Si potranno fare polemiche perché il tecnico della nazionale Bennati, amico di Jovanotti, ha avuto l’idea e l’opportunità di far conoscere il ciclismo a 50 mila persone che hanno così saputo del mondiale e magari tiferanno Italia? Da noi succede anche questo e a dire il vero, rischiando con questo altre maledizioni, sarebbe bello che accadesse più spesso. Significherebbe che il ciclismo sta uscendo dalla sua nicchia per sbocciare quale lo sport figo che è sempre stato.
Tanti fortunatamente hanno preso favorevolmente posizione sul tema e fra questi vale la pena segnalare gli interventi di Marino Bartoletti e a seguire il commento di Pippo Pozzato. Se c’è uno legato al valore della maglia azzurra, cresciuto accanto a Franco Ballerini e Alfredo Martini, quello è proprio Daniele, ma cosa c’è di male nell’uscire dal tempio (spesso vuoto) e scendere nelle strade? Così, proprio con Bennati, parliamo della sua prima squadra per il mondiale, dopo il debutto agli europei di Monaco.
Affini, Ballerini, Bagioli, Battistella, Bettiol, Conci, Rota, Sobrero, Trentin, Zana. Una squadra giovane e bella. E forse non c’erano alternative…
Piace molto anche a me. Giovane sì, rispetto alle abitudini. Ma guardando quello che c’è fuori, forse neanche giovanissima. Di certo quando ho cominciato io, non c’era così tanto spazio per i corridori emergenti. E’ la nuova tendenza.
L’ultima volta che ci siamo sentiti, dicesti di aspettare un segnale da Bagioli.
Sono contento di come si è mosso in Canada (terzo a Montreal, dietro Pogacar e Van Aert, ndr). Visto come sono andate le cose con Ulissi, devo dire grazie alla Quick Step per la disponibilità che ha dimostrato. Ho detto che avrei aspettato lo scorso weekend per dare la conferma e loro hanno capito. Andrea è un talento vero, che quando sta bene sa lasciare il segno.
Ha semmai il problema che in squadra viene spesso dopo altri leader. Un po’ come gli azzurri che hanno vinto il mondiale di volley…
Hanno quasi tutti questo problema. Rota è quello con più continuità e più risultati e infatti è anche il primo italiano nel ranking UCI in 35ª posizione. Lo stesso Trentin è spesso al servizio della squadra, idem Bettiol (in apertura a Montreal, ndr). Quando al Tour ha fatto secondo a Mende, prima aveva tirato forte per Uran. Hanno poche occasioni e questo dipende dalla mancanza della famosa squadra WorldTour italiana, ma anche dalle poche occasioni di fare esperienza. Forse saremo anche meno talentuosi, ma quando arrivi in corse così importanti, l’esperienza è tutto. E noi spesso non riusciamo a farla.
Bettiol, Trentin, e Bagioli saranno le punte?
Certamente, anche Bagioli diventa una delle tre frecce per il finale. Bettiol è il fulcro, ma tutti conosciamo anche le qualità atletiche e la capacità di gestione di Trentin. Rota viene subito dietro, ma è molto affidabile e ha sempre dimostrato nelle grandi corse di saper essere protagonista.
Due nomi su cui ragionare: Battistella e Conci.
Samuele ha avuto il piccolo intoppo del malanno alla Vuelta, ma si sta riprendendo e nei prossimi due giorni correrà in Toscana per mettersi a posto. Conci invece ho avuto modo di conoscerlo le volte in cui l’ho chiamato in azzurro a inizio stagione. Ha caratteristiche importanti, sono certo che qualsiasi cosa gli chiederò di fare, lui la farà.
Ed è anche la prova che puoi correre in una continental, ma se vai forte in nazionale ci arrivi.
L’ho portato anche per questo, anche se si corre in 8 e non potrò schierarli tutti. Nicola ha sofferto tutta la fase della Gazprom ed è stato l’unico di quelli che ho convocato a non aver vinto. Proprio perché si è messo a disposizione della squadra, lasciando che a vincere fossero i compagni.
Ci sarà Zana, campione italiano.
La maglia tricolore merita di essere onorata, chiaramente se il percorso lo permette. A Monaco, Zana non lo avrei mai portato. Detto questo, è un ragazzo di 24 anni che è stato anche secondo a un Avenir: non sarà l’azzurro più rappresentativo, ma ha dato dei segnali che meritavano attenzione. E sono certo che se anche alla fine fosse riserva, sarebbe con noi con identico impegno.
Le riserve saranno comunicate in Australia?
Esatto. A tutti ho detto che dovranno partire pronti per correre, non voglio cali di tensione. Ho anche parlato con Albanese e Oldani che sono rimasti fuori e ho trovato davvero dei ragazzi straordinari.
Aspettavi segnali anche da Ballerini…
Davide ha avuto un avvicinamento particolare. Doveva fare l’europeo, ma è caduto a Burgos e se l’è portata dietro a lungo. Per cui niente Monaco e attenzione sul mondiale. Non era molto tranquillo della sua condizione, ma l’ho lasciato lavorare. Ci siamo risentiti dopo il secondo blocco di lavoro e mi ha detto di sentirsi molto meglio. Allora ho parlato con il suo preparatore e mi ha confermato che è in crescita, così ho deciso di dargli fiducia. Credo che darà qualche segnale al Giro del Lussemburgo. Sarà tardi, ma a me va bene così.
Non resta che partire, insomma. Pronta la valigia?
Ho cominciato. Intanto ho messo dentro l’abbigliamento della nazionale, il resto verrà più avanti. Partiamo venerdì. Malpensa-Abu Dhabi e poi Sydney. Sono giorni intensi, ma ormai ci siamo.