Lopez già guarda avanti. Pronto a prendersi l’Astana

18.10.2022
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Una vittoria al Tour of the Alps e un podio sfiorato alla Vuelta, ma anche una grossa tegola al Giro d’Italia. La stagione di Miguel Angel Lopez si archivia con qualche acuto e qualche “vuoto”, più che qualche basso.

Il colombiano dell’Astana Qazaqstan ha chiuso il suo 2022 agonistico sulle strade della Veneto Classic. A Bassano del Grappa tutto si respirava fuorché l’atmosfera da ultimo giorno di scuola, almeno fino al momento di tagliare la linea del traguardo.

Bassano del Grappa. Federico Borselli, factotum dell’Astana, controlla le ferite di Lopez
Bassano del Grappa. Federico Borselli, factotum dell’Astana, controlla le ferite di Lopez

Finale in crescendo

Linea che Lopez ha superato con tagli ed escoriazioni sulla mano e ad un braccio. E’ caduto in salita in un momento chiave della corsa ad una ventina di chilometri, forse meno, dal termine.

Quando arriva al suo bus nonostante tutto ci dedica del tempo. E questo va apprezzato. Quando si cade si ha voglia solo di scappare via.

«La gamba era buona in questo finale di stagione – spiega Miguel sulla scalinata del bus – oggi pensavo di fare una buona corsa, la squadra puntava su di me. Purtroppo c’è stata questa caduta in un momento importante della corsa e ho perso una buona opportunità. Ringrazio comunque i ragazzi». 

Lopez nell’ultimo periodo è andato in crescendo. Non aveva più gareggiato dalla Vuelta. Ma dall’Emilia in poi si era rimesso in carreggiata… e anche fuori. Lui infatti, nonostante non sia certo un passista, si è voluto buttare nella mischia delle due gare gravel: il mondiale e la Serenissima.

“Superman” infatti è un eccellente biker, quando è in Colombia esce in allenamento con il pluriridato marathon Leonardo Paez. E tutto sommato visto il suo peso ridotto se l’è cavata super bene tra i passistoni alla Oss e alla Van der Poel.

Stagione altalenante

Ma se il finale è stato buono, a partire dal quarto posto della Vuelta, il resto della stagione ha lasciato diversi dubbi. E lui stesso ne è consapevole.

«La stagione – sbuffa un po’ Lopez – è andata… così. Poteva andare meglio, sia per me che per la squadra. Si poteva forse ottenere qualcosa di più. C’è stato qualche momento di vuoto. Ma possiamo solo che andare avanti».

Un primo vero vuoto Lopez lo ebbe sul Carpegna. Quella contro-prestazione portò anche ad un bella strigliata da parte di Giuseppe Martinelli che non gradì l’atteggiamento arrendevole del colombiano. Dopo aver perso, come del resto tutti quanti, qualche metro da Pogacar, lui mollò del tutto.

Al Tour of the Alps invece mostrò una buona condizione e soprattutto dava l’idea di essere sul pezzo. Ma poi ecco di nuovo un momento no: lo stop al Giro d’Italia. Miguel alzò bandiera bianca quasi subito, per un enorme contrattura. Si fermò nella prima tappa italiana, quella dell’Etna. In quel caso la squadra gli fu vicina: non poteva continuare. C’è stata dunque anche una dose di sfortuna.

Con i migliori… Miguel a ruota di Mas alla Vuelta. In salita, quando sta bene, Lopez è uno dei migliori
Con i migliori… Miguel a ruota di Mas alla Vuelta. In salita, quando sta bene, Lopez è uno dei migliori

Leader unico?

Ma come dice Lopez stesso non si può che andare avanti. E questa è anche la parola d’ordine? A fine Giro, Giuseppe Martinelli ci disse che Lopez avrebbe dovuto dire una volta per tutte se fosse stato carne o pesce. E a 28 anni è anche ora. Adesso c’è un altro cambio importante che lo pone verso un’identità definita: l’addio di Nibali.

Al netto che del mercato che farà l’Astana Qazaqstan, Lopez è il leader unico. Nessun comprimario con cui condividere il peso della squadra, le gestione dei gregari in corsa… No, sarà tutto sulle spalle e questo argomento lo accende.

«Sento la fiducia – dice Lopez – so come fare ormai per preparare i grandi Giri e anche per fare altre cose. Qui sono felice di poter continuare e per fortuna non penso che questa caduta mi crei grandi problemi per l’inverno».

«Cosa mi manca per essere più costante? Bah, non saprei. Credo di essere stato abbastanza costante durante la stagione… quando ho potuto. Alla Vuelta, per esempio, ho fatto una buona corsa dall’inizio alla fine. Sono stato sempre lì con i migliori.

«Il problema – ride – è che altri vanno più forte di me. Dobbiamo lavorare».