Milan rompe il ghiaccio con una doppietta… da pistard

29.09.2022
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Da zero a due. Jonathan Milan fa doppietta alla CRO Race. E’ qui che il campione olimpico del quartetto ottiene le sue prime vittorie da professionista. A conti fatti le premesse perché ciò accadesse c’erano tutte, ma come si sa tra il dire e il fare… c’è di mezzo il mare.

Il gigante della Bahrain-Victorious racconta a caldo il suo secondo successo. La sua addetta stampa, Simona Mazzoleni, lo sta riportando in hotel dopo la premiazione e c’è un po’ di tempo per riordinare le idee e le emozioni.

Come spesso succede dopo le vittorie è l’addetto stampa, in questo caso Simona Mazzoleni, che riporta in hotel il corridore
Come spesso succede dopo le vittorie è l’addetto stampa, in questo caso Simona Mazzoleni, che riporta in hotel il corridore
Prima di tutto Jonathan complimenti. Due belle vittorie. Cosa ci dici?

Bene dai, si prospetta un bel finale stagione. Le sensazioni erano buone già la settimana scorsa e adesso credo di essere nel picco di forma. Sono contentissimo. Mi sono allenato molto duramente per riuscire ad arrivare pronto a questa gara. Gara che per noi della Bahrain Victorious è importante.

Ti aspettavi questi successi?

Sì e no. Sapevo che la condizione fisica era buona e per questo me lo sarei anche potuto aspettare, poi però la gara è diversa. Io mi agito un po’, m’innervosisco e negli ultimi mesi ho lavorato su questo aspetto. Comunque dai, ci speravo!

Come ci hai lavorato, con l’aiuto di un metal coach?

No, da solo. Cosciente di questo mio problema, mentre correvo cercavo di rilassarmi il più possibile. Ho notato che ero agitato nelle gare e perdevo energie nervose. Solo che fino a che non sono passato professionista non me ne ero accorto. Così ho cercato di godermi la corsa, di tranquillizzarmi.

La prima vittoria di Milan (classe 2000) a Ludbreg, battuti Modolo e Maestri
La prima vittoria di Milan (classe 2000) a Ludbreg, battuti Modolo e Maestri
Già diversi podi in volata, ora due vittorie allo sprint: ma Jonathan Milan è un velocista?

Ah, non lo so chiedetelo a lui! Anche io ancora non l’ho capito bene. Diciamo che me la cavo. Anche oggi (ieri, ndr) è stata una volata un po’ anticipata. Sono partito lungo e ho seguito i consigli dei compagni che avevano corso questa tappa qualche anno fa. Matej (Mohoric, ndr) mi ha detto di scattare qualche metro prima. Di andare a tutta fino alla fine e di non guardarmi indietro.

Preciso, così hai fatto…

Rivedendola però, forse sarei partito un pelo dopo. Sarei uscito ai 300 metri di quest’ultima curva, sarei rimasto a ruota, in seconda posizione non più indietro, per sfruttare qualche secondino in più di scia ed essere più veloce sul traguardo.

E infatti hai vinto al fotofinish. Ma anche l’altroieri hai fatto una volata abbastanza lunga. Giusto?

Sì, nella prima tappa siamo entrati all’ultimo chilometro con Matej che stava cercando di fare la differenza in discesa. Io ero dietro e cercavo di stoppare gli altri. In radio gli dicevo che era da solo però vedevo che la sua pedalata non era brillantissima e poi lui stesso me lo ha confermato. Così, ai 300 metri ho visto che il gruppo risaliva forte e piuttosto che rispondere ad un attacco mi sono detto: parto io. Magari ci saremmo mangiati la vittoria… Mi sono preso questa responsabilità e è andata bene.

Quanto c’è del Milan pistard in questi sprint?

Molto. Queste caratteristiche sulla pista le alleni molto. Fai gli ultimi minuti ad un’intensità molto elevata. Però di più non dico altrimenti mi rubano i segreti! Io ho sempre detto che la strada aiuta la pista e viceversa. Se bilanci bene gli impegni arrivano ottimi risultati. Prima della CRO Race, per esempio, sono andato ad allenarmi in pista. Lì ho curato resistenza, forza, agilità e penso che tutto ciò mi abbia aiutato molto per i finali. E per questo ringrazio anche Villa, Bragato e lo staff della nazionale

Sui percorsi un po’ più impegnativi pensi di essere portato? Ti vedremo?

Dite quelli sui 2.500 metri di dislivello?

Sì quelli. Non pretendiamo che tu vinca sullo Stelvio!

Sullo Stelvio non vinco sicuro! Arrivare a fare bene nelle corse ondulate è un obiettivo. E per corse ondulate io intendo un Fiandre o altre gare del Nord con muri brevi da fare ad elevata intensità. Ma messi tutti insieme ti fanno portare a casa un bel dislivello. E’ lì che io punto ad arrivare.

Con due vittorie su due tappe, Milan guida la classifica generale, quella dei giovani (in foto) e quella a punti
Con due vittorie su due tappe, Milan guida la classifica generale, quella dei giovani (in foto) e quella a punti
E una Sanremo?

Eh, perché no! Sarebbe bello, tanto più che c’è grande intensità nel finale. Si tratta di tenere quelle due salite, andare dietro agli altri e poi giocarsela.

A livello di emozioni come sono state queste vittorie? Forse la prima è stata ancora più forte?

La prima vittoria è stata davvero bella. E’ stato come togliersi un peso dallo stomaco. Già in Polonia avevo raccolto due terzi posti. In Germania ancora un secondo posto. Ero vicino alla vittoria ma volevo togliermi questo “sfizio”, diciamo così, entro fine stagione. E infatti dopo l’arrivo neanche ho esultato troppo. Sono rimasto in silenzio, non ci credevo. Cavolo, è successo veramente, mi dicevo. Un’emozione incredibile. Oggi (ieri, ndr), sarà stato il tempo atteso per l’esito del fotofinish, ma ho esultato un bel po’. Anche se non si è visto.

Con chi sei in stanza?

Sono con Matej. E infatti dopo il brindisi per la prima vittoria, quando siamo tornati in camera abbiamo studiato bene il finale della tappa di oggi (ieri, ndr) e mi ha detto questo aneddoto sull’anticipare un po’. Io l’ho ascoltato ed è andata bene.