VITORIA GASTEIZ – Gianni Moscon è l’ombra di Mark Cavendish. Dove va l’inglese, va il trentino. Anche durante la prima tappa sono passati insieme sul Pike. Cav davanti, cioè nelle retrovie ma davanti a Gianni, a prendersi gli applausi e Moscon ciondolante alla sua ruota. Ma era ciondolante non perché fosse affaticato, anzi…
Dopo il Giro d’Italia ammettiamo che siamo rimasti un po’ stupiti di vedere Gianni al Tour de France. Eppure in casa Astana-Qazaqstan, dal diesse Stefano Zanini al preparatore Maurizio Mazzoleni, e in parte fino a Gianni, stesso ci dicono che la corsa gialla era prevista.
Zanini, ora tocca a Gianni
Moscon viene da una stagione e mezza a dir poco tribolata. Anche, alla fine, noi è un anno che scriviamo delle sue difficoltà, del fatto che ha pagato a carissimo prezzo il Covid, che è stato sfortunato ad inizio stagione con frattura della clavicola in Australia… però è qui.
«Gianni – dice Zanini – è un corridore importante per la squadra. Quel che conta è che stia bene lui e che riesca a sbloccarsi, magari anche a vincere una tappa. Sarebbe una bella cosa per lui, in primis. E anche per noi chiaramente».
Gianni “ha vinto” un sorta di trials con altri compagni per essere schierato in Francia, segno che la sua presenza non era poi così scontata.
«Il livello – prosegue Zazà – è altissimo ovunque, ma qui al Tour c’è sempre qualcosina in più e bisogna portare i corridori più in condizione – il riferimento è alla selezione fatta in Astana per i posti disponibili – e così dopo io campionato italiano gli abbiamo comunicato che sarebbe venuto al Tour».
Per Cav prima di tutto
La condizione sembra esserci, il talento non manca e così l’obiettivo. Gianni è uscito bene dal Giro d’Italia. Probabilmente una grossa fetta di Tour se l’è guadagnata a Roma, nell’ultima tappa del Giro, quando ha aiutato parecchio, e bene, Cavendish. E Mark, che la sa lunga, in qualche modo lo ha precettato.
«Era nei programmi che Moscon facesse Giro e Tour – ha spiegato Mazzoleni – poi non è facile da realizzare questa accoppiata in quanto tra le quattro settimane tra un Giro e l’altro deve andare tutto bene. Gianni ha avuto qualche giorno d’intoppo per uno status influenzale, ma poi lo ha risolto. Ha recuperato una settimana post Giro, ha avuto appunto quell’intoppo e ha ripreso ad allenarsi. Non è andato in altura».
«Come arriva a questo Tour? Dico in buone condizioni. Inizialmente dovrà fare un lavoro di appoggio a Mark, un lavoro che ha fatto benissimo al Giro d’Italia. Poi vediamo strada facendo come andrà. Nei team si procede per obiettivi e quello minimo è di stare accanto a Cavendish, poi vedremo se potrà andare a caccia di una tappa.
«In generale dico che è stato importantissimo il fatto che Gianni abbia finito il Giro dopo l’anno travagliato che ha passato. Quello è stato il primo step, adesso dobbiamo aggiungerne un altro e siamo fiduciosi che possa fare bene nel ruolo che ha».
Per la storia
E poi c’è il diretto interessato. Gianni Moscon ci parla in modo diretto. Ormai è un adulto e un corridore esperto. La forma della gamba sembra essere buona all’occhio esterno e così le sue parole. Parole di chi ha una grande consapevolezza… che non tutto è rosa e fiori, neanche se sei al Tour.
«Era previsto che fossi qui? Diciamo di sì – sbuffa un po’ Gianni, come a dire che forse si aspettava un avvicinamento diverso nell’arco della stagione – Siamo qui con Mark e proveremo a fare qualcosa di storico.
«Vero in queste prime tappe l’ho scortato e questo è il mio ruolo, almeno per ora. Poi magari, strada facendo, avrò un po’ di spazio per me, ma l’obiettivo principale è quello di stare vicino a Cav. Le ambizioni sono grandi e giustamente ha bisogno di tutto l’aiuto possibile».
Gianni ammette di essere uscito bene dal Giro. Anche lui parla di quei giorni di influenza: ha dovuto prendere qualche antibiotico, però adesso sta bene. Il caldo e la continuità nel correre lo stanno rimettendo in sesto definitivamente.
«Dopo l’italiano – ha concluso Moscon – ho fatto solo scarico, mi sentivo stanco. Ma qui, ripeto, mi sento bene. Non è facile. Anche dal punto di vista della testa dopo quello che ho passato nelle ultime stagioni, ma non bisogna mai mollare. Certe cose puoi risolvere solo te stesso. Purtroppo mi rendo conto che a volte è difficile essere capiti. E non sempre vieni aiutato».