Marcato in estasi: «Yates ha fatto una cavalcata alla Tadej»

25.08.2024
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«Non avevo mai sofferto così tanto», ha detto Adam Yates subito dopo l’arrivo. «Fa così caldo che dall’ultima salita ho avuto i crampi. Non sapevo davvero se avrei potuto continuare così. Ho avuto molta sfortuna negli ultimi grandi Grandi Giri, per cui sono felice di essere riuscito finalmente a vincere di nuovo una tappa. Abbiamo fatto molto bene come squadra, con Marc e Jay (Soler e Vine, ndr) nella fuga. Mi hanno lanciato alla perfezione. Dopodiché sono rimasto solo con Gaudu.

«Quando ho visto che stava attraversando un momento difficile per il caldo – prosegue il britannico – ho capito che avrei dovuto approfittarne. E da quel momento in poi è stata solo sofferenza e sofferenza fino alla fine. Se posso dirlo, non mi interessa la classifica. Oggi era tutta una questione di vittoria di tappa. Ho dato tutto quello che avevo perché non avevo niente da perdere».

Adam Yates è rimasto in fuga per 58 chilometri e alla fine ha vinto con 1’39” su Carapaz e 3’45” su O’Connor
Adam Yates è rimasto in fuga per 58 chilometri e alla fine ha vinto con 1’39” su Carapaz e 3’45” su O’Connor

La giornata perfetta

Difficile dire se Marcato lo abbia ascoltato, dato che il diesse vicentino sulla prima ammiraglia della UAE Emirates in quel momento la stava guidando fino all’area dei pullman. Di certo però la sua idea in questo momento è ben altra. E anche se i ritmi sono convulsi perché c’è da prendere l’aereo che porterà il gruppo al riposo di Vigo, c’è spazio per il ragionamento. Adam Yates ha vinto la tappa di Granada con una fuga di 58 chilometri. Ben altro stile rispetto ai colpi chirurgici in salita con cui ha vinto ad esempio il Giro di Svizzera.

«Hai presente – sorride Marcato – quando fai un piano e va tutto bene? Oggi è andata così. Siamo partiti prima per la tappa, perché magari Adam alla classifica non ci credeva ancora tanto. Noi invece pensiamo che tutto sia ancora possibile, vedendo come corrono. Nulla vieta che arrivi un’altra fuga come quella che ha dato la maglia rossa a O’Connor. Si sta correndo in situazioni meteo impegnative, diverse tappe si sono fatte sopra i 40 gradi. Anche oggi abbiamo fatto un gran lavoro di idratazione lungo il percorso per permettere ai ragazzi di non soffrire troppo. E devo dire che la prestazione è un gran segnale che dà tanta motivazione, perché è stata una grande performance di squadra».

Tiberi è incorso in una pessima giornata, piegato da un colpo di calore che lo ha costretto al ritiro
Tiberi è incorso in una pessima giornata, piegato da un colpo di calore che lo ha costretto al ritiro

Un colpo di calore per Tiberi

Granada ha accolto la nona tappa della Vuelta con il calore di una fornace e purtroppo il primo a farne le spese è stato Antonio Tiberi. L’italiano del Team Bahrain Victorious si è fermato una prima volta alle prese con il mal di testa e poi ha alzato bandiera bianca, vittima di un colpo di calore. La squadra ha messo in atto tutti i metodi per abbassare la sua temperatura, che hanno dato buon esito, ma non hanno scongiurato il ritiro.

Il ragionamento di Marcato non ha grinze. L’impresa di Adam Yates e quella di Carapaz riaprono la classifica e riportano dentro due uomini pericolosi. Si vedrà nei prossimi giorni se davvero il britannico non abbia davvero in animo di risalire posizioni. Intanto va al riposo con un minuto di ritardo dal podio e magari, sfogliando le tappe, capirà che l’occasione non va sciupata. Anche perché nonostante la vittoria di ieri, Roglic non appare ancora quello dei bei tempi, per cui nessun epilogo potrebbe stupirci. E O’Connor sarà un osso duro da mandare a casa. Oggi intanto ha sprintato e ha colto il terzo posto.

«Ho preso l’abbuono nello sprint per il terzo posto – ha detto il leader di questa Vuelta – non è esattamente la mia specialità, ma quei 4 secondi erano lì da prendere. Penso di aver dimostrato che non mi toglieranno questa maglia tanto facilmente. Il giorno di riposo sarà bello, anche perché sono saldamente al comando e con una squadra forte intorno a me. Felix Gall ha fatto un buon lavoro, ma in genere tutti i ragazzi hanno fatto la loro parte. Mi dà fiducia per il proseguimento di questa Vuelta».

Una cavalcata alla Tadej

Marcato va avanti nel ragionamento. Durante la riunione sul pullman ha fatto i complimenti ai ragazzi e dato le indicazioni più importanti per le prossime ore. Domani si riposa, ma prima è stato giusto riconoscergli la bontà del lavoro, all’indomani del ritiro di Almeida che sembrava la figura più vicina a un leader per la generale.

«Joao – racconta Marcato – era uscito benissimo dal Tour e teneva a fare bene. Si sono preparati entrambi alla grande, per cui sono partiti alla pari e poi sarebbe stata la strada a parlare. Ma visto che Adam aveva pagato tantissimo il caldo e sembrava fuori dai giochi, ci eravamo concentrati di più su Almeida. E le cose poi sono andate così. Per questo stamattina abbiamo detto che la cosa migliore sarebbe stata andare in fuga con Adam e due compagni. Lui poi ci ha messo del suo e ha fatto una cavalcata alla Tadej.

«Soler è stato fantastico e anche Vine. Ma quando ha visto che Gaudu soffriva e Carapaz si stava avvicinando – prosegue Marcato – Adam ha semplicemente fatto il suo passo, che però è bastato per andare al traguardo e aumentare il vantaggio. Ora il riposo sarà importante per ricaricare le batterie. Andrà gestito bene. La tappa di martedì ha una salita di prima categoria in partenza e se ci arrivi ingolfato, rischi di restarci. Vedremo come vorranno gestirlo…».

Ancora tutto da scrivere

Nell’angolo della EF Education, Carapaz ha appena dichiarato che vincere la Vuelta potrebbe diventare un obiettivo. In casa Red Bull-Bora invece, Roglic ricorda a tutti di aver avuto ancora fastidi dalla schiena e ci si chiede se lo sloveno stia bluffando o in realtà non fosse davvero pronto per rientrare e abbia dovuto farlo per esigenze di squadra. Come dicevamo ieri, la Vuelta è appena decollata. Vivremo le prossime due settimane senza un italiano in classifica, ma convinti che ne vedremo delle belle.