione?
Per ora in modo tranquillo, la prossima settimana seguendo qualche tabella. La cosa positiva è che dovrei continuare a lavorare con Maurizio Mazzoleni, che mi conosce bene. In attesa di ricevere il programma e il via libera a dicembre, comincio a portarmi avanti.
Si è molto parlato dei problemi per cui l’Astana ha preferito lasciarti libero.
Ma io non ho mai ascoltato troppo quello che si dice in giro, perderei troppo tempo. Quello che conta è che ho voltato pagina.
Che cosa ti sembra della nuova squadra?
E’ un bel progetto. Sono cambiate alcune cose ed è arrivato anche Sedun, che conosco dall’Astana. Per il resto, sarà tutto da scoprire. Cominceremo la settimana prossima.