Lo spostamento delle Olimpiadi di Tokyo di un anno ha accelerato a dismisura tutto il metabolismo sportivo. Quello che stiamo vivendo, che doveva essere l’anno postolimpico, per molti un necessario passaggio “soft”, una stagione da prendere in maniera rilassata, è invece già un pezzo importante nella costruzione della prossima avventura a cinque cerchi, Parigi 2024. Basti pensare alla Coppa del mondo di ciclismo su pista che ha costretto molti big, Ganna in testa, a lasciare in fretta e furia le gare su strada per “qualificarsi” per i mondiali che daranno punti importanti per il ranking olimpico.
Si lavora anche dal punto di vista organizzativo. Di Parigi 2024 si sa già molto per quel che riguarderà la porzione ciclistica della grande manifestazione. Nei giorni scorsi è stato ufficializzato il calendario generale, sul quale poi ogni singolo sport dovrà lavorare per la costruzione del proprio programma. Parlando di ciclismo su strada, già ci sono novità importanti.
Si comincia con le crono
Rispetto a Tokyo, il programma è stato invertito e spalmato maggiormente. La gara in linea maschile, che da Atene 2004 era l’evento centrale della prima giornata di finali, lascia il campo alla cronometro maschile. Toccherà quindi a Filippo Ganna assumersi sulle spalle il peso dell’intera spedizione azzurra. Lanciare la rincorsa a quella “road to 50” com’è stata battezzato l’intero obiettivo generale dello sport italiano, dopo i fasti giapponesi. Il programma di gare di sabato 27 luglio vedrà dalle 14,30 in gara prima le donne e poi gli uomini, nello stesso giorno.
Il percorso di gara avrà la sua partenza a Invalides e l’arrivo a Ponte Alessandro III, per un tracciato tutto nel centro cittadino. Si tratterà di un percorso completamente pianeggiante, senza molte curve e saliscendi che quindi sarà più nelle corde del campione della Ineos Grenadiers rispetto a quello di Tokyo, con la possibilità di sviluppare al massimo i cavalli nel proprio motore.
Si allarga come detto la forbice fra le gare a cronometro e quelle in linea, che andranno in scena nel weekend successivo, il che significa che ci saranno quantomeno due settimane di spazio fra esse e la fine del Tour de France (tra l’altro con il suo termine sempre a Parigi, sempre che i preparativi olimpici non costringano l’ASO a una soluzione diversa). Sabato 3 agosto dovrebbe toccare alle donne, il giorno dopo agli uomini, ma su questo va ancora fatta una scelta da parte dell’Uci.
Il Pont d’Iena, epicentro delle prove a cronometro Una rara foto del 1930 con il Pont Alexandre III L’Esplanade des Invalides, teatro della partenza delle gare in linea
Un percorso da interpretare
Qui è importante il discorso relativo al tracciato di gara, ancora in costruzione. Una prima bozza è però al vaglio del CIO già dalla fine dello scorso anno e su alcuni aspetti è già stata presa una decisione. Innanzitutto l’epicentro della corsa sarà al Pont d’Iena, di fronte alla Tour Eiffel, uno spazio di 155 metri di lunghezza e 35 di larghezza dove verranno costruite apposite tribune per assistere a una serie di eventi sportivi: qui, oltre a partenza e arrivo delle gare su strada, si svolgeranno anche le gare di marcia di atletica.
Dopo la partenza, il tracciato di gara si svilupperà inizialmente nel centro città, su un raggio più ampio però rispetto a quello tradizionale del carosello conclusivo della Grande Boucle. Ci si dirigerà poi nel dipartimento d’Yvelines per tornare a Parigi e affrontare un circuito comprendente la salita del Trocadero. Chi ha visto le bozze parla di un percorso nel complesso filante, senza grandi difficoltà altimetriche. Proprio quest’ultimo strappo, soprattutto se ripetuto, potrebbe però far male.
Armand Blanchonnet, oro ai Giochi 1924 a Parigi nel ciclismo Il team francese oro a squadre: Leducq Wambst, Blanchonnet, Hamel e Bocher
Armand Blanchonnet, oro ai Giochi 1924 a Parigi nel ciclismo Il team francese oro a squadre: qui Wambst, Blanchonnet e Hamel (bronzo individuale)
Diminuiscono i contingenti?
Se si unisce questo al fatto che, come sempre avviene nel ciclismo olimpico, le squadre nazionali saranno composte da un numero inferiore di corridori rispetto alle normali prove, si capisce bene come tenere sotto controllo la gara e puntare tutto su una volata generale potrebbe essere un gravissimo errore. Oltretutto c’è un altro aspetto importante da considerare.
L’edizione parigina dei Giochi rappresenterà un ulteriore passo avanti nel progetto di equiparazione fra i sessi. Ciò comporta che un pari numero di atleti e atlete sarà qualificato per le gare di ciclismo su strada. Il contingente massimo per le formazioni maschili potrebbe quindi scendere da 5 a 4 corridori, rendendo di fatto quasi impossibile ogni gioco di squadra, a meno della costruzione di quegli accordi legati più all’appartenenza di club che a quella della nazionale.
Fin qui quello che si sa. C’è ancora molto da fare e va detto anche che due stagioni, nel mondo del ciclismo rappresentano un’eternità, uno spazio nel quale possono emergere nuovi talenti e sparirne altri. Intanto però è giusto fare i propri ragionamenti, anche, anzi soprattutto in chiave italiana considerando che tutte le discipline saranno chiamate a dare il proprio contributo nella ricerca del nuovo record di medaglie e della conferma nella Top 10 del medagliere, appannaggio italiano sin da Atlanta 1996.