Massimo Podenzana, quello delle due maglie tricolori e dell’indimenticabile supporto agli assalti di Pantani, è da 10 anni il direttore sportivo del Team Novo Nordisk. Nel 2011 la squadra si presentò come Team Type 1-Sanofi e assunse l’attuale denominazione nel 2013, diventando la bandiera del ciclismo di vertice per gli atleti affetti di diabete di tipo 1.
Wild Sanremo
Nel pieno delle agrodolci reazioni post wild card, la Novo Nordisk ha stappato la bottiglia per la chiamata alla Milano-Sanremo. Non che non ambiscano a fare di più, ma di certo la partecipazione alla Classicissima è la vetrina internazionale più ambita e come tale sarà preparata.
«Sappiamo che partecipare alla Sanremo – dice il ligure – è per noi un traguardo importante ed esserci riusciti ci ha messo di buon umore. L’anno che abbiamo alle spalle è stato difficile, ma siamo riusciti a correre. Sembrava che il 2021 sarebbe stato diverso, invece sembra tutto uguale. Andare alle corse resta un problema, bisogna accettare quel che viene e ripartire».
Fino al 2023
Esiste un ciclismo che si accontenta e non di certo perché valga di meno, ma perché preferisce correre nei suoi limiti piuttosto che inseguire improbabili chimere.
«Faremo comunque il nostro calendario – spiega Podenzana – che prevede Laigueglia, Larciano e Sanremo. Volevamo andare in Turchia e in Rwanda, ma sono state cancellate. E’ già buono quello che stanno facendo gli organizzatori, anche se il rischio è che comincino a posticipare le date, creando l’accumulo che poi diventa difficile da gestire. Non è tanto un problema per noi, quanto per le squadre più piccole. Non faremo il Giro, ma abbiamo prolungato la sponsorizzazione per altri due anni e anche nel periodo Covid abbiamo avuto il nostro senza alcun problema. Che cosa ci chiedono? L’immagine, ci tengono tanto. E di spenderci nelle pubbliche relazioni. Prima del Covid alle corse venivano i bambini a chiedere gli autografi, ora è davvero triste…».
Tutti in fuga
A proposito di progetto, questo è esula dal… vendere corridori e creare campioni, ma vuole offrire una prospettiva a chi pensa che il diabete sia una malattia invalidante. Vedere quella maglia in fuga o in lotta per la vittoria è lo spot migliore.
«Ai tempi in cui c’era Sanofi – ricorda – avevamo anche atleti senza il diabete, ora non più. Il fatto di correre da protagonisti è la miglior vetrina. In determinate corse bisogna farsi vedere, la Sanremo è una di queste. Magari però non mettendone 4 in fuga come l’ultima volta. Altrimenti si potrebbe pensare che il direttore sportivo sia rimbambito. Mentre nelle corse di seconda fascia si può provare a fare risultato. Abbiamo anche un team development negli Stati Uniti, che ogni anno organizza un camp con ragazzi di 17-18 anni per ingaggiare i più forti. Il loro direttore sportivo è Lagutin, che vinse il mondiale U23 nel 2003. E’ magro come quando correva».
Lampi tricolori
Nel team Novo Nordisk c’è tanta Italia. E’ a suo modo italiano il team manager Vassili Davidenko, che qua si mise in luce da corridore assieme al “gemello” Shefer nei primi anni Novanta, passando poi professionista con Reverberi. E’ italiano ovviamente il direttore sportivo, come la nutrizionista, Laura Martinelli, che vi abbiamo già presentato. E’ italiana Alice Podenzana, figlia di Massimo, che si occupa di comunicazione. E poi ci sono i corridori, Andrea Peron e Umberto Poli.
«Per loro la Sanremo è come un mondiale – prosegue Podenzana – ovvio che vogliano esserci. Ma gliel’ho detto che devono essere pronti, altrimenti il fatto che siano italiani non conta. La Sanremo non è un diritto e visto che di un certo livello facciamo solo questa, sarà bene essere all’altezza. Mi pare che l’abbiano capito. La Sanremo è la sola prova monumento di tutta la stagione. Per il resto, saremo in Spagna, faremo il Giro d’Austria, l’Ungheria, il Giro del Belgio, la Parigi-Tours. Diciamo che cerchiamo di correre nei Paesi in cui il ciclismo è più importante. Quanto alla Martinelli appena arrivata… Ero un po’ scettico all’inizio, non avevo mai avuto un nutrizionista quando correvo. Mi sono accorto al ritiro di quanto sia importante e brava. E alla fine l’ho ringraziata».
Quale percorso?
Dopo Larciano i ragazzi andranno a casa, non correndo Strade Bianche e neppure la Tirreno, ma in vista della Sanremo si organizzerà un ritiro.
«Faremo qualcosa dal 13 al 18 marzo – conferma Podenzana – e non è stato semplice organizzarlo. Abbiamo saputo dell’invito solo questa settimana, per cui non è stato complicato trovare un hotel a Milano. Il ritiro lo faremo qui dalle mie parti, nello spezzino. E anche per il programma siamo in attesa. Se il percorso cambia ancora, ha senso andarlo a vedere. Sennò ci alleneremo nei dintorni. Il Colle di Nava a marzo in effetti è un bel rischio, aspettiamo quel che diranno. In ogni caso il nostro obiettivo sarà portare via la fuga in partenza. I campioni devono lasciarla andare, altrimenti gli tocca controllare una corsa sempre più nervosa. I chilometri di pianura dopo la partenza da Milano, saranno il nostro terreno di caccia».