Nibali, giorno tranquillo alla vigilia della prima salita

10.05.2021
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Alla vigilia del primo arrivo in salita, Nibali tutto sommato sta bene. La rincorsa è stata rapida e breve. Ha perso una settimana di allenamento, non certo come nel 2018, quando l’incidente del Tour gli costò la frattura di una vertebra e si trattò di bruciare le tappe per il mondiale di Innsbruck. Dice Michele Pallini, il suo massaggiatore di una vita, che sarebbe stato peggio se si fosse rotto lo scafoide e che tutto sommato il polso non gli fa male. Sarebbe stato ancora più complicato se il chirurgo non avesse dato via libera: chi si sarebbe preso la responsabilità di farlo partire ugualmente?

«Tutto dipende dall’evoluzione giorno dopo giorno – ha spiegato Vincenzo – e io mi sento sempre meglio. Vuol dire che tutto guarisce. Abbiamo tolto i punti. E del resto non si sarebbe potuto fare nulla senza il benestare dei medici».

Alla partenza da Biella con l’incognita della risposta del polso al maltempo
Alla partenza da Biella con l’incognita della risposta del polso al maltempo

Basso profilo

Oggi il siciliano è arrivato comodamente nel gruppo a 4 secondi da Taco Van der Hoorn. Non c’era molta salita, ma quella che si è fatta ha già scavato qualche distacco. Sul traguardo la sua espressione era come al solito imperscrutabile, ma mentre una larga parte di corridori è arrivata trafelata, il siciliano è parso perfettamente in controllo.

«Niente di particolare – ha detto – in salita sono rimasto tranquillo in gruppo, mentre Ciccone ha provato a fare qualcosa. Non so dire che cosa potrò fare domani, soprattutto i primi giorni saranno tutti una scoperta».

La prima incognita che però non ha creato problemi era il meteo: quanto può essere dolorosa la frattura se il tempo inizierà a fare le bizze? Per questo e per verificare anche che tutto proceda nel modo migliore, Vincenzo si sottoporrà probabilmente a un controllo medico alla fine della prima settimana. Nel frattempo il suo nastro manubrio è leggermente più morbido e i tubolari un po’ meno gonfi.

A Torino ha chiuso a 41″ da Ganna, facendo una prova regolare
A Torino ha chiuso a 41″ da Ganna, facendo una prova regolare

Debito col Giro

Scrutando il suo sguardo e sentendolo parlare, al netto delle prestazioni che verranno, si ha la sensazione che il guerriero sia intenzionato a lottare finché ne avrà la forza. Nessuna pretattica: quel che c’è sarà versato.

«Credo di non aver fatto niente di eroico – ha detto – gli atleti in genere hanno un approccio da combattenti. Avevamo lavorato tanto per questo obiettivo e non provarci sarebbe stato brutto. Per me. Per la squadra. Per gli sponsor. E anche per il Giro, che ha dato tanto alla mia carriera. Non ho addosso particolari pressioni. Solo un desiderio. Quello di tornare presto ad alzare le mani».