Intanto Thomas, zitto, zitto, lavora all’operazione rosa

17.01.2024
4 min
Salva

Sarebbe fuorviante ridurre l’inverno di Geraint Thomas a quella sua frase ad effetto detta in autunno. «In questo periodo sono ubriaco 12 sere su 14». L’inglese è molto più sostanzioso. E quella frase è solo un titolo sensazionalistico. Nascondeva ben altri contenuti.

Thomas diceva che non si riconosce in molti giovani che vivono il ciclismo 12 mesi l’anno, 24 ore su 24. Che non staccano mai. Lui, per sua stessa ammissione, non ci riuscirebbe e di quello stacco, anche mentale, ha assolutamente bisogno. «Adesso per esempio devo rimettermi sotto – aveva dichiarato a GCN – devo passare da 75 a 68 chili. E’ la parte più difficile della stagione». Ma è così facendo che è arrivato competitivo a 37 anni e ha chiuso il Giro d’Italia al secondo posto e indossato la maglia rosa.

Al Black Theatre di Monmouth, cittadina inglese poco a Nord-Est di Cardiff, Thomas ha parlato di ciclismo e del suo libro, “Great Ride. According to G”
Al Black Theatre di Monmouth, città gallese, Thomas ha parlato di ciclismo e del suo libro, “Great Ride. According to G”

In rotta sul Giro

Di quello stacco, il “Signor G” aveva bisogno per continuare a perseguire i suoi obiettivi. E nel 2024 il grande focus del campione della Ineos-Grenadiers sarà con ogni probabilità ancora il Giro d’Italia.

«Sarebbe bello – ha detto Thomas in tempi non sospetti – tornare al Giro il prossimo maggio. Il Giro d’Italia è un grande classico del ciclismo. Sarà molto dura dopo quest’anno, ma potrebbe essere anche molto attraente. Guardo il percorso e vedo che sono state previste due lunghe cronometro. C’è anche una tappa su strade sterrate e una terza settimana molto dura. Partecipare al Giro è certamente un’opzione».

E poi ha aggiunto: «Anche il Tour però è piuttosto bello e manco da un po’».

E allora procediamo per esclusione. In Francia la Ineos-Grenadiers andrà con Pidcock e, sembra, anche Bernal. Il colombiano ha detto di volerci essere, mentre per il giovane folletto inglese è stata la squadra a dirlo chiaramente. Assieme a loro ci sarà, e questo è sicuro, anche Carlos Rodriguez. Lo spagnolo ha detto che farà all-in sul Tour, per migliorare il suo quinto posto 2023. 

A Thomas resta dunque il Giro, da capitano ovviamente. E a quanto pare non gli dispiace affatto. Così come non dispiace al pubblico italiano, che lo ha molto apprezzato lo scorso anno vedendolo lottare sulle strade di casa. Alla fine dopo cinque partecipazioni, Thomas sembra aver trovato il feeling con la corsa rosa e le sue strade.

Tanto tifo per lui. Gli auguri di compleanno a bordo strada che lo hanno colpito. Una squadra forte. Avevano creato delle sinergie che Thomas vuol rivivere.

Thomas è stato due volte campione olimpico nell’inseguimento a squadre, Pechino 2008 (in foto tra gli altri con Wiggins) e Londra 2012
Thomas è stato due volte campione olimpico nell’inseguimento a squadre, Pechino 2008 (in foto tra gli altri con Wiggins) e Londra 2012

Tra Roma e Parigi

E forse quest’anno l’occasione potrebbe essere ancora più ghiotta per Geraint. Due crono e nessuna salita monster, stile Lussari o i chilometri finali delle Tre Cime di Lavaredo, guarda caso proprio i chilometri che lo hanno respinto. Un Thomas in forma come quello dello scorso maggio a crono potrebbe dare filo torcere persino a Pogacar. Poi è chiaro, nel giorno del Grappa alla vigilia della tappa finale di Roma compirà 38 anni. E questi peseranno. O almeno potrebbero pesare.

C’è anche l’ipotesi del doppio impegno, Giro e Tour. In Italia da capitano, in Francia da gregario, con l’occhio alle Olimpiadi. Olimpiadi che hanno catturato l’attenzione di Thomas, il quale però è consapevole che il percorso di Parigi non gli è super favorevole. Ma c’è pur sempre la cronometro.

«Sarebbe un grande obiettivo – ha detto Thomas – questo è sicuro. Sono andato ai Giochi già quattro volte e una quinta partecipazione sarebbe davvero fantastica, un record. Una medaglia? Perché no? Alla fine per esserci dovrei comunque avere un’ottima condizione».

Thomas (classe 1986) durante la preparazione invernale (foto Twitter)
Thomas (classe 1986) durante la preparazione invernale (foto Twitter)

Inverno dinamico

Una cosa è certa, Thomas non sta fermo un attimo. Tra Inghilterra, casa sua, California dov’è andato a trovare l’amico e compagno Cameron Wurf, i camp in Spagna, la casa di Monaco… si è sempre allenato. Questo non è l’atteggiamento di chi è appagato.

Anche per questo Geraint ha prolungato il contratto con la Ineos-Grenadiers per due stagioni. E’ consapevole che in questo ciclismo ogni cosa può cambiare da un momento all’altro e confrontarsi con la nuova generazione non è facile. Ma con il talento e la capacità di focalizzarsi su un obiettivo si possono ancora fare grandi cose. E lui non è nuovo a certi approcci.

A Parigi per assurdo il suo compagno nella crono potrebbe essere Joshua Tarling. L’astro nascente di Sua Maestà ha praticamente la metà degli anni di Thomas. Potrebbe essere suo figlio. E’ un’ipotesi okay, ma nemmeno così remota.

Thomas vorrebbe partecipare al Tour, consapevole che l’anno prossimo potrebbe essere troppo tardi. Ma ha dichiarato anche che vorrebbe finire la sua carriera correndo le classiche nel 2025. E le vorrebbe fare bene. Ma il 2025 è lontano, noi intanto lo aspettiamo al Giro.