A Ninove subito festa Visma: prima Tratnik e poi Vos

24.02.2024
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Come si apre la campagna del Nord? Con una doppietta della Visma-Lease a Bike, tanto per mettere le cose in chiaro. Jan Tratnik vince tra gli uomini e un’oretta dopo Marianne Vos fa la stessa cosa fra le donne.

Questa classica, chiaramente parliamo della Omloop Het Nieuwsblad, si conferma terreno di caccia dei gialloneri. Con quella di oggi sono tre anni che vincono tra gli uomini.

L’azione potente di Affini, decisivo per i suoi compagni e nel cuore della corsa per due terzi di gara
L’azione potente di Affini, decisivo per i suoi compagni e nel cuore della corsa per due terzi di gara

Due più uno

L’intenzione, neanche troppo celata, è quella di riprendersi quanto prima lo scettro di prima squadra del WorldTour. Scettro che lo scorso anno gli ha tolto la UAE Emirates.

«Doppietta? Io direi tripletta – racconta un raggiante Edoardo Affini – mettiamoci anche la vittoria di Jonas Vingegaard al Gran Camino.

«Che dire: spero che dalla tv vi abbiamo offerto un bell’intrattenimento. Quando arrivi al traguardo, ti volti e vedi che sul tabellone c’è in testa il nome di un tuo compagno fa sempre piacere. Se poi ce n’è anche un altro sul podio e un altro appena sotto, allora capisci che hai fatto un buon lavoro».

Affini già qualche giorno fa ci aveva detto del buon lavoro svolto dalla squadra durante l’inverno. Sia sul fronte personale, che su quello del gruppo.

I Visma erano arrivati in Belgio attraverso strade differenti: chi aveva già corso, chi veniva dall’altura, chi da qualche apparizione nel cross, ma tutti volevano essere al meglio per la Omloop Het Nieuwsblad. L’intento insomma era partire bene. Ci sono riusciti alla grande.

Tutto facile?

Vedere tanti gialloneri davanti, vedere quel forcing sul Wolvenberg, ad oltre 50 chilometri dall’arrivo, sparigliare il gruppo con una superiorità piuttosto marcata, ha fatto pensare che tutto fosse facile per Affini e compagni. Anziché subire l’assalto degli altri, come paventava Affini, sono stati loro a prendere in mano la situazione.

Van Aert pedalava spesso a bocca chiusa. Parlava e controllava. Pidcock per restare attaccato ai sei che erano scappati da quel muro, è stato costretto a fare le volate.

«Proprio facile non direi – prosegue Affini – è andata come doveva andare, secondo le condizioni di vento che c’erano. Sapevamo tutti che in quelle situazioni ci sarebbero stati dei punti importanti, dei punti cruciali, dove c’era la possibilità di creare dei ventagli e di sfruttarli a nostro favore. E così abbiamo fatto. 

«Mi spiace solo che ad un certo momento ho subito una foratura e dal primo gruppo e mi sono trovato ad inseguire. Però almeno sono riuscito a rientrare e a dare una mano a Jan Tratnik, che poi ha vinto, e a Dylan Van Baarle».

Tratnik precede Politt, che ha tirato di più. Lo sloveno giocava di rimessa, con Van Aert nel gruppetto inseguitore
Tratnik precede Politt, che ha tirato di più. Lo sloveno giocava di rimessa, con Van Aert nel gruppetto inseguitore

Rischio (quasi) calcolato

Il rimescolamento è una costante in queste corse. Ma c’è stato anche un momento in cui la Visma, nonostante ne avesse tre su sei davanti, ha rischiato di perdere la corsa dopo l’affondo di Jorgenson, uno dei sei. A quel punto, i cinque rimasti rallentano. Dietro intanto Tim Wellens fa un’azione potente e si porta dietro il gruppo. Da qui, dopo una serie di scatti, ne escono appunto Tratnik e Politt, compagno di Wellens e guarda caso della UAE Emirates.

Dei tanti uomini veloci che hanno in Visma, si ritrovano davanti uno dei corridori (Tratnik) che allo sprint dà meno garanzie. Van Aert è in agguato, ma non si può muovere. Laporte anche, ma il rischio è alto. Sono in due. E’ un 50-50.

«Io – va avanti Affini – ho visto bene la corsa finché sono stato davanti. Poi dopo la foratura ho pensato a dare più supporto ai compagni che avevo vicino. So che tra i più pericolosi che c’erano De Lie e Philipsen. E sono rimasti anche dopo i ventagli. Però è anche vero che siamo sempre stati in vantaggio numerico e potevamo giocarcela in maniera diversa», come di fatto poi è stato.

Affini parla comunque di una corsa nervosa. Lui e i compagni si cercavano spesso, specie in prossimità di quei punti nevralgici. «Dove sei?». «Ti ho perso». «Ragazzi, qui cambia il vento». Sono queste le frasi che ci ha riportato Affini. «Non abbiamo parlato molto a dire il vero: poche parole, c’era da “menare” più che altro!».

Festa chiama festa

Sul bus Affini e gli altri attendevano Tratnik, impegnato tra interviste e premiazioni, e come prima cosa hanno seguito il trionfo di Vingegaard alla tv, mentre la gara delle donne stava per arrivare.

Dalla tv Affini capisce Vos che gioca molto d’astuzia. Di esperienza. Di classe. La corsa delle donne è spaccata e delineata da una grande Elisa Longo Borghini, alla quale va un doppio applauso. Uno per la corsa e uno per come si è ripresa dopo l’inverno tumultuoso.

«Dopo aver visto la vittoria di Jonas – dice Edoardo – abbiamo girato canale e ci siamo gustati il trionfo di Marianne. Credo proprio che stasera in hotel sarà…  champagne! Un brindisi non mancherà. Ma giusto un bicchiere perché domani c’è la Kuurne-Bruxelles-Kuurne, anche se io non la farò».

Sono andate via in quattro: Marianne Vos, Lotte Kopecky, Shirin Van Anrooij ed appunto Elisa. Le due della Lidl-Trek (Van Anrooij e Longo Borghini) scattano a ripetizione, prima una poi l’altra. Kopecky è la più forte e chiude sempre. Vos la francobolla e non le dà un cambio. E’ la mossa giusta.

Sul rettilineo di Ninove, che tira, eccome se tira, l’olandese ha una gamba nettamente più fresca e va a prendersi la Omloop Het Nieuwsblad, siglando così la doppietta per la Visma-Lease a Bike per la prima classica del Nord.

Un colpo di esperienza in un’atmosfera piacevole in casa Visma. «Ieri sera era – conclude Edoardo – era il compleanno di Jan. In hotel gli abbiamo cantato tanti auguri e lui nel suo discorso ha detto di essere come il vino: “Più invecchio e più miglioro”. Non si era sbagliato».