E’ tutto pronto per il Giro d’Italia 2025 e la Bahrain-Victorious vi si presenta con una delle squadre più solide e complete. Dopo aver sentito Damiano Caruso, siamo tornati sul tema con un’altra pedina fondamentale del team, Pello Bilbao. Con la sua esperienza e il suo italiano fluente, il basco ci ha raccontato i piani per condurre Antonio Tiberi al podio.
Pello è convinto della forza del gruppo, tanto da mettere la squadra al livello di Red Bull-Bora e UAE Emirates. Abbiamo parlato della condizione di Tiberi, delle sue possibilità, delle tappe chiave per la classifica e del ruolo che avrà con Caruso. Tra l’altro tra i due l’intesa non è mai mancata. Basta ricordare quel Giro del 2021 e quel che combinarono verso l’Alpe Motta. Insomma due road capitan così farebbero gola persino a Pogacar.


Pello, il Giro d’Italia è alle porte. Vi presentate con una squadra davvero forte…
Sì, davvero. Per noi “forte” è una parola importante. Sappiamo che Antonio ha fatto un grande lavoro l’anno scorso e che essendo italiano dà naturalmente priorità al Giro. Anche a me personalmente piace molto questa corsa, tra i grandi Giri è quella dove mi trovo meglio. Caruso può confermarlo! Abbiamo la fortuna di essere un bel gruppo e tutti motivati. E dai, penso che possiamo davvero puntare al podio.
Chi sarà il leader designato visto che siete in tanti così forti?
Il leader senza dubbio è Antonio. Per me è quello che offre più garanzie. Gli manca un po’ di esperienza, ma con Caruso e me accanto possiamo dargli una mano in questo senso. Lui è fortissimo in salita e a cronometro. Che poi è il terreno dove possiamo sbagliare io o Damiano, lui invece può fare la differenza.
Al Tour of the Alps, però, non ha corso alla fine. Si è dovuto ritirare. Come sta?
Non ho idea precisa, però non sono preoccupato. Ha fatto una preparazione specifica per arrivare al top al Giro. Sì, ha avuto un problema di salute in quel periodo, che gli ha tolto la possibilità di testarsi contro avversari diretti, ma il lavoro svolto fin qui è stato ottimo. Alla Tirreno ha dimostrato di essere in grande condizione. Riponiamo il 100 per cento della fiducia in lui.
E tu come ti sei preparato?
Io non ho fatto altura. Sono nato al mare e non mi piace stare lontano da lì. Preferisco lavorare a casa, fare un altro tipo di preparazione, più intensità, dietro moto. Non ho nemmeno avuto tante occasioni per allenarmi a lungo: ho corso tanto e sempre al massimo. Anche per questo non punto alla classifica. Ho fatto un bel blocco di gare prima e ora il mio obiettivo è supportare Antonio e provare a cogliere qualche opportunità di tappa.


Quali tappe possono essere adatte a te?
Ce ne sono diverse, anche se il percorso non ha il classico tappone monster. Ci sono molte tappe miste, nervose, di quelle che ti spaccano le gambe. Quelle saranno le mie occasioni. Mi piacciono le frazioni dove si può anticipare o fare la differenza con un’azione nel finale. Ne ho già segnate alcune…
E per la classifica generale, dove pensi si possa decidere davvero il Giro?
Secondo me tra le due cronometro e l’ultima settimana. Ma occhio anche a tappe come quella di Siena e quella successiva in Toscana: sono giornate dove puoi perdere tutto. Sono tappe insidiose, con strade dure e difficili da controllare.
Intendi quella con il San Pellegrino in Alpe e arrivo a Castelnovo ne’ Monti?
Esatto, proprio quella. Non mi ricordavo il nome della salita, ma è quella lì. Sono tappe pericolose, dove succede sempre qualcosa. Quindi sì: credo proprio che le due crono e l’ultima settimana siano decisive.
Quelle toscane che dici tu sono precise, precise le tappe a trabocchetto del Giro.
Penso di si, ma spero di no. Io sono abbastanza convinto che possiamo entrare nella nella terza settimana in posizione già da podio, chiaramente con Antonio.


Pensate di arrivarci già ben piazzati?
Penso di sì, specie dopo la prima crono. Spero di non dover rincorrere. L’idea è di essere già nella terza settimana in una situazione di vantaggio, o comunque di controllo. Antonio ha i mezzi per farlo. Poi se ci sono difficoltà, ci siamo io e Caruso per gestirle. Ma, ripeto, l’obiettivo è quello di fare una terza settimana da protagonisti.
Red Bull-Bora e UAE Emirates sembrano le rivali più pericolose…
Sì, su carta sono le squadre più forti. La Red Bull-Bora di Roglic, la UAE di Ayuso, sono squadre da podio. Però anche noi lo siamo. Abbiamo esperienza, qualità e motivazioni. E abbiamo Antonio che ha un margine di crescita enorme. Se sta bene, può giocarsela alla pari.
Anche Damiano ci aveva parlato del podio: quindi è un obiettivo reale?
Assolutamente sì. Non sarà facile, perché la concorrenza è tanta, ma noi ci crediamo. E non è solo un sogno: è una possibilità concreta. Con Antonio al centro, ma anche con la forza del gruppo. Siamo pronti.